Cannabis, diretta dal digiuno con Cannabiservice

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[Riceviamo e volentieri pubblichiamo] L’ONU RICONOSCE IL VALORE TERAPEUTICO DELLA CANNABIS, MA ERA GIÀ AMPIAMENTE DIMOSTRATO DALLA SCIENZA: È ORA DI UN VERO PROGRESSO SOCIALE

Lunedì 7 Dicembre 2020 Cannabiservice, con la collaborazione di 420news, trasmetterà due ore in diretta su Youtube, facebook e instagram dalle 16,00 alle 18,00: un’edizione speciale per informare il pubblico dando voce a chi questa pianta l’ha resa oggetto della propria vita quotidiana, del proprio lavoro e della propria cultura personale. Professionisti, attivisti e Walter Di Benedetto, emblema di tutti i pazienti cannabici, alcuni rappresentanti di MeglioLegale, IoColtivo, FuoriLuogo, The Hemp Club Milano, Freeweed e sono stati invitati alcuni Parlamentari.

Rivendichiamo il diritto alla cura e ne sottolineiamo le ragioni scientifiche e storiche.

“La mia cura naturale, non può essere illegale!”

Cannabiservice supporta il digiuno per la cannabis terapeutica indetto da FuoriLuogo dopo l’invio di una lettera aperta al Ministro della Salute Roberto Speranza riguardo le allarmanti direttive del suo Ministero sulla cannabis terapeutica. A oggi più di 300 persone hanno aderito al digiuno oltre a numerose associazioni che, per dare ulteriore visibilità all’iniziativa, hanno organizzato delle “dirette instagram dal digiuno”, raccogliendo le motivazioni di ciascun partecipante nella petizione online. (https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/digiuna-anche-tu-per-la-cannabis/).

Diritto alla cura:

Il cittadino italiano ha alcuni diritti fondamentali tra cui quello alle cure mediche, tutelato dal SSN a responsabilità regionale. Articolo 32 della Costituzione: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.

Le patologie fisiche sono quelle più gravi e invalidanti. Le persone che hanno patologie imputabili a uno squilibrio del meccanismo neurochimico del proprio corpo, ossia che presentano uno squilibrio del loro sistema endocannabinoide, possono stabilizzare questo meccanismo e notevolmente ridurre i sintomi e impedire l’insorgere di alcune patologie e danni, grazie all’utilizzo di Cannabis. Poi ci sono le patologia sociali e psicologiche: spesso conseguenza di una società sempre più veloce e dai rapporti sociali difficili, che manca dei tempi e dell’accoglienza necessaria all’essere umano. Fenomeni che il Covid ha accentuato ulteriormente. Il disagio sociale e psicologico sfocia in ansia, insonnia, depressione e può arrivare a somatizzarsi con la psoriasi e altre malattie fisiche.

CannabiService è un gruppo di attivisti e pazienti contrari al sempre più “facile” uso di psicofarmaci per la cura delle patologie sociali. Il proibizionismo ha nascosto per decenni una cura naturale che può sostituire molti psicofarmaci: la cannabis. In Italia l’emergenza Covid ha portato a un incremento dei consumi delle benzodiazepine con un tasso di crescita di oltre il 4% registrato nei primi sei mesi del 2020. Ogni giorno in Italia ogni 1000 abitanti vengono consumate 50 dosi di benzodiazepine e 40 dosi di antidepressivi(link fonte). Uno studio dello scorso ottobre pubblicato sul Journal of Health Economics correla l’ingresso della c.d. cannabis light a una diminuzione nella vendite di ansiolitici (-11,5%), sedativi ( -10%) e antipsicotici (-4,8%)

Diritto all’autoproduzione:

Che la cannabis sia terapeutica è di dominio pubblico, avvalorato – seppur in ritardo rispetto alla scienza – dalla recente votazione dell’ONU del 2 Dicembre scorso che la bandisce dalla tabella delle sostanze più nocive per l’organismo umano. In Italia numerose sentenze si sono espresse a favore dell’autoproduzione per uso personale, noi sosteniamo l’idea di cannabis terapeutica come diritto inalienabile e non come una medicina ad esclusivo appannaggio delle industrie farmaceutiche, vista non più come una sostanza a rischio di abuso, oggi è da considerare  già lecita, secondo la scienza e la giurisprudenza, nei limiti della produzione domestica, per questi motivi è necessario oggi normarla e tutelare i pazienti autocoltivatori attraverso apposite leggi. Purtroppo mentre persino in Messico qualche giorno fa sia stato approvato un disegno di legge che passerà alla camera per la depenalizzazione di uso personale, possesso e autoproduzione, mentre in inghilterra si decide di smettere di perseguire il possesso giustificato e la coltivaizone domestica attraverso un procedimento di autorizzazione,  in Italia siamo in stallo dal 2007. E questo nonostante le numerose proposte da parte di singoli parlamentari. Come ci ricorda anche la Cassazione nelle sue sentenze, è necessario un aggiornamento normativo da parte del legislatore in tempi brevi che modifichi la legge nr. 309/90.

Diritto alla continuità terapeutica:

La difficoltà di interazione tra farmacie galeniche, medici prescrittori e assistenza informativa, ha portato dal 2007 a oggi a una sostanziale assenza di PDTA (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) e ha reso necessaria la nascita di varie realtà a cavallo tra medici e pazienti, spesso in forma associativa e auto-organizzata che tentano di compensare le lacune del SSN aiutando le persone con prescrizione medica. Anche alla luce della recente votazione alle Nazioni Unite, speriamo che Ministro della Salute riveda la circolare Chiarimenti sulla Monografia Cannabis extractus normatum del 23/09/2020 dove si aggiungono ancora più ostacoli a quelli che la continuità terapeutica dei pazienti di cannabis già sopporta. E’ paradossale il divieto di spedire le preparazioni che già in Italia scarseggiano tra le varie regioni. E di vietarle in un momento così particolare aggravato dal Covid19 e dalle conseguenti misure di sicurezza. Reti come il Cannabiservice, costituite da pazienti e supportate da medici, farmacie e attivisti, sono nate con l’intento di aiutare le persone ad avere accesso a una terapia che spesso presenta meno effetti collaterali di altre sostanze. L’accesso a una pianta che è anche farmaco riconosciuto da anni, ma a cui non viene dato il giusto rispetto, non tutelando di conseguenza chi ne fa uso.

Una risorsa economica: risparmio pubblico, posti di lavoro e quote di mercato tolte alle mafie

L’Italia nel 2007 è stata pioniere in Europa con la legge sulla cannabis terapeutica. Ci stupisce che ancora non si sia capito quanto valore possa potenzialmente avere la cannabis in termini di risparmio per il SSN e quindi di risparmio in spesa pubblica. Nel caso in cui ne venisse normalizzato l’uso e permessa la coltivazione anche a soggetti privati, le importazioni dall’estero si ridurrebbero drasticamente. Se gli stessi pazienti potessero coltivare la propria cannabis, un tipo adatto proprio e specificatamente a loro, e se venissero introdotte agevolazioni e finanziamenti per le piccole e medie imprese del nascente (e mazziato) settore della canapa per riqualificarsi e poter produrre e vendere cannabis terapeutica, lo Stato ne gioverebbe notevolmente in termini non solo di risparmio per SSN, forze dell’ordine e sistema giudiziario,  ma guadagnerebbe anche posti di lavoro e gettito fiscale.

E la politica?

Ringraziamo i parlamentari, i senatori che hanno fatto tentativi con vari emendamenti ai disegni di legge in corso di discussione, ma ci teniamo a ricordare anche che ci sono interi disegni di legge popolare depositati in parlamento: Legalizziamo e il Manifesto Collettivo per la Cannabis Libera. Proposte mai calendarizzate e quindi non ancora discusse. Speriamo che questo governo così progressista possa prenderle in considerazione prima che finisca il suo tempo.

Auspichiamo la creazione di un ente a sé, composto da scienziati ed esperti, per la gestione e il controllo delle filiere di una pianta così complessa dalle molte qualità e dagli infiniti usi. Una regolarizzazione garantirebbe a consumatori e commercianti la salubrità dei prodotti, mentre a produttori e operatori del settore garantirebbe filiere più sicure e meno incerte.

Mentre in molte parti del mondo si stanno facendo passi avanti, in Italia arrestiamo il guru della cannabis Franco Casalone e il paziente disobbediente Walter Di Benedetto.

Vi aspettiamo lunedì 7 dicembre 2020 su Youtube canale Zakalicious che ricondiviso su Facebook Cannabiservice e Instagram, alle 16 puntata settimanale del 420news, a seguire ore 16,30 edizione speciale interviste in diretta insieme a: Tork – FattiSegreti, Zakalicious, Marta Lispi – Cannabiservice, Raffello D’Ambrosio – THC The Hemp Club, Leonardo Fiorentini – direttore di Fuoriluogo, Marco Perduca – Associazione Luca Coscioni, Federica Valcauda – MeglioLegale e segretaria ass. Enzo Tortora Radicali Milano, avv. Giulia Crivellini – IoColtivo, Walter De Benedetto, On. Sodano – Movimento5Stelle, Dr. Battaglia – ass. Cannabiservice, Dr.ssa Lombardi – farmacia Caputo, Alessandro Raudino – Cannabis Cura Sicilia Social Club

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