Mio padre diceva sempre…

Il titolo di questo articolo è uno dei sistemi usati dai mercanti di fuffa per attirare nuovi clienti sulle loro pagine. Il ricorso ad antiche tradizioni passate di padre in figlio, in questo caso, serve a darci un’idea di genuinità e lusso.

Ma partiamo dall’inizio, ovvero un post sponsorizzato che ci avete segnalato più volte: è quello della cintura senza buchi, che ci avete segnalato soprattutto nei post di Crawford Design, ma che circola anche di altri marchi.

Il succo è sempre lo stesso. Ci viene mostrato un video con un prodotto che sembra artigianale: si vedono le mani che cuciono il cuoio, che tagliano i materiali, che preparano la confezione, e si sente una voce suadente che ci fa tornare indietro nel tempo raccontandoci di artigianato e tradizione.

Ma appunto è tutto fumo negli occhi. Il prodotto che vi accingete a comprare, infatti, è un prodotto realizzato in fabbriche non italiane (o inglesi) ma in Paesi dove il costo della mano d’opera è nullo e dove quasi tutto il procedimento di fabbricazione è automatizzato per raggiungere costi di produzione bassissimi.

Difatti basta poco per trovare gli stessi prodotti su siti di ecommerce a prezzi stracciatissimi. Le foto no, perché chi fa dropshipping ha capito che se usa le stesse immagini degli shop online poi viene sgamato in fretta. Ma con una ricerca più mirata si trovano anche quelle: TinEye mi dice che queste immagini sono online dal 2017, e che su AliBaba troviamo la stessa cintura per circa 4,57 euro se ne compriamo da una a cinquanta, mentre se ne comperiamo di più diventano 4,23, e poi a scalare fino a 3,88 euro se acquistiamo in grosse quantità.

La personalizzazione aumenta di pochissimo il conto. Quindi se io, azienda, pago il prodotto meno di 5 euro e lo rivendo a 29 ci sto facendo un signor guadagno. Bravi loro.

Se invece cercassimo ulteriormente troveremmo che, senza personalizzazioni, cinture identiche Made in China costano cifre ridicole:

Basta poi analizzare un po’ il sito che vende le cinture spacciate per artigianali per accorgersi che mancano troppi dettagli per fidarsi. Ho pensato potesse essere utile mostrarvi a cosa stare attenti.

Il sito in questione non ha un Chi siamo che racconti la storia dell’azienda (e, se si parla di tradizione nelle pubblicità, sarebbe lecito aspettarsi qualche dettaglio in più, no?), o perlomeno dove si trovi la sede, nulla. A fondo pagina non c’è uno straccio di indirizzo o partita IVA e uguale nella pagina contatti.

Se clicco su “Politiche di reso” e di spedizione trovo sempre solo una sola email, senza che mi venga mai detto chi si occupa del trattamento dati. I resi sono accettati solo dopo i primi 14 giorni, perché l’azienda sostiene che la cintura vada usata per 14 giorni prima di ritenersi poco soddisfatti, ma le spese di spedizione sono a carico nostro. Quindi non sappiamo dove abbiano sede, ed è quindi impossibile per noi calcolare le spese di spedizione. Voi capite che questi sono tutti importanti segnali d’allarme?

La pagina Facebook di riferimento è gestita da un singolo soggetto residente in Italia, che se vedrà questo nostro articolo probabilmente si adirerà un pochino, magari ci manderà anche qualche minaccia legale – l’hanno già fatto in passato, vero amici dei braccialetti traccia squali? Ma non stiamo facendo nulla di sbagliato, solo sottolineando come lo stesso prodotto lo si possa trovare a cifre inferiori, e che non si tratta di un prodotto artigianale di grande qualità come invece i post sponsorizzati sui social vorrebbero dare a intendere.

Il sito in realtà è anche abbastanza sobrio come claim, da nessuna parte fa intendere che si tratti di cinture realizzate a mano e lussuose. La vendono come pelle bovina, ma mi è stato spiegato che si tratta di crosta di pelle di mucca, ovvero si tratta di una categoria di pelle inferiore, molto economica (per questo sugli shop cinesi costa così poco). Quindi è più facile che si rovini velocemente e che si possa rompere prima di una pelle naturale. In pratica “crosta di mucca di alta qualità” è un modo elegante per dire: “Non è pelle top, ma ci abbiamo lavorato su per farla sembrare decente.” Se poi ci hanno lavorato realmente non sta a noi dirlo.

Occhio eh, noi abbiamo parlato di un marchio che è quello che ci è stato segnalato più volte, ma identici a esso ce ne sono svariati, e la questione è identica in tutti i casi. Perché tante pagine e siti che vendono lo stesso prodotto con personalizzazioni diverse? La risposta è semplice: perché ogni volta che vengono beccati gli viene bloccato lo store da antivirus vari.

E a loro per continuare a vendere tocca aprirne un altro – mentre le pagine Facebook restano comunque attive.

Non crediamo di poter aggiungere altro, se non un “occhio al portafoglio”!

redazione at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!

Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.

BUTAC vi aspetta anche su Telegram con il canale con tutti gli aggiornamenti e il gruppo di discussione, segnalazione e quattro chiacchiere con la nostra community.

L’articolo Mio padre diceva sempre… proviene da Butac – Bufale Un Tanto Al Chilo.

veronulla