Una Strana Pandemia alimentata dalla paura
di Daniele Vannini
Da persona qualsiasi, ma pensante, non da esperto,vorrei azzardare qualche riflessione sull’attuale epidemia, il più possibile basata sui fatti e il più possibile oggettiva.
Qualche anno fa, c’era un papa che diceva: non abbiate paura! Ora, non che io coi papi ci traffichi gran che, ma in questo caso gli darei ragione. Da un punto di vista individuale (lo stato certo deve ragionare in modo diverso), non mi pare che dovremmo aver più paura del covid piuttosto che di numerose altre malattie con le quali conviviamo da sempre.
Infatti, per quanto la nostra società faccia il possibile per nasconderlo, la gente muore di continuo. In un paese come l’Italia, ci sono 625/650 mila morti l’anno (sono andato a controllare), per le più svariate malattie. Muoiono 500 persone al giorno per cancro, 650 per malattie circolatorie: ne ammazza più l’hamburger della spada. E questo ogni anno, non solo questo disgraziato 2020. Per cui, fatevi un po’ i conti, ci sono molte più probabilità di morire per queste malattie piuttosto che per il virus coronato.
Eppure non è che normalmente ci chiudiamo tutti in cantina per questo. Sono anche stufo di sentirmi minacciare di arresti domiciliari perché sono andato al mare in estate. Di certo, al punto in cui siamo (ed eravamo allora), un virus così diffuso, non può essere isolato ed eliminato. Ci dicono quindi che il distanziamento fisico (non sociale), tra le persone è necessario non per eliminarlo, ma per rallentarne la diffusione. Serve, insomma, solo a far si che non ci siano troppi malati nello stesso tempo perché il sistema sanitario non è in grado di curarli tutti. Evidentemente, meno malati il sistema è in grado di curare, più questa manovra si rende necessaria.
Nel nostro caso, il sistema non era in grado neppure di affrontare l’ordinaria amministrazione, come chiunque abbia avuto modo di frequentare un pronto soccorso o di telefonare ad un CUP nel 2019 senza la raccomandazione di un dottore importante si sarà reso conto. In realtà bastava un soffio per sopraffarlo, figuriamoci un’epidemia. Questo soprattutto perché negli ultimi 30 anni il numero degli ospedali, dei medici, degli infermieri, dei posti letto è stato ripetutamente e drasticamente ridotto da praticamente tutti i governi che si sono succeduti. A motivazione del ridimensionamento, quando ammettevano che di ridimensionamento si trattava e non di “ottimizzazione” , portavano un risparmio di denaro necessario a diminuire il debito pubblico.
Che però, vedi un po’, negli stessi anni, è invece costantemente aumentato. In realtà sospetto che la vera motivazione fosse piuttosto abietta: si trattava di aprire tutto un mercato ai privati in ossequio all’ideologia unica che chiamano legge di mercato. Privati che, immagino, sapevano essere generosi con gli amici. Per convincersene, basta leggere l’osceno nome che hanno dato agli ospedali: aziende sanitarie, che da solo grida vendetta al cielo.
Sfortunatamente le misure necessarie al distanziamento fisico tra le persone, tanto più necessario, quanto meno efficiente è il servizio sanitario, non sono a costo zero, ma sono anzi costosissime, sia in termini economici, sia in termini di democrazia e qualità della vita. Se vogliamo trovare una colpa nel disastro in atto (e quindi di decine di migliaia di vittime, stando alle cifre ufficiali), non mi pare quindi che sia da ricercare fra chi è andato al mare in estate o ha frequentato discoteche, come i media continuamente suggeriscono, ma, almeno in massima misura, fra chi ha contribuito a sottodimensionare il sistema sanitario. Cioè principalmente i due partiti principali che animavano i “poli” che si autodefinivano di “centro sinistra” e di “centro destra”.
Sfortunatamente molti di questi medesimi “ottimizzatori” sono ancora al governo e a dire il vero anche all’opposizione e mica hanno riconosciuto l’errore, mica hanno ritrattato: senza memoria, o più probabilmente senza faccia, preferiscono accusare i giovani che si assembrano e i pensionati che passeggiano.
Una volta si diceva che le autorità tendono a mitigare le cattive notizie per “non diffondere il panico”. Oggi pare accadere tutto il contrario: la televisione urla terrore 24 ore al giorno a reti unificate. E’ un effetto voluto per indurre alla massima prudenza, o semplicemente i giornalisti continuano il gioco che fanno da sempre di ingigantire il topolino per fare notizia? Probabilmente la prima ragione è prevalente.
Sono sempre un poco diffidente sulle ipotesi di regie occulte, penso che non ce ne sia gran bisogno: chi va in televisione sa già cosa ci si aspetta da lui, cosa è opportuno dire e cosa no, come del resto lo sappiamo anche noi: si sente nell’aria (per esempio ciò che sto scrivendo adesso non è opportuno). Certo, qualcuno un pò sciocco ogni tanto si sbaglia, ma le conseguenze non tardano. Qualche giorno fa, una notizia in particolare mi ha colpito tra quelle poche vere notizie trasmesse dai telegiornali, ed è stata una notizia quasi nascosta, che è passata decisamente in sordina almeno rispetto alle interviste agli infermieri, ai parenti delle vittime ed agli eroici esperti, questa: “la corte europea di giustizia condanna l’Italia per il superamento delle soglie di particolato nell’aria su gran parte delle zone più abitate.
Si stima che tale inquinamento abbia causato un eccesso di mortalità di circa 66.000 unità nel 2019.” Probabilmente qualcosa mi sfugge, ma se si ritiene di fermare il paese per il covid, perché non per il particolato che colpisce in maniera altrettanto importante e per di più ogni anno? Tanto più che non era neppure necessaria una chiusura generalizzata, sarebbe bastato fermare il traffico, chiudere i riscaldamenti, scoraggiare (finalmente!), il trasporto su gomma: difficile, ma più facile che fermare tutto il paese. Con tutta probabilità, la risposta è che il numero dei morti non ha importanza, l’unica cosa che importa è che non si ammalino tutti insieme, perché se lo fanno mettono in evidenza il clamoroso fallimento del sistema sanitario, completamente inadeguato agli anni 20 del 2000, e ridotto all’impotenza, come si è già detto sopra, da 30 anni di politiche liberiste e globaliste.
Non si tratta quindi di fare meno morti, come fraudolentemente suggeriscono i servizi strappalacrime dei telegiornali, ma di diluirli nel tempo in modo che non si notino. In realtà non so neppure quanto abbia influito la chiusura e quanto il meteo nella remissione estiva dell’epidemia, ma di sicuro le chiusure innescano una crisi economica che durerà nel tempo e procurerà vittime probabilmente in numero superiore all’epidemia in sé, ma queste vittime non contano perché non si vedranno in maniera clamorosa come accadrebbe se si fosse costretti adesso ad aprire ora su vasta scala lazzaretti senza possibilità di cura per mancanza di personale qualificato.
Credo che alla fine sia questo il calcolo dei governi che si trovano quasi tutti più o meno sulla stessa posizione. Chi più, chi meno, appunto. Infatti, la dove il sistema sanitario rimane più efficiente, le chiusure sono meno gravi che nei paesi dove è più devastato, e di conseguenza meno grave sarà la crisi ventura. Il peggio è che molti di quelli che predicano e che gestiscono l’attuale disastro, sono gli stessi che l’hanno provocato, e sicuramente anche dopo continueranno sulla stessa strada. Sarà tutta qui la spiegazione della straordinaria uniformità delle misure prese, almeno nei paesi occidentali, e l’incredibile noncuranza verso i loro effetti disastrosi a breve e medio termine? Forse si vuole anche profittare dell’emergenza attuale e di quelle che probabilmente seguiranno, per imporre nuove e più strette regole di sorveglianza e per cambiare radicalmente l’assetto sociale? Non lo so. Cero è che i veri detentori del potere, sono sempre meno i governi nazionali, che, come vedete, non possono neppure più stampare moneta, figuriamoci dirigere l’economia, e sempre più gli organismi oscuri, poco visibili, e che per proprio per questo non devono rispondere a nessuno.
Se è così, rimedi francamente non ne vedo. Ho notato, comunque, che per evitare di essere ingannati e di stare dallo loro parte, uno dei criteri più semplici è avversare tutto quello che i media main stream vi suggeriscono di favorire, e favorire tutto ciò che vi suggeriscono di avversare. Sarà roba empirica, ma ci indovinate il 90% della volte. Non si può pretendere di più nemmeno riflettendoci sopra.