Päivi Räsänen a processo per aver citato la Bibbia
C’è un post che spopola su certi canali social, ce lo avete segnalato e abbiamo ritenuto interessante occuparcene. Il post recita:
Una nonna di 12 nipoti ed ex ministra del governo sta affrontando un processo per aver citato la Bibbia! Per sei anni, Päivi Räsänen ha sopportato interrogatori di polizia, vari processi e attacchi continui, semplicemente per essere rimasta ferma nella sua Fede. Nonostante sia stata assolta due volte con verdetti unanimi, i pubblici ministeri, in modo assurdo, sono determinati a trascinarla ancora una volta nel calvario di un altro processo. Il 30 ottobre, comparirà davanti alla Corte Suprema della Finlandia in un caso che potrebbe creare un pericoloso precedente per la libertà di parola e di religione in tutta Europa.
I fatti
Päivi Räsänen è una politica finlandese: membro del parlamento finlandese, ex ministro dell’interno della Finlandia. È vero che è sotto processo ed è vero che c’entra l’aver citato alcuni passi delle Sacre Scritture. Ma la storia, come sempre, va raccontata per intero.
Correva l’anno 2019…
X si chiamava ancora Twitter, e Päivi Räsänen all’epoca pubblicò un tweet indirizzato alla Chiesa Evangelica Luterana di Finlandia criticando la scelta di sostenere un evento dell’Helsinki Pride. Il tweet è tutt’ora online, lo potete vedere qui sotto:
#kirkko on ilmoittanut olevansa #seta n #Pride2019 virallinen partneri. Miten kirkon oppiperusta, #raamattu sopii yhteen sen kanssa, että häpeä ja synti nostetaan ylpeyden aiheeksi? pic.twitter.com/cnjAQCrOc2
— Päivi Räsänen (@PaiviRasanen) June 17, 2019
Tradotto da Grok, il tweet recita:
La #chiesa ha annunciato di essere partner ufficiale del #Pride2019 di #seta. In che modo l’insegnamento della #Bibbia della Chiesa si concilia con l’elevazione della vergogna e del peccato a motivo di orgoglio?
Il post fin da subito ricevette critiche da varie parti: professori liceali, universitari, accademici e semplici cittadini fecero sentire il proprio dissenso verso le parole di Räsänen. Il tweet, secondo alcuni, rappresenta istigazione all’odio verso uno specifico gruppo di persone. Per questo contenuto e altre accuse del genere Räsänen ha subito una denuncia penale, vista anche la carica politica che ricopriva (era in quel momento la presidente della Democrazia Cristiana Finlandese). Come riportato da Wikipedia:
Secondo il pubblico ministero, Räsänen ha affermato che l’omosessualità è un disturbo dello sviluppo psicosessuale scientificamente provato. Secondo il pubblico ministero, i discorsi violano la dignità umana e rischiano di causare intolleranza e persino odio nei confronti degli omosessuali. Secondo il pubblico ministero, l’espressione “degenerazione genetica, un gene che causa una malattia” implica che gli omosessuali non siano stati originariamente creati da Dio come gli eterosessuali.
Inoltre
Räsänen è stata accusata di aver pubblicato un tweet relativo alla parata del Pride nel 2019. In relazione al tweet, Räsänen ha pubblicato versetti di una vecchia traduzione della Bibbia.
Quindi la denuncia non è scattata solo per il tweet. Le accuse però sono state archiviate dal tribunale distrettuale nel 2022 e dalla corte d’appello nel 2023.
Secondo la Corte d’Appello, lo scopo degli scritti di Räsänen non era quello di insultare o offendere le persone gay; hanno ritenuto che il tweet fosse contro la Chiesa e quindi, pur riconoscendo come offensive le parole usate, si è scelto di archiviare il tutto. Ma non è finita qui: alla richiesta di archiviazione è stato presentato ulteriore ricorso e il caso verrà discusso alla Corte Suprema finlandese tra circa una settimana. Aggiorneremo l’articolo non appena sarà chiara la decisione della Corte.
Concludendo
Il caso Räsänen non è la prova che “citare la Bibbia” porti al rogo giudiziario, ma solo la dimostrazione che anche chi riveste un ruolo pubblico dovrebbe rispondere delle proprie parole quando rischiano di ferire o discriminare. È un equilibrio delicato, ma chiamarlo censura è solo propaganda. Peccato che questa responsabilizzazione non avvenga in tutti i Paesi occidentali. Mi piacerebbe molto vedere certi parlamentari italiani, o soggetti come il buon Donald Trump, rispondere delle tante offese elargite negli anni.
maicolengel at butac punto it
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