Abuso di farmaci, quando i migranti sono sedati e abbandonati

Da farmaco benevolo a droga distruttrice: una narrazione semplificatoria ma consolidata che da qualche tempo riguarda anche Rivotril e Lyrica, i due farmaci più venduti in strada, soprattutto tra migranti africani. Molecole di origine farmaceutica di facile accesso anche al di fuori dei circuiti legali, che si aggiungono ad altre più diffuse tra gli italiani, come gli oppioidi per la terapia sostitutiva (metadone e buprenorfina), le benzodiazepine (Xanax e Tavor) o gli oppioidi semisintetici come il Depalgos, un combinazione tra ossicodone e paracetamolo. 

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In Italia l’uso di Lyrica e Rivotril si è diffuso soprattutto tra persone che soffrono vari gradi di marginalizzazione e hanno esperienze di detenzione penale o amministrativa. Li assume lo spacciatore di cocaina che vende le buste girando in monopattino, la persona senza documenti che lavora in nero e vive in un alloggio di fortuna, l’ex minorenne non accompagnato, il fumatore di crack. “Osserviamo una predilezione da parte delle popolazioni nordafricane per questi due farmaci, conosciuti già nei paesi d’origine o spesso anche durante la migrazione, che vengono ricercati poi anche in Italia”, afferma Maria Teresa Ninni, educatrice a Torino e tra le prime in Italia a parlare di riduzione del danno.

Una volta fuori dalle strutture le persone non hanno più avuto accesso al farmaco e molte hanno virato verso il mercato nero, lontane dall’orbita dei servizi

Anche il settore sanitario italiano ha delle responsabilità: carceri, Ser.d (Servizio per le dipendenze patologiche), comunità terapeutiche e Cpr (Centri di permanenza per il rimpatrio) hanno somministrato Rivotril e Lyrica come sostanze prive di rischi, con un’iniziale sottovalutazione delle conseguenze. Una volta fuori dalle strutture le persone non hanno più avuto accesso al farmaco e molte hanno virato verso il mercato nero, lontane dall’orbita dei servizi.

Meglio prevenire l’abuso di farmaci prima dell’autopsia

Effetti e motivi per cui si usano Lyrica e Rivotril

Il Lyrica, nome commerciale del pregabalin, è al 38esimo posto tra i farmaci più venduti in Italia nel 2023 (Big Data Factory). Non è una benzodiazepina e fa parte dei gabapentinoidi: viene indicato per il trattamento del dolore neuropatico acuto e cronico nonché di alcune forme di epilessia. Viene prescritto off label (ovvero per un utilizzo difforme da quanto previsto dalla scheda tecnica del prodotto, ndr) per disturbo d’ansia generalizzata e come tonificante dell’umore. 

A usare Lyrica in modo problematico sono sempre di più i giovani da poco arrivati in Italia e costretti a vivere di espedienti

A usare Lyrica in modo problematico sono sempre di più i giovani da poco arrivati in Italia e costretti a vivere di espedienti. Per alcuni, il passaggio dall’uso ricreativo all’abuso è avvenuto durante la migrazione. Grazie al Lyrica ci si sente euforici, forti, non si percepiscono fatica e dolore; in quei contesti viene usata prevalentemente per l’automedicazione in situazioni di sofferenza psicologica e psichica. È una sostanza strettamente legata al policonsumo, usata solitamente con cannabinoidi, benzodiazepine e alcol. Viene spesso usata da chi fuma crack e ha bisogno di ammortizzatori chimici per gestire craving (desiderio fortissimo di assumere una sostanza, ndr), down, stati di ansia e depressione. 

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“Ormai mi fa solo stare tranquillo, non mi sento triste, non mi pesa questa vita, ma non è più come all’inizio, ne prendo almeno 1200 (milligrammi, ndr), sennò sto male” dice A., 22 anni, di origine marocchina

L’effetto sale lentamente, dopo circa un’ora e mezza, e cambia radicalmente in base alla quantità assunta e alla tolleranza: attivante, euforizzante e dissociativo a basse quantità, marcatamente sedativo con l’aumentare del dosaggio. Le prime assunzioni sono associate a sensazioni molto intense e a un netto effetto entactogeno, che aumenta la connessione emotiva con il prossimo e il tono dell’umore. Alcuni lo paragonano al Ghb, per la capacità di attivare e aumentare socialità e disinibizione. Ad alte quantità prevale invece un quadro di alterazione più caotico caratterizzato da difficoltà motorie, tremori e agitazione. Assuefazione e tolleranza aumentano molto in fretta con l’uso quotidiano, motivo per cui si tende a cercare euforia o calma assumendo quantità sempre maggiori.

In strada un blister da 14 capsule da 300 mg, dosaggio massimo di Lyrica, costa dieci euro facilmente trattabili al ribasso

“Ormai mi fa solo stare tranquillo, non mi sento triste, non mi pesa questa vita, ma non è più come all’inizio, ne prendo almeno 1200 (milligrammi, ndr), sennò sto male – riferisce A., 22 anni, di origine marocchina –. Fa stare bene [il Lyrica] e non fai le cose sbagliate che fai con il Rivotril, sei tranquillo, non arrabbiato e stressato”. La mancata assunzione può comportare effetto rimbalzo e sindrome astinenziale, una condizione caratterizzata dal riemergere del disagio psicologico e da sintomi importanti quali crisi convulsive, insonnia, panico, agitazione psicomotoria. I casi di overdose sono aumentati in tutto il mondo e spesso sono connessi a modelli di policonsumo pericolosi. In strada un blister da 14 capsule da 300 mg, dosaggio massimo, costa dieci euro facilmente trattabili al ribasso. La quantità massima assumibile in modo sicuro è di 600 mg al giorno. 

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Benzodiazepine, amiche per la vita

La presenza per le strade di molecole di natura farmaceutica non è né un fenomeno nuovo né connesso solo a persone di origine straniera. L’uso di benzodiazepine si è diffuso tra le classi medie americane dalla metà degli anni Sessanta quando, grazie al successo del Valium, questa classe di sostanze ha sostituito gli invadenti barbiturici per far fronte a insonnia e stati ansiosi. Si tratta di molecole che hanno modificato il nostro approccio rispetto a disturbi invalidanti, che compromettono la quotidianità abbassando la qualità della vita. Tutt’ora svolgono un ruolo importante a livello terapeutico per una vasta gamma di sintomatologie. 

Si tratta di molecole con profili di pericolosità molto bassi rispetto al rischio di overdose e di arresto cardio-respiratorio, con un’alta tollerabilità e basso profilo di invadenza nella vita quotidiana

La dipendenza da benzodiazepine è un fenomeno comune e trasversale. La loro presenza in strada a scopo ricreazionale e di automedicazione è storicamente radicata, ma sono diffuse anche nei contesti della vita notturna per accompagnare la discesa degli eccitanti. Si tratta di molecole con profili di pericolosità molto bassi rispetto al rischio di overdose e di arresto cardio-respiratorio, con un’alta tollerabilità e basso profilo di invadenza nella vita quotidiana. L’assunzione di benzo è spesso necessaria. Dal punto di vista di dipendenza e astinenza però, si tratta di molecole che comportano quadri tra i più gravi a livello di severità e durata dei sintomi. Sono quantità, policonsumo, contesto e scopi d’uso a determinare l’insorgere di questi effetti.

In Italia il Rivotril è la benzodiazepina più venduta in strada, la 40esima sostanza farmaceutica più venduta nel Paese nel 2023. Si tratta di una molecola anticonvulsivante, considerata valida nelle terapie antiepilettiche e per le sue proprietà ansiolitiche. In strada è utilizzata all’interno di comunità di persone provenienti dal nord Africa ma anche da altre zone del Continente. A Torino il prezzo è di 50 centesimi per una pastiglia da 2 mg, il dosaggio più alto. Gli effetti ricercati generalmente nel Rivotril riguardano disinibizione, impulsività e senso di coraggio, poco calzante quindi la definizione iperbolica e chimicamente infondata, spesso usata dai media, di “eroina dei poveri”.

L’assunzione di Rivotril può scatenare blackout di giorni interi

“Fai un sacco di cazzate, a me e anche ad amici è capitato di risvegliarmi alle Vallette (carcere di Torino, ndr) senza capire cosa avevo fatto” dichiara H. 32 anni, anche lui di origini marocchine. L’assunzione di Rivotril può scatenare blackout di giorni interi.  Disinibizione e incidenza sulla memoria possono portare a dimenticare quanto assunto e quindi utilizzare grandi quantità di pillole. Alti dosaggi possono portare ad amnesia anterograda, una condizione che impedisce di immagazzinare ricordi da un dato momento in avanti, e provocare un’alterazione dello stato di coscienza spesso accompagnata da comportamenti violenti, quando associato ad alcol. Il Rivotril cancella paure e inibizioni, rende più facile non percepire i rischi e avere il coraggio di compiere atti pericolosi. 

Le responsabilità

Ricerche svolte in Francia, Portogallo, Belgio, Serbia hanno mostrato come in Europa sussista l’interconnessione tra abuso di pregabalin e comunità nordafricane con percorsi migratori complessi

Il settore sanitario italiano ha delle responsabilità nella diffusione su così ampia scala di Lyrica e Rivotril. Mentre per l’ultimo possiamo additare la generale tendenza alla sovraprescrizione di benzodiazepine in Italia, cui sono seguite un’improvvisa marcia indietro e una repressione che ha fatto fiorire il mercato nero e grigio della sostanza, il Lyrica è stato somministrato spesso senza informazioni sufficienti rispetto alla peculiarità delle sue conseguenze in soggetti socialmente fragili. Il dato rilevante sta però, anche in questo caso, nel numero delle prescrizioni, aumentate a dismisura in tutto il globo. Il Regno Unito è stato il primo paese dell’Europa geografica a registrare alti numeri relativi ad abuso e uso improprio di Lyrica tra le fasce più marginali della popolazione. Ricerche svolte in Francia, Portogallo, Belgio, Serbia hanno mostrato come in Europa sussista l’interconnessione tra abuso di pregabalin e comunità nordafricane con percorsi migratori complessi. 

L’abuso ha quindi natura psicosociale e nella stragrande maggioranza dei casi riguarda uomini che conoscevano o utilizzavano già la sostanza, ampiamente diffusa in nord Africa e Africa occidentale. Ma è emerso che la somministrazione, a volte indiscriminata, all’interno delle strutture, e la prescrizione eccessiva hanno favorito il dilagare del fenomeno. 

L’abuso ha quindi natura psicosociale e nella stragrande maggioranza dei casi riguarda uomini che conoscevano o utilizzavano già la sostanza, ampiamente diffusa in nord Africa e Africa occidentale

“C’è una responsabilità nella mancanza di informazione sul Lyrica, così come su altre sostanze – spiega Massimiliano Romeo, medico Ser.d a Torino –. Il Lyrica lo abbiamo prescritto off label come sostituto delle benzo e stabilizzatore dell’umore, ha un ottimo profilo. La nostra percezione è cambiata osservando cosa accadeva nei mercoledì dedicati agli stranieri privi di documenti”. I centri sanitari hanno iniziato a incontrare stranieri che chiedevano il farmaco in assenza di indicazione terapeutica, e li hanno indirizzati verso il Servizio per le dipendenze. “Sono arrivati in gran numero dichiarando una dipendenza da Lyrica, cosa che noi non possiamo provare e monitorare: non ci sono i test delle urine né budget per fare un esame quantitativo del capello”. Al momento l’indicazione è di non prescrivere più il farmaco e di sostituirlo con l’En, una benzodiazepina. “I Ser.d hanno affrontato in modo diverso il fenomeno, alcuni garantendo uno scalaggio, altri non fornendo più il farmaco”, continua Maria Teresa Ninni.

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Ricette false, mercato nero e soluzioni

Giada Bellone, titolare di una farmacia situata tra i quartieri Aurora e Barriera di Milano di Torino dove maggiormente si concentra la popolazione immigrata irregolare e a basso reddito, racconta: “Abbiamo registrato un aumento della richiesta di questi farmaci tramite l’uso di ricette false, accade ciclicamente”. Il fenomeno riguarda principalmente il Rivotril. “Arrivavano ricette dove il nome era riportato con una lettera sbagliata, l’indirizzo errato, dove la firma era palesemente non autentica, o è capitato che il nome fosse autentico ma l’indirizzo no”. La struttura del mercato nero è intricata, anche per la differenza di costi e modalità di prescrizione dei due prodotti: mentre il Rivotril costa meno di tre euro a confezione su ricetta bianca ripetibile, il Lyrica, in assenza di indicazione terapeutica, ha un costo elevato ed è prescrivibile unicamente su ricetta rossa o elettronica non ripetibile.

Non in tutte le città italiane il mercato illegale di Lyrica si è sviluppato nello stesso modo, e in alcune non è stato ancora mappato. L’uso ricreativo è presente all’interno di alcune nicchie, solitamente dotate delle conoscenze necessarie per limitare i rischi. L’acquisto online è invece ancora agli albori, ma rischia di diventare la norma come in altri paesi, dove grandi quantità di pregabalin sono spedite da India e Cina e immesse illegalmente nel mercato. 

“Abbiamo registrato un aumento della richiesta di questi farmaci tramite l’uso di ricette false, accade ciclicamente”Giada Bellone – Titolare di una farmacia tra i quartieri Aurora e Barriera di Milano a Torino

Rispetto alle possibili risposte i dati sono ancora acerbi, ma si sta delineando una conseguenza diretta delle politiche sulle sostanze e la persistenza del fenomeno dell’uso di queste sostanze in strada. In paesi con legislazioni tolleranti in materia di droghe, come Germania e Svizzera, si registra un netto e costante calo dei dati relativi all’uso improprio tra le persone in carico ai servizi per le dipendenze.

Se sottovalutazione dei rischi, mancata recettività rispetto alle dinamiche esterne ai servizi e repressione del consumo hanno svolto un ruolo determinante nella diffusione dell’abuso, ciò indica che bisognerebbe affrontare il fenomeno con soluzioni attente all’interpretazione dei motivi per cui una sostanza viene assunta, dove a un approccio farmacologico di mantenimento o sostituzione possa affiancarsi un lavoro sulle persone e sui contesti all’interno dei quali queste si muovono. Non fare allarmismo, ma conoscere davvero il trend in corso ed essere in grado di informare le persone rispetto a rischi e safer use della sostanza, con un approccio di riduzione del danno modellato su nuovi usi e nuove categorie di utilizzatori.

Da lavialibera n.27

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