Attacco ad hominem: cos’è e a cosa serve

*A inizio anno avevamo dedicato un articolo a descrivere svariate fallacie argomentative e logiche; oggi, grazie a una segnalazione, cogliamo l’occasione per approfondirne una, l’argomento o attacco ad hominem.

La segnalazione che ci è arrivata mostrava questo screenshot:

Nello screenshot abbiamo un post di Chance Giardiniere (un anonimo vigliacco che da anni ha fatto della diffamazione sui social il suo cavallo di battaglia) condiviso da Barbara Balanzoni, il testo: “Coincidenza”. Paolo Cavagnaro direttore della ASL 5 Liguria che ha denunciato Dr. @BalanzoniB1974 per critiche all’obbligo della Lorenzin, sembra essere presidente di un Rotary come il padre del GIOIELLERE (sic) Coltelli di BUTAC, che ha promosso la creazione della legge Lorenzin. 😉

Piccolo intermezzo comico

Il giardiniere nel suo post scrive gioiellere, sarà una parola troppo difficile da scrivere o sarà imparentato con Corinna?

Cos’è l’ad hominem?

Il termine viene dal latino e significa “contro l’uomo”. Si tratta di un attacco alla persona, invece che alle idee o ai fatti. In pratica chi lo sfrutta non confuta quanto viene detto ma cerca di screditare la persona che lo ha detto. Non importa se l’argomento è valido o meno, chi ne fa ricorso cerca di spostare l’attenzione sulla persona, sulle sue caratteristiche, sui suoi presunti legami, invece che limitarsi ai fatti.

Le più comuni forme di attacco ad hominem sono:

  • Insulto diretto: liquidare l’interlocutore come “ignorante”, “venduto”, “pazzo”.
  • Colpa per associazione: “Sei nello stesso gruppo di X, quindi sei corrotto come lui”.
  • Sospetto insinuato: “Guarda caso conosci Y, quindi non sei credibile”.
  • Tu quoque (“anche tu”): “Non puoi criticare il fumo, perché fumi anche tu”.

Nel caso specifico si sfrutta l’attacco per associazione: il medico citato presiede un club che anche mio padre ha presieduto più di venti anni fa, quindi dovrebbe essere automaticamente in malafede o chissà che altro (che non viene specificato, perché non è importante ai fini di questa narrazione).

Si tratta di una fallacia logica…

…perché la verità o falsità di un argomento non dipende mai da chi lo pronuncia. L’attacco personale non aggiunge prove, non rafforza un ragionamento, non smonta una tesi. Serve solo a screditare l’avversario, senza fare lo sforzo di trovare una motivazione valida per farlo.

Nell’esempio qui sopra si sta cercando di screditare un medico di Chiavari che ha presentato una denuncia contro Barbara Balanzoni omettendo qualsivoglia considerazione sulla denuncia stessa, ma attaccandolo in quanto presidente di un Rotary Club.

Perché ha così successo?

L’attacco ad hominem in certe cerchie riscuote grande successo, e viene sfruttato moltissimo. I motivi sono semplici:

  • È veloce: insultare l’avversario è molto più facile che argomentare.
  • È emotivo: e sappiamo bene come per certuni sia importante parlare alle pance dei propri follower più che alle teste.
  • È tribale: rafforza il senso di appartenenza al gruppo, creando un nemico comune da combattere.

Chi lo sfrutta è carente di argomenti per attaccare l’avversario, e/o gli manca la capacità argomentativa per sostenere una discussione, e allora la butta in caciara. Lo vediamo in TV, lo vediamo in Parlamento, lo vediamo sui social. Il rischio di cascarci è alto, perché può succedere a chiunque quando si sente attaccato e vuole ribattere in fretta.

Ogni volta che, rileggendo un mio testo, vedo che sto rischiando di caderci anche io, mi faccio una semplice domanda: se fosse vero cambierebbe qualcosa nel merito? Se la risposta è no, allora significa che sto ricorrendo all’argomento ad hominem, e magari è il caso di rivedere la mia linea di difesa (o attacco).

Concludendo

L’argomento ad hominem serve a chi non ha solidi argomenti da portare, e non ci sorprende pertanto vederlo usare da Balanzoni e Chance Giardiniere: entrambi non si sono mai distinti per capacità argomentative. Chi ne fa ricorso non vuole discutere, ma solo attaccare ciecamente.

Chi, in questo caso, potrebbe denunciare sarebbe la Rotary Foundation, ma conoscendo come funzionano le cose non credo nessuno farà nulla. Noi con certezza no.

maicolengel at butac punto it

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