Heather Parisi, i vaccini e la malinformazione

Lo so, non dovrei. Ma mi tocca. Visto l’ampio seguito che l’ex soubrette ha online, ritengo necessario commentare l’ultima uscita di Heather Parisi, che dopo anni passati a disinformare su COVID-19 e pandemia adesso ha deciso di prendersela con le vaccinazioni pediatriche.
Il video è questo:
Si parte benissimo, Parisi infatti apre con questa accusa pesante:
L’obbligo vaccinale pediatrico è l’ennesimo sopruso di uno Stato che vuole trattarci come ignoranti
Parisi conosce i suoi polli – scusate, i suoi follower – e parte subito con un attacco allo Stato, ben consapevole che troverà terreno fertile. Lo dipinge come un nemico cattivo e autoritario (curioso, considerando che vive da anni fuori dall’Italia).
Così facendo la conversazione che seguirà non si concentrerà nel merito dei vaccini, perché si sta facendo leva sulla paura – molto comune in certi ambienti social – di non poter fare le proprie scelte in autonomia, poiché imposte dall’alto. Ed ecco così servita la classica falsa dicotomia: se sei con lo Stato, sei un servo dell’oppressore. Solo chi si oppone è un genitore libero e pensante.
Combattere l’obbligo non vuol dire essere contro i vaccini o contro la scienza
Qui siamo nel regno del “non sono no-vax, ma…”. Abbiamo visto centinaia di persone usare questo schema sui profili social di BUTAC: presentarsi come ragionevoli, salvo poi proporre narrazioni antiscientifiche mascherate da “scelte consapevoli”, od obiezioni basate su falsità e fallacie logiche come “legittimi dubbi”. È una tecnica retorica sfruttata per far abbassare le difese, e cercare di rendere accettabili idee che altrimenti verrebbero subito riconosciute come infondate o ideologiche.
Ci fanno sentire in colpa, facendoci credere che nostro figlio morirà se non diciamo di sì
Anche qui, il ricorso alla paura è evidente. Spaventare è la tecnica base di ogni tentativo di disinformazione, così il pubblico a cui ci stiamo rivolgendo ci ascolterà con più attenzione. Ma la realtà è che nessuno dice che un bambino morirà sicuramente senza vaccini. Si parla di rischi concreti legati a malattie pericolose, non di minacce o sensazionalismo.
In Italia ti obbligano a fare ben dieci vaccinazioni pediatriche
Il “ben dieci” è un trucco retorico. Serve a drammatizzare. Chi ascolta, se non è informato, immagina dieci punture diverse al neonato, tutte insieme, per chissà quali malattie – e “ben dieci”, come se fosse un numero spropositato. Ma i vaccini obbligatori sono combinati, sicuri, e somministrati secondo schemi testati da decenni. In Italia, dal 2017, per i bambini da 0 a 16 anni è obbligatoria la protezione da dieci malattie:
- Poliomielite
- Difterite
- Tetano
- Epatite B
- Pertosse
- Haemophilus influenzae B
- Morbillo
- Rosolia
- Parotite
- Varicella (in alcune regioni)
L’obbligo è stato reintrodotto appunto nel 2017 dopo un calo preoccupante delle coperture vaccinali. Calo favorito anche da chi – proprio come Parisi – diffonde dubbi e paure in merito a un tema su cui servirebbero solo responsabilità e rigore. Sono tutte malattie potenzialmente gravi, e i vaccini sono sicuri, efficaci e approvati a livello europeo e mondiale.
Non è un caso se in Italia si premiano i medici che spingono i vaccini
Qui Parisi insinua che i medici agiscano per interesse personale, dando quasi a intendere che siano corrotti, visto che vengono “premiati” per quanti pazienti vaccinano; ma non è così che stanno le cose. Non esistono “premi” ai medici per ogni vaccino fatto. Ci sono incentivi alle ASL per raggiungere obiettivi di salute pubblica – come appunto la copertura vaccinale – ma questo vale anche per screening oncologici, controlli cardiovascolari ecc. Ed è tutto da dimostrare che dei professionisti mettano a rischio la propria posizione lavorativa, la propria etica e la salute dei propri pazienti solo per fare un favore all’ASL.
L’Italia è stata scelta come laboratorio di sperimentazione fin dal 2014, con il Global Health Security Agenda, designata quale capofila delle strategie vaccinali nel mondo
Questa storia l’abbiamo già trattata approfonditamente qui, ma Parisi non mi legge. Non c’è alcun “esperimento”, nessun complotto: si tratta semplicemente di cooperazione internazionale per migliorare la salute pubblica globale. Nulla di segreto o pericoloso.
Parisi tira in ballo anche Robert Kennedy Jr., affermando che sarebbe stato costretto a rimangiarsi vent’anni di battaglie no vax a causa di un’improvvisa epidemia di morbillo negli Stati Uniti. È totalmente falso: Kennedy Jr. non ha mai ritirato le sue posizioni, né cambiato idea. Un’altra bufala pura, per evocare un inesistente complotto.
Parisi poi accosta l’obbligo vaccinale per l’asilo e la scuola materna al Green pass, evocando sensazioni negative legate alla recente pandemia. È importante ricordare che l’obbligo vaccinale scolastico esiste da decenni (con una pausa temporanea) ed è completamente differente dal Green pass.
La libertà personale è inviolabile
Frase che suona bene, ma che nel contesto della salute pubblica non regge. La tua libertà finisce quando le tue scelte mettono a rischio gli altri o ricadono sulla comunità. E questo vale per la guida senza casco, per il fumo in luoghi pubblici, o – appunto – per le vaccinazioni.
Parisi, tra l’altro, vive a Hong Kong, dove i vaccini non sono obbligatori, è vero, ma dove la copertura vaccinale è ben più alta che in Italia. Ad esempio già tra il 2014 e il 2016 a Hong Kong la seconda dose di vaccino contro il morbillo superava percentuali di vaccinati del 98% ed è scesa sotto il 95% (che ricordiamo è la soglia per non far circolare il virus e proteggere anche chi non può vaccinarsi) solo nel 2020, mentre tra il 2014 e il 2016 in Italia si aggirava tra l’82 e l’83%, e nonostante un aumento tra 2018 e 2019 non ha mai superato il 90%; nel 2023 non raggiungeva l’85%. Quindi: lì non serve l’obbligo, qui sì – proprio a causa di chi disinforma.
Uno Stato padre-padrone che si sostituisce a noi nella cura dei figli
Qui Parisi usa ancora l’emotività, questa volta mettendo in mezzo i figli. Ma lo Stato non vuole sostituirsi ai genitori. Vuole solo garantire che anche i bambini fragili – quelli che non possono vaccinarsi, anche loro figli di qualcuno – siano protetti.
Concludendo
Parisi nel suo discorso non porta fatti, non cita fonti, non mostra dati. Porta solo emozioni, insinuazioni, mezze verità. E questo è il problema: chi l’ascolta non si informa, bensì si impressiona. Soprattutto se è un genitore preoccupato.
Per questo è fondamentale imparare a distinguere tra chi divulga per il bene collettivo, e chi sfrutta la propria popolarità per fare disinformazione virale. Anche quando si traveste da “mamma che pensa con la sua testa”.
Non credo di dover aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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