Olimpiadi Milano-Cortina 2026, la Corte dei conti chiede di evitare “cattedrali nel deserto”
A meno di 100 giorni dalla cerimonia di apertura, agli slogan entusiasti degli organizzatori che propongono una “eredità positiva costruita together”, si contrappongono le perplessità della Corte dei conti, che si sommano a quelle che in questi anni, a più riprese, espresse da comitati e associazioni locali. Nelle 180 pagine del documento, i magistrati ripercorrono processi decisionali e cronoprogrammi, ponendo la questione del futuro di impianti e infrastrutture, con il timore che diventino “cattedrali nel deserto” come accaduto in passato per eventi simili.
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L’illusione di una lunga eredità “sostenibile”
Le dimensioni delle Olimpiadi del 2026 sono imponenti: protagoniste le regioni Veneto e Lombardia, le province autonome di Trento e Bolzano e i comuni di Milano e Cortina. Ai tavoli decisionali, presenti enti e associazioni come il Coni, il Comitato olimpico internazionale, Società infrastrutture Milano-Cortina 2026 (Simico) e Fondazione Milano-Cortina, create appositamente per l’evento. Perché gli sforzi economici e organizzativi non si esaurissero con l’evento, il dossier di candidatura prevedeva un Forum per la sostenibilità dell’eredità olimpica, che senza ulteriori oneri per lo Stato, avrebbe dovuto impegnarsi a “tutelare l’eredità olimpica e paralimpica e [a] promuovere iniziative utili a valutare l’utilizzo a lungo termine delle infrastrutture realizzate per i Giochi olimpici e paralimpici”. In altre parole, avrebbe dovuto garantire benefici sociali, economici e ambientali sul lungo periodo a cittadini e cittadine, operando a titolo gratuito.
Il forum sull’eredità olimpica non è ancora partito
Il Forum sulla sostenibilità dell’eredità olimpica non esiste e chi doveva farne parte non ne ha nemmeno designato i referenti
Nel suo documento la Corte dei Conti denuncia che “alla data di approvazione della presente relazione, il forum non risulta costituito”. Ad agosto, lavialibera aveva già scoperto e reso pubblico attraverso un accesso civico l’inesistenza del Forum e dei suoi referenti, che non sono mai stati designati. Per questo motivo, l’ente non figurava neppure nella prima e unica relazione del Consiglio olimpico congiunto, consegnata il 30 giugno scorso, al parlamento. Alcune delle funzioni del Forum sono diventate incarichi del Commissario straordinario per le Paralimpiadi, dotato di un budget di 328 milioni di euro.
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“Evitare cattedrali nel deserto”
All’interno del documento della Corte dei Conti, vengono passati in rassegna 111 interventi, di cui 58 per eventi sportivi (con un budget iniziale di 818 milioni), e 53 infrastrutture, su cui era previsto un investimento di 2,8 miliardi di euro. Facendo riferimento agli importi previsti dai 10 decreti legge e dalle cinque leggi che si sono susseguite dal 2019 a oggi, il totale degli stanziamenti ammonta a 2.860 milioni di euro, di cui quasi la totalità coperti dal ministero delle Infrastrutture e 165 milioni dal bilancio della presidenza del Consiglio dei ministri.
Sono previsti 111 interventi, di cui 58 per eventi sportivi (con un budget iniziale di 818 milioni), e 53 le infrastrutture, su cui era previsto un investimento di 2,8 miliardi di euro
I soggetti attuatori, ossia gli enti pubblici o privati responsabili della realizzazione di un progetto o intervento finanziato, sono Simico e, dal 2024, anche Anas e Rete ferroviaria italiana (Rfi) per quanto riguarda le linee di collegamento stradali e ferroviarie.
Tra gli sponsor di Milano-Cortina anche Gruppo ferrovie dello Stato
Negli anni, però, la realizzazione delle opere ha subito ritardi, per almeno due ordini di ragioni, entrambe riportate dalla relazione. La prima è la grande differenza tra i fondi stanziati a favore delle opere e quelli realmente pagati dal ministero guidato da Matteo Salvini ai soggetti attuatori – in particolare Simico –. Lo scarto va ricondotto alle fasi iniziali di lancio della società e ai ritardi nella progettazione, legati alla difficoltà di reperire figure tecniche idonee e di formare adeguatamente il personale della Società deputato a gestire i Giochi. La seconda riguarda la complessità ingegneristica di alcune strutture e infrastrutture. I magistrati fanno riferimento in particolare a due delle opere pubbliche più discusse: la cabinovia Apollonio-Socrepes e la pista da bob “Eugenio Monti”, entrambe nel comune di Cortina d’Ampezzo.
La cabinovia Apollonio-Socrepes, si continua nonostante la frana
La cabinovia Apollonio-Socrepes è uno dei lavori più contestati. La Corte dei Conti nella relazione ribadisce questioni oggetto di contese da anni. “Restano dubbi sulla fruibilità dell’impianto a fune di Socrepes, a Cortina – spiegano i magistrati –, per il quale, a seguito di rilevati problemi di ordine geologico, si è resa necessaria una variante su cui persiste una fase di incertezza”. L’ impianto a fune dovrebbe collegare il centro con la ski area delle Tofane, dove si svolgeranno le gare di sci alpino olimpico femminile e paralimpico, ma la sua realizzazione insiste su una frana che si muove dieci centimetri l’anno. Come abbiamo già raccontato nel numero “Giochi insostenibili”, l’opera faceva parte di un più ampio progetto di “partenariato pubblico privato per un nuovo sistema integrato di mobilità intermodale”, che oltre alla cabinovia prevede un parcheggio interrato con vari servizi commerciali e un people mover, ovvero una navetta automatica per collegare i due versanti sciistici, Tofane e Faloria.
Il 23 luglio la Società ha affidato i lavori a Graffer, una società che non ha mai costruito cabine e che ha dovuto rivolgersi al mercato internazionale per reperire i materiali
Proprio per i problemi idrogeologici e paesaggistici, il progetto ha incontrato molte resistenze nel rilascio delle autorizzazioni. Per sbloccare la situazione e accelerare i tempi, il Consiglio dei ministri ha assegnato all’amministratore delegato di Simico Fabio Saldini i poteri di commissario straordinario e ciò ha permesso di indire la gara d’appalto a fine maggio per la realizzazione del solo impianto a fune “necessario per la gestione dei flussi di spettatori e atleti durante le gare dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano-Cortina 2026”, come specificato da Simico. Budget previsto: 22 milioni di euro. Alla scadenza del bando, nessuna dittà aveva manifestato interesse, motivo per cui il 23 luglio Saldini, senza pubblicazione di un’ulteriore gara, ha affidato i lavori direttamente a Graffer, una società che non ha mai costruito cabine e che ha dovuto rivolgersi al mercato internazionale per reperire i materiali.
Olimpiadi invernali: dentro il cantiere Cortina
Oltre alle difficoltà tecniche (e di una ditta che si prendesse la responsabilità di un impianto con grossi problemi di stabilità), si sono aggiunti i ricorsi dei cittadini. Gli ultimi sono stati respinti dal Tar del Lazio a fine ottobre. Con due sentenze pubblicate il 6 novembre, il Tribunale amministrativo ha bocciato le richieste presentate da alcuni privati contro gli atti e i provvedimenti sulla valutazione di impatto ambientale e sulla fattibilità tecnica ed economica dell’opera. Così l’opera è andata avanti.
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I dubbi sulla sostenibilità della pista da bob
L’altra opera al centro di polemiche è la pista da bob, a cui la Corte dedica un intero paragrafo della relazione. Ripercorre la prima fase, in cui si prevedeva la riqualificazione dell’impianto esistente, e poi la seconda, ossia la scelta di demolirlo e ricostruirlo da zero. La Corta passa poi a esaminare le proiezioni di costi di gestione della struttura. Secondo il piano economico commissionato alla società di consulenza Kpmg dalla regione Veneto i costi di gestione della pista e i ricavi stimati prevedono una perdita costante di 648mila euro all’anno, che arriva a oltre 12 milioni di euro in vent’anni di presunta attività. Questo perché gli atleti sono pochi e le spese tante.
La Corte chiede all’ente locale interessato, il comune di Cortina, di vigilare sulla destinazione di queste grandi opere. In altre parole, il timore è che ora la pista da bob venga pagata con soldi pubblici e che poi venga ceduta ai privati, che se ne avvantaggiano a spese delle tasche dello Stato
Di fronte a questo quadro, i magistrati ribadiscono il rischio che la struttura sia difficile da mantenere dopo i Giochi e che per questo, “dovrà essere oggetto di attento monitoraggio economico”. Come? Intanto assicurandosi di alleggerire il carico dei costi di gestione per i soggetti pubblici proprietari degli impianti sportivi “realizzati a carico della fiscalità generale”, cioè pagati da soldi dei contribuenti, ipotizzando “forme di partenariato o contributive da parte di enti sportivi”. Insomma, la Corte suggerisce che attori privati condividano le spese di gestione dell’impianto nel dopo Olimpiadi. I motivi sono due: da una parte, massimizzare le ricadute positive sul territorio, dall’altra “evitare che, a Giochi finiti, le opere si traducano in cattedrali nel deserto come avvenuto nel passato o costosi impianti inutilizzati”.
Olimpiadi Milano-Cortina, per non essere solo spettatori
In conclusione, la Corte inserisce una postilla importante: chiede all’ente locale interessato, il comune di Cortina, di vigilare sulla destinazione di queste grandi opere. In altre parole, di evitare che la pista da bob, realizzata con soldi pubblici, venga in futuro ceduta ai privati, che ne traggano vantaggio “a discapito del patrimonio pubblico”.
Alcuni passi per Olimpiadi davvero sostenibili
Per fare in modo che venga realizzata almeno una parte delle promesse del dossier di candidatura, la Corte formula cinque raccomandazioni.
Si dovrà garantire “la sostenibilità di lungo periodo degli investimenti effettuati: le infrastrutture realizzate dovranno essere adeguatamente manutenute e gli impianti sportivi dovranno trovare un utilizzo che ne copra in parte i costi di gestione”
La prima è quella del monitoraggio, che deve avvenire in modo rigoroso, seguendo cronoprogrammi costantemente aggiornati e sotto il controllo da parte del ministero delle Infrastrutture. La seconda è il rispetto dei tempi e un coordinamento interistituzionale, senza ulteriore dilazioni. La terza, strettamente collegata alla seconda, prevede che Simico, Anas e Ferrovie siglino nuovi protocolli “chiari e tempestivi” e che siano “aggiornati e adeguati quelli esistenti”. Delle ultime due raccomandazioni, una riguarda “la consegna parziale e provvisoria [delle opere per le gare] anche in assenza di completamento”, e quindi la stipula di “idonee coperture assicurative”. L’ultima, invece, riguarda la sostenibilità di tutti gli impianti dopo marzo 2026.
Scrivono i magistrati che andrà garantita “la sostenibilità di lungo periodo degli investimenti effettuati: le infrastrutture realizzate dovranno essere adeguatamente manutenute e gli impianti sportivi dovranno trovare un utilizzo che ne copra in parte i costi di gestione”. Una visione sul lungo termine, per “assicurare che le infrastrutture essenziali (strade, ferrovie e impianti sportivi) siano pronte per l’appuntamento di Milano-Cortina 2026, consegnando al Paese un’eredità durevole e virtuosa”.
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