La “medicina tradizionale cinese” nel Sistema sanitario toscano

Una lettrice ci ha segnalato un articolo che viene da un comunicato stampa dell’USL Toscana nord ovest. L’articolo non fa altro che riportare il comunicato stampa che trovate qui.
Dal titolo:
L’ospedale di Livorno introduce le medicine complementari in ostetricia: un approccio innovativo e personalizzato alla maternità
Comunicato stampa in cui leggiamo:
Anche all’Ospedale di Livorno ha [sic] avviato un progetto volto all’integrazione delle medicine complementari nel reparto di ostetricia, con l’obiettivo di offrire alle donne in gravidanza un percorso di cura ancor più naturale, personalizzato e rispettoso dei tempi fisiologici del parto.
Il progetto si fonda sull’applicazione di tecniche della medicina tradizionale cinese (MTC), tra cui la moxibustione, nota per i suoi benefici nella gestione del dolore e nel supporto al travaglio.
Italiano a parte, oggi ci concentreremo sulla pratica “nota per i benefici nella gestione del dolore”: la moxibustione. Perché la lettrice che ce l’ha segnalato ha qualche lieve dubbio sulla questione, e anche noi non siamo così convinti dell’efficacia della scelta fatta dall’ospedale di Livorno.
La moxibustione si pratica collocando un “sigaro” di artemisia essiccata acceso in corrispondenza di svariati punti del corpo, a seconda dell’effetto terapeutico che si vorrebbe ottenere – un po’ come l’agopuntura, ma con una sorta di bastoncino d’incenso da passare sopra la parte prescelta invece che con gli aghi. Come molte altre medicine alternative, viene suggerita per curare di tutto un po’, e pare indicata in diverse situazioni anche alle donne in gravidanza.
Come sempre, premetto: non sono un medico, quanto segue viene unicamente da una ricerca delle fonti scientifiche e da una breve analisi di quanto riportato. La prima tra le fonti consultate non poteva essere che il sito Dottore ma è vero che? gestito da FNOMCeO, con cui BUTAC collabora fin dalla sua nascita. Il 17 gennaio 2023 su DMEVC è uscito un articolo dal titolo:
La moxibustione aiuta il feto podalico a capovolgersi?
Articolo che ci spiega che cos’è la moxibustione e come si pratica nel caso di feto podalico:
Si pratica utilizzando un sigaro di foglie di artemisia essiccate e compresse. Acceso a un’estremità, si avvicina al lato esterno del quinto dito del piede della donna, corrispondente al punto BL67 dell’agopuntura, e si scalda la pelle tenendo la parte accesa a distanza di sicurezza per non provocare bruciature.
E che nelle sue conclusioni racconta:
Nel corso degli ultimi decenni sono stati condotti diversi studi sulla moxibustione per appurare la reale efficacia di questa tecnica. Nel 2012 è stata pubblicata una revisione Cochrane [4], cioè un lavoro che sintetizza e valuta criticamente tutta la letteratura medica su uno specifico argomento. Gli autori della revisione hanno concluso che non c’è evidenza scientifica dell’efficacia della moxibustione nel favorire il rivolgimento spontaneo in posizione cefalica del feto podalico.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nelle sue Linee Guida sul taglio cesareo del 2018, afferma che:
…la moxibustione non deve essere offerta come tecnica efficace nel ridurre la probabilità di taglio cesareo in caso di presentazione podalica…
Sia chiaro, andando al capitolo dedicato ci viene spiegato il perché di questa indicazione:
La tecnica si è dimostrata sicura, anche se le prove disponibili non sono sufficienti per riportare risultati conclusivi. I risultati presentati devono essere interpretati con cautela perché potrebbero essere influenzati da differenze nel disegno e nella qualità degli studi presi in considerazione.
In sintesi alla moxibustione attualmente mancano prove di efficacia, mentre il Rivolgimento per Manovre Esterne (RME) è risultato efficace in un’alta percentuale di casi.
La domanda che sorge spontanea è: ma se esiste un metodo che ad oggi risulta più efficace, a chi giova l’introduzione della moxibustione?
Forse giova alla produzione di latte?
Perché vedete, nel comunicato stampa sostengono anche che:
…la moxibustione può favorire la produzione di latte e alleviare disturbi comuni come ingorghi mammari e mastiti, offrendo un supporto concreto alle neomamme durante l’allattamento.
Almeno su questo ci saranno solide prove, vero? La produzione di latte è regolata principalmente dalla suzione del neonato e da ormoni come prolattina e ossitocina. Le principali cause di ingorghi e mastiti sono stasi del latte e infezioni da stafilococchi; le strategie efficaci includono lo svuotamento frequente e il massaggio mirato, non interventi come la moxibustione. A oggi non sono state trovate prove scientifiche che ne dimostrino l’efficacia, mentre sappiamo che fisiologia e medicinali lo sono.
Concludendo
Il comunicato stampa e gli articoli che lo riprendono presentano olistica e moxibustione come una svolta sicura ed efficace, e lo fanno come se esistessero sufficienti evidenze scientifiche in tal senso, quando invece le prove di efficacia mancano pressoché del tutto. Onestamente fossi nella USL Toscana rivedrei quel comunicato, magari per aggiungere un paragrafo come questo:
Nonostante la moxibustione sia studiata per stimolare la versione cefalica fetale e supportare l’allattamento, le principali revisioni (come quella della Cochrane del 2012) e le linee guida dell’ISS segnalano la mancanza di evidenze sufficienti: l’approccio rimane sperimentale e va inserito solo come complemento alla medicina basata su prove.
Almeno per evitare false illusioni nei pazienti.
maicolengel at butac punto it
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