De Donno e lo studio americano (ancora…)

Alcuni lettori ci hanno segnalato un articolo, o meglio dei post social che condividono un articolo pubblicato su Donna Fidelity House, sito di proprietà del gruppo NetAddiction di Andrea Pucci, coloro che si definiscono “professionisti dell’intrattenimento” e sanno benissimo come rendere attuali notizie vecchie di anni: basta evitare di metterci le date e ricondividerle quando capita.

L’articolo viene diffuso dalle tante pagine social controllate da NetAddiction, pagine che campano proprio di questo e che – a dispetto dei nomi – condividono la qualunque. Ad esempio a noi l’articolo ce l’avete segnalato su Musica & Attualità e su Tra Luce e Oscurità. Titolo del pezzo su Donna Fidelity House:

Plasma iperimmune, uno studio americano conferma: “De Donno aveva ragione”

A trattarlo ci mettiamo poco, visto che “lo studio” è sempre lo stesso che trattavamo tre anni fa, a essere precisi il 4 aprile 2022. A seguirci poi sono arrivati gli amici di Open, Juanne Pili e David Puente, il 14 aprile dello stesso anno. Per capire che il pezzo di Donna Fidelity House è vecchio basterebbe leggerlo:

Purtroppo, De Donno ora non c’è più a gioire di questa sua vittoria. Si è suicidato drammaticamente l’estate scorsa, il 27 luglio 2021, forse per non aver retto a questa ingiustizia che è costata troppe vite.

Se si è sucidato drammaticamente l’estate scorsa e ci viene detto che era il 27 luglio 2021, appare evidente che chi scrive lo fa nel 2022. Ha senso, in mancanza di novità (e con l’appello della famiglia di De Donno a lasciarlo fuori da strumentalizzazioni dopo la sua morte), riportare tre anni dopo lo stesso articolo? No, a meno che la disinformazione non sia il tuo pane quotidiano. E difatti a distanza di tre anni non è cambiato nulla, e noi, invece che perdere tempo a riscrivere le stesse cose di tre anni fa, ve le copiamo e incolliamo qui:

…questo è quello che evidenzia lo studio del NEJM, che guarda caso titola:

Early Outpatient Treatment for Covid-19 with Convalescent Plasma

Vorrei che da subito faceste attenzione: si parla di early outpatients, non pazienti ospedalizzati con gravi insufficienze, il titolo stesso dello studio mostra la grossa differenza con quanto ipotizzato da de Donno & c.

Lo studio poi è ancora più esplicito nelle sue conclusioni:

In participants with Covid-19, most of whom were unvaccinated, the administration of convalescent plasma within 9 days after the onset of symptoms reduced the risk of disease progression leading to hospitalization.

Non capire che questo non dà ragione al povero De Donno è grave. L’equipe che aveva ipotizzato che la terapia funzionasse in pazienti ospedalizzati ha continuato a curare così per circa un anno, senza che ci fossero particolari risultati che ne dimostrassero l’efficacia. E oggi la strada della terapia al plasma in pazienti già ricoverati è stata abbandonata sia da noi che all’estero, comprendendo che la via non era quella corretta.

La terapia fatta in pazienti ancora al proprio domicilio, e non ancora gravi, prevede di dover trattare il prima possibile tutti coloro che sviluppano sintomi da infezione da SARS-CoV-2. La cosa, come credo che chiunque possa comprendere, non è semplice come trattare chi è già in ospedale. Oltre al fatto che, come spiegano le conclusioni dello studio stesso, non è una cura ma un trattamento che si limita a ridurre il rischio, non annullarlo.

Sostenere che un paziente a casa con i sintomi di COVID-19 sia uguale a uno ospedalizzato con gravi insufficienze respiratorie è come dire che mele e pere sono uguali. Pensare che i risultati usciti sul NEJM diano ragione a una terapia basata sulla stessa procedura, ma in momento diverso del percorso della malattia, significa non capire davvero nulla di metodo scientifico e medicina. L’elenco dei giornalisti e politici che possiamo inserire in questa categoria è lunghetto, non stiamo ad annoiarvi.

Da aggiungere ci può essere che a distanza di tre anni i tanti che rilanciavano questo studio come dimostrazione dell’efficacia di quanto detto dal povero De Donno non hanno rimosso i loro articoli, pur essendo tutti smentiti dalla lettura dello studio stesso.

  • Affari Italiani: 1 aprile 2022 – De Donno demonizzato ma la sua cura funzionava
  • Corriere Quotidiano: 1 aprile 2022 – Uno studio americano conferma che, il Prof. De Donno aveva ragione
  • Radio Radio: 4 aprile 2022 – Ora “lo dice la scienza”: il Prof. de Donno riabilitato da studio scientifico americano, smentiti AIFA e ISS
  • Pressenza: 5 aprile 2022 – Plasmaterapia, De Donno aveva ragione. Studio USA conferma che la terapia funziona
  • La luce di Maria: 8 giugno 2022- De Donno | Dopo la Russia anche gli Usa confermano: “Aveva ragione”

E ci siamo limitati a quelli che riportavano tag simili; basta cercare De Donno aveva ragione per trovare centinaia e centinaia di link social.

Dove porterà questa sistematica diffusione di notizie false? Come si potrà mai fare pulizia in rete dei tanti contenuti disinformativi se i principali attori in gioco se ne infischiano?

Non credo di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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L’articolo De Donno e lo studio americano (ancora…) proviene da Butac – Bufale Un Tanto Al Chilo.

veronulla