Ripensare il dibattito sul cambiamento climatico?

Abbiamo ricevuto una mail che crediamo sia stata inviata in copia carbone a decine – se non centinaia – di siti e testate giornalistiche. Non vi posso riportare nome e cognome di chi ce l’ha inviata, ma senza identificarlo posso riportarvi il testo educato che ci ha scritto:
Buonasera,
Vorrei sapere se è possibile pubblicare l’articolo sul cambiamento climatico previa vostra valutazione.
In attesa di un vostro cortese riscontro in meritoDistinti saluti
Allegato alla mail c’è un testo in .pdf che ha già trovato spazio su alcuni siti come MeteoWeb. Si tratta di un .pdf pseudoscientifico che, con toni pacati ma fuorvianti, cerca di riportare dati e dare autorevolezza alle narrazioni negazioniste sul cambiamento climatico.
Il titolo scelto da MeteoWeb è la perfezione disinformativa:
Cambiamento climatico: scienza o ideologia? Il dibattito che divide gli esperti
Dare a intendere ci sia un dibattito tra scienziati serve a rendere l’idea di due squadre che si affrontano, due squadre che vedono da ambo i lati un numero simile di partecipanti al dibattito. Quando invece, se dovessimo rappresentare realmente le due fazioni, potremmo farlo solo con questa classica vignetta:

Il testo in .pdf che ci è stato inviato minimizza l’impatto antropico sul clima, fa riferimento a fonti di dubbia autorevolezza come articoli pubblicati su StartMag o La Nuova Bussola Quotidiana (come se si trattasse di riviste scientifiche), e fa riferimento al solito “documento firmato da 1500 scienziati” che, come già spiegato proprio qui su BUTAC, non rappresentano il consenso scientifico in alcun modo.
Il .pdf dà a intendere che la “scienza climatica” sia ancora agli inizi, e che i modelli che vengono usati dagli scienziati siano pertanto inaffidabili. E già qui ci sarebbe da domandare: e tu che prove hai di quanto sostieni? La risposta sarebbero appunto gli articoli da StartMag e NBQ: l’autore ignora decenni di letteratura peer-reviewed, i rapporti IPCC e le posizioni delle principali agenzie spaziali e meteorologiche del pianeta.
Usa termini come “paradigma quantistico” e “visione olistica dell’ecosistema”, puro gibberish scientifico che può affascinare solo chi è assolutamente ignorante della materia, ma che in realtà non vuole dire nulla. Siamo abituati a ricevere questo genere di mail, anche se spesso chi ce le manda usa toni di sfida e non gentili comunicazioni. Ma la sostanza non cambia: si tratta di un tentativo di rendere virale disinformazione ben confezionata, utile solo a creare dubbi infondati nei lettori finali.
Non voglio dilungarmi oltre: ho fatto le mie ricerche su chi sarebbe l’autore del .pdf che si firma come professore, forse avrebbero dovuto fare lo stesso i siti e le testate che hanno scelto di riprendere il suo testo.
maicolengel at butac punto it
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