Le notizie vecchie: pandemia e pseudogiornalismo

Un amico ci segnala che su alcune piattaforme social stanno circolando due screenshot; il primo riprende un articolo de Il Tempo, con qualche riga in evidenza:

L’articolo de Il Tempo – che ci risulta essere stato scritto da Franco Bechis – è stato rimosso dal sito de Il Tempo, ma lo stesso non può dirsi dai suoi cloni che circolano come se fossero attuali a distanza di anni. L’amico che ci ha segnalato questi screenshot è stato molto bravo, poiché ci ha inviato una segnalazione molto completa che vi riproponiamo per intero (grazie D.):
Gira da giorni l’immagine di un articolo de Il Tempo che critica un rapporto ISS.L’immagine è senza data e senza link all’articolo, figurati.Approfondisco e scopro che l’articolo è di ottobre 2021, nel sito del giornale non c’è più ma si trova altrove.Inoltre scopro che ISS ha risposto con una nota per spiegare come il giornalista ha interpretato male i dati.Poi scopro che un sito, oltre12.net, fa un articolo datato luglio 2025 dove si parla di questo NUOVO report ISS. L’articolo poi mette il link alla notizia che è appunto di ottobre 2021.
L’apoteosi della disinformazione.
Il Tempo ha dimostrato per l’ennesima volta di non aver alcun interesse a informare i propri lettori: fossero stati interessati a informare i lettori, all’epoca, invece che rimuovere il pezzo dopo la bacchettata sulle dita da parte di ISS, avrebbero potuto e dovuto pubblicare una smentita allo stesso indirizzo dell’articolo originale, perché è così che si fa corretta informazione ed è così che dovrebbero agire i giornalisti seri. Invece l’articolo è stato solo rimosso, lasciando campo libero alla disinformazione. Non sappiamo se il pezzo sia uscito anche su cartaceo; così fosse, state tranquilli chi l’ha letto lì non è stato avvisato della successiva smentita da parte di ISS.
Non è così che si fa giornalismo.
A questo vorremmo aggiungere per l’ennesima volta che chi riprende pezzi vecchi senza averne verificato l’attualità (come fa Oltre12) non sta cercando di dare informazioni ai propri follower, ma è interessato solo ad avvelenare il pozzo. In un Paese normale questi soggetti sarebbero indagati, magari per comprendere a che pro continuano con questo sistema di inquinamento dell’informazione. In Italia ci dicono che la verifica dei fatti non serve a nulla, e sembra che le autorità siano decisamente poco interessate a identificare chi mente a ripetizione. Chissà che un giorno le cose non cambino.
maicolengel at butac punto it
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