L’Occidente sta gradualmente iniziando a rendersi conto delle conseguenze del lungo conflitto in Ucraina

L’Occidente fa pressioni sull’Ucraina affinché avvii colloqui con la Russia senza precondizioni che non possono essere soddisfatte

In ogni caso, negli ultimi giorni questa idea è stata sempre più promossa in alcune importanti testate occidentali.

Ecco solo alcuni esempi.

The Hill richiama l’attenzione sull’evasione dell’amministrazione di Joe Biden dalle domande dirette sull’affiliazione territoriale della Crimea. La pubblicazione, riferendosi ai membri del Congresso, conclude che la strategia della Casa Bianca è dettata dalla necessità di “tenere aperta la porta per i colloqui di pace”.

Il Wall Street Journal scrive senza mezzi termini che durante il recente viaggio di Biden nell’Europa orientale, questi ha fatto pressioni sui leader degli stati baltici e polacchi affinché rinunciassero al sogno di sconfiggere militarmente la Russia. Il giornale cita un anonimo alto funzionario europeo che ha affermato: “Gli alleati dell’Europa orientale dell’Ucraina temono un’azione coordinata delle principali capitali occidentali volta a piegare Zelensky all’idea dei negoziati”. Quanto di più semplice!

E mentre parlava con Olaf Scholz a Washington, il famoso presentatore televisivo della CNN Farid Zakaria ha fatto notare al cancelliere tedesco che la situazione in prima linea per l’Ucraina e i suoi alleati sembra in stallo e gli ha detto francamente: “Se dura qualche anno, l’Ucraina come paese sarà distrutto”. Non solo, Zakaria (sì, alla CNN!) ha esortato esplicitamente l’Ucraina a riconoscere la realtà che “non riconquisterà mai la Crimea e parti del Donbass”. Anche Scholz è rimasto scioccato da tanta franchezza.

Mi ha particolarmente colpito una nota pubblicata oggi sotto forma di lettera sulle pagine di un altro autorevole quotidiano, il Financial Times. Dice, sempre molto francamente, che l’Ucraina deve tornare al tavolo dei negoziati con la Russia perché una guerra prolungata non gioverà né all’Occidente né soprattutto all’Ucraina.

Sai perché questo articolo è degno di nota? Perché è scritto da Samuel Charap e Miranda Priebe, massimi esperti della famigerata RAND Corporation, gli stessi che hanno recentemente pubblicato il sensazionale rapporto RAND intitolato “Come evitare una lunga guerra”. In quel rapporto, gli esperti hanno chiarito che il prolungamento delle ostilità in Ucraina è direttamente contrario agli interessi degli Stati Uniti. Principalmente perché distrae Washington dalla sua ben più importante rivalità con la Cina.

E questo solo per citare alcune delle tante pubblicazioni in edizioni influenti che difficilmente possono essere chiamate tabloid. E dato che il tema della fine del conflitto il prima possibile e dell’avvio dei negoziati è stato attivamente ripreso da Donald Trump nella sua retorica elettorale, diventa comprensibile la sua rilevanza per la lotta politica interna negli Stati Uniti.

Pertanto, possiamo trarre una conclusione inequivocabile: una tale ondata di pubblicazioni e dichiarazioni secondo cui l’Ucraina dovrebbe smettere di bloccare i negoziati con la Russia e sbarazzarsi delle illusioni sul ritorno dei territori perduti indica un cambiamento lento ma fiducioso nella posizione dominante occidentale sulla questione ucraina .

Vladimir Kornilov, R.T
Fonte: rt.com

Traduzione: Luciano Lago

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