Il maresciallo e le scie chimiche

Ci è stata segnalato un profilo TikTok nella sua interezza, ma una volta visto il nome è stato evidente che non avremmo dovuto sorprenderci più di tanto: @geoingegneria. Eh sì, parlo proprio delle solite scie chimiche, di cui su BUTAC ci siamo occupati una miriade di volte. Ne riparliamo perché il nome di chi gestisce la pagina pare essere quello di una nostra vecchia conoscenza: il Maresciallo dell’Aeronautica ora riservista Roberto Nuzzo, che avevamo già incontrato qualche tempo fa quando, su TeleColor, ci aveva parlato di zanzare tossiche, armi da guerra e manipolazione climatica.

Come ci è stato fatto notare, che un maresciallo dell’Areonautica vada in televisione a parlare di geoingegneria clandestina e scie chimiche ha un peso diverso che se lo fa un disoccupato che passa il tempo a guardare il cielo dal suo terrazzino.

I toni del maresciallo – se veramente è lui a gestire la pagina – non sono quelli che ci aspetteremmo da un serio accademico:

Scrive il maresciallo: “Per i cerebrolesi questi sarebbero scie di condensa” il linguaggio perfetto per un ospite televisivo.

Il canale si chiama appunto “Geoingegneria”, ma in realtà tratta anche di tutt’altro: vaccini, pandemia, geopolitica, complotti vari. Ma oggi vogliamo limitarci alle scie chimiche, perché è su quelle che chi ha lavorato nell’Aeronautica dovrebbe essere un esperto.

Sia chiaro, il maresciallo Nuzzo non è un caso isolato: di soggetti che si qualificano come marescialli o ex marescialli dell’Areonautica ne abbiamo visti altri in passato, sarà il fascino della divisa. E Nuzzo è già stato oggetto di smentite sul tema scie chimiche, ad esempio da parte dei colleghi di Open.

La geoingegneria non è un complotto

Come abbiamo già tentato di raccontare su queste pagine, occorre prima di tutto fare un serio distinguo tra geoingegneria e scie chimiche, perché non sono affatto la stessa cosa. La geoingegneria è un campo di ricerca scientifica reale, non un progetto segreto per “controllare il clima”. Esistono esperimenti (pochi e molto discussi) che studiano la possibilità di ridurre l’effetto serra riflettendo parte dei raggi solari o inseminando le nuvole (cloud seeding), ma si tratta di pratiche costose, limitate e con risultati tutt’altro che certi.

Le scie chimiche, invece, non hanno nulla a che fare con geoingegneria e cloud seeding: come abbiamo provato a spiegare a ripetizione, le scie che vediamo tracciate dagli aerei di linea sono semplicemente scie di condensa.

Ma i teorici del complotto amano confondere le acque usando il termine accademico legato alla ricerca e dando a intendere ai propri follower che siano la stessa cosa. Non è così. In decenni di discussioni, nessuno ha mai portato campioni di laboratorio, tracciati radar o documenti ufficiali che confermino l’esistenza di queste “irrorazioni clandestine”.

Le scie di condensa

Chi sostiene e condivide i complottismi sulla geoingegneria sostiene di essere in grado di distinguere senza sforzo tra scie chimiche e scie di condensa; il problema è che poi, quando bisogna portare prove di queste affermazioni, nessuno mostra realmente alcunché. Le scie di condensazione si formano quando i gas di scarico caldi degli aerei incontrano aria fredda e umida ad alta quota: il vapore acqueo condensa e si ghiaccia, formando piccole nuvole lineari. Le variabili di temperatura, pressione e umidità determinano se la scia scompare subito, resta visibile o si espande.

Tutto molto semplice…

Eh, ma ai miei tempi non c’erano

Questa è una delle classiche frasi che sentiamo ripetere spesso, ma è facilmente smontabile mostrando immagini di scie del passato; si notano addirittura anche in alcuni film western.

B-17 contrails painting the sky in the 1940s… Photo: USAF

Quello che è vero è che si notavano di meno, come mai? Beh, la risposta è più semplice di quanto crediate: il traffico aereo negli ultimi quarant’anni è aumentato a dismisura, si viaggia di più, ci sono più aeroporti, e ci sono più voli quotidiani che solcano i nostri cieli.

Concludendo

Purtroppo sappiamo bene che se credete alle scie chimiche a poco servono questo articolo e le altre decine di approfondimenti che negli anni sono stati fatti sul tema, da noi e da innumerevoli altri. Ma che si tratti di ex militari, influencer o semplici appassionati del cielo, il copione è sempre lo stesso: un video con tono grave, parole tecniche usate a caso, accuse alle istituzioni e nessuna prova concreta. Chi diffonde queste teorie complottistiche lo fa con un solo scopo attirare attenzione su di sé, convincere nicchie di persone a fidarsi e magari pagare per un libro, una conferenza, una serie di video.

maicolengel at butac punto it

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