La manipolazione delle elezioni in Germania

Vi abbiamo già parlato dell’Operazione Overload, argomento che le testate italiane hanno preferito ignorare, forse per evitare di dover ammettere di esserci cascate a loro volta. Oggi torniamo a parlare di disinformazione politica, ma questa volta con un altro protagonista: John Mark Dougan, ex sceriffo della Florida, che da anni manipola i fatti per il proprio tornaconto. Dopo aver operato negli Stati Uniti, ora ha esteso il suo raggio d’azione fino alle elezioni europee.

L’inizio: un sito “per whistleblower” che era solo una macchina del fango

Ma partiamo dall’inizio. Quando Dougan era ancora un ufficiale di polizia – e prima di diventare un caso internazionale – decide di lanciare un sito che sostiene essere una piattaforma per whistleblower all’interno delle forze dell’ordine. L’idea, sulla carta, è quella di offrire agli agenti una piattaforma anonima per denunciare abusi e soprusi all’interno dell’ufficio dello sceriffo della contea di Palm Beach, dove lui stesso aveva presrato servizio fino a poco prima.

Peccato che la realtà fosse ben diversa.

Più che una piattaforma di denuncia, il sito per Dougan diventa un’arma, un modo per diffondere accuse anonime e del tutto infondate contro i suoi ex superiori. E quando diciamo infondate, intendiamo roba pesante: il sito, ad esempio, accusava il suo ex superiore, Michael Gauger, vice capo della polizia della contea di Palm Beach, di essere coinvolto in casi di corruzione e persino di abusi sessuali contro il proprio figlio, il tutto senza uno straccio di prova.

Le indagini dimostreranno che molte delle denunce anonime pubblicate sul sito erano scritte dallo stesso Dougan sotto pseudonimi, in modo da alimentare il caos e far credere che le critiche arrivassero da più fonti. Alcuni post includevano informazioni personali sulle famiglie dei funzionari di polizia, esponendole a minacce e intimidazioni. Non mancavano neanche foto e video manipolati per screditare gli ufficiali presi di mira.

Siamo tra il 2010 e il 2012, e Dougan è già un pioniere della disinformazione online, anni prima che il fenomeno esplodesse su scala globale.

La fuga in Russia e il salto di qualità nella propaganda

Facciamo un salto in avanti.

Le pressioni legali contro Dougan, seppur senza condanne vere e proprie, sono sempre più pesanti, e lui inaspettatamente gioca la carta dell’asilo politico. Nel 2017, infatti, Dougan si rifugia in Russia dopo che la sua richiesta di asilo è stata accettata.

Da lì, diventa una figura chiave nella propaganda pro-Cremlino, mettendo in piedi una rete di oltre 160 siti web che si spacciano per testate locali negli USA e in Europa, ma che in realtà diffondono disinformazione su larga scala. Siti che, con modalità simili, negli ultimi dodici anni abbiamo visto nascere anche in Italia.

Il sostegno all’Operazione speciale

Nel 2022, Dougan passa al livello successivo: realizza un falso documentario per sostenere la teoria (mai provata) dei laboratori di armi biologiche gestiti dagli Stati Uniti in Ucraina. Un pezzo di disinformazione che viene ripreso dai media russi e diventa uno dei pretesti per l’invasione dell’Ucraina del 2022.

I legami con il GRU e le ingerenze nelle elezioni americane ed europee

Secondo documenti ottenuti dai servizi di intelligence europei, Dougan avrebbe ricevuto finanziamenti dal GRU, il servizio segreto militare russo. L’obiettivo? Creare siti di notizie false e contenuti divisivi, con un focus particolare sulle elezioni americane ed europee. Tra i suoi bersagli ci sarebbe anche la vicepresidente USA Kamala Harris, vittima di campagne di disinformazione orchestrate proprio dalla rete di Dougan.

Da ex poliziotto con velleità da “giustiziere” a manovratore di disinformazione al soldo del Cremlino: la parabola di John Mark Dougan è l’ennesima prova di quanto la guerra dell’informazione sia diventata un campo di battaglia strategico. Che oggi riguarda anche le elezioni europee.

Dagli USA alla Germania: la nuova frontiera della disinformazione di Dougan

Il 23 gennaio 2025 Correctiv, testata tedesca che si occupa di fact-checking, ha pubblicato un lungo articolo su Dougan, articolo si rilevava quanto l’ex ufficiale di polizia e marine sia attivo in Germania. Spiegano su Correctiv di aver trovato prove dell’esistenza dell’operazione Storm-1516, nata per manipolare le elezioni nel loro Paese. Sono almeno tre mesi che l’operazione va avanti – ma noi di BUTAC, proprio grazie a quanto notato durante l’Operazione Overload, possiamo assicurarvi che in realtà la manipolazione del fatti va avanti da ben di più. Riporta Correctiv:

L’Ufficio federale tedesco per la protezione della Costituzione ha messo in guardia a novembre sui possibili tentativi da parte di stati stranieri di influenzare le elezioni generali del 2025. A quel tempo, i preparativi a Mosca per tale interferenza sembravano essere ben avviati. Il reportage di CORRECTIV mostra che dopo il crollo del governo di coalizione tedesco e l’annuncio di elezioni anticipate, la campagna di disinformazione ha rapidamente spostato la sua attenzione sulla Germania.

Collaborando con Newsguard e il progetto investigativo Gnida, CORRECTIV ha scoperto la rete di oltre 100 siti web in lingua tedesca. Molti di questi non sono ancora stati utilizzati per diffondere fake news, ma sembrano essere stati creati in anticipo, in attesa di attivazione. Una volta attivate, le fake news pubblicate sui siti vengono diffuse da influencer filo-russi in Germania. Secondo gli esperti, questo rende “Storm-1516” più efficace nel raggiungere il pubblico rispetto ad altre campagne di disinformazione, come l’attuale campagna russa “Doppelganger”.

E ancora:

Dal 19 novembre 2024, le persone dietro l’operazione russa hanno creato almeno 99 domini aggiuntivi in ​​tre ondate di attività. Insieme al progetto Gnida, CORRECTIV ha identificato i siti Web in base a diverse caratteristiche tecniche. Hanno nomi come “Scheinwerfer” (Riflettori), “Widerhall” (Echo), “Wochenüberblick aus Berlin” (Panoramica settimanale da Berlino) o “Unabhängiger Nachrichtendienst” (Servizio di informazione indipendente).

Le considerazioni del fact-checker

Sappiamo bene che ci sono studi che dicono che la disinformazione non sia stata finora capace di influenzare le elezioni nei Paesi in cui è stata sistematicamente portata avanti, ma ne esistono anche che dicono che sia un pericolo reale. Noi non siamo scienziati, ma semplici fact-checker, e ci limitiamo a verificare le notizie. Ma il fatto che chi ha interessi a manipolare i fatti continui imperterrito a creare siti che diffondano disinformazione, credibile o meno, ci lascia nella convinzione che abbiano una qualche utilità e che quindi possano realmente contribuire alla manipolazione delle intenzioni di voto. Un po’ come quando ci chiedete “ma chi ci casca” in certe truffe ripetute: non sappiamo darvi un profilo preciso della vittima che ci casca, ma il fatto che certi tipi di truffe continuino a girare uguali a se stesse da oltre quindici anni significa che per chi le porta avanti c’è una convenienza, e lo stesso purtroppo riteniamo succeda con queste campagne di disinformazione.

Per scrivere questo articolo ci siamo avvalsi delle seguenti fonti:

maicolengel at butac punto it

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L’articolo La manipolazione delle elezioni in Germania proviene da Butac – Bufale Un Tanto Al Chilo.

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