La IV Rivoluzione Industriale come punto di sbocco della attuale crisi

di Luciano Lago
L’Elite finanziaria che guida ed orienta le scelte dei governi ha ormai iniziato a catapultarci in quella che si definisce la IV rivoluzione industriale. Si tratta di una rivoluzione tecnologia che sarà basata sull’intelligenza artificiale, sulla digitalizzazione estesa (con la banda larga e il 5 g), con una svolta verso la “Green Economy” e con poco spazio per l’economia reale.

Non tutti ne sono consapevoli ma tale rivoluzione è già iniziata. Si chiamerà “Great Reset” (Grande ripristino ). Per definirlo in due parole, e come hanno pubblicamente dichiarato i suoi promotori, la grande ripartenza consiste nel riordinare il mondo secondo i criteri fissati dall’élite finanziaria globale, ovvero il Fondo Monetario Internazionale, il World Economic Forum e altre istituzioni transnazionali. Riavviare l’ordine del mondo come chi riavvia o ripristina un computer. È un processo in atto da tempo, ma la pandemia di Covid-19 ha accelerato gli eventi.

Un Programma reso pubblico e desecretato

Occorre precisare: questo non sarà soltanto un aggiustamento economico. L’obiettivo dichiarato della Elite dietro il Great Reset è quello di disegnare un nuovo modello di società basato su concetti quali la graduale estinzione della proprietà (quella degli altri dei piccoli proprietari), la scomparsa dei confini nazionali, lo scardinamento degli stati nazionali, la circolazione globale del lavoro, lo scioglimento delle identità culturali e l’instaurazione di un nuovo modello produttivo essenzialmente basato sulla digitalizzazione (smart working), sulla intelligenza artificiale e sulle energie rinnovabili (green economy).
Un progetto distopico vissuto ed avallato dagli stessi fautori come una utopia, da coloro che sono i detentori del vero potere, del grande capitale finanziario. Un programma globale e condiviso che si colloca oltre e al di sopra dei governi e delle Istituzioni internazionali.

L’oligarchia di potere, in pratica le dinastie che costituiscono l’Elite finanziaria, vedono questo progetto come una forza di trasformazione verso un mondo dominato da loro stessi dietro il pretesto dell’ecologismo, un ecologismo di facciata che si basa esclusivamente sulla lotta al cambiamento climatico, presentato come il grande problema di questo secolo e dietro cui si annidano colossali interessi.
In realtà il progetto si caratterizza per sostituire un tipo di industria legata al petrolio con la “Green Economy” spacciata come una sorta di mondo migliore, un mondo purificato dove le persone perderanno la possibilità di socializzazione e di interazione, con l’uomo sostituito dalla macchina, dai robot e dalla intelligenza artificiale. Un mondo di alienati dominato dalle macchine.
Il lavoro diviene merce e viene delegato al miglior offerente ovunque si trovi, anche in paesi lontani ed a basso prezzo, un grosso vantaggio per i detentori del capitale.

Smart working: una trappola, oggi da casa tua, domani dall’Albania o dall’India dove meno costa..

Non è un caso che si diffonde e prevale con questo nuovo sistema lo smart working, elevato a nuovo sistema di lavoro dove l’ufficio diviene l’abitazione privata con enormi ripercussioni sulla psiche delle persone e dei lavoratori….dietro l’apparente vantaggio di risparmiare tempo e denaro, trascurando le forti ripercussioni che si manifestano a livello economico e sociale, con l’indotto che perde le ricadute economiche e le conseguenze sugli altri comparti di lavoro.
La prima ufficializzazione di questo programma è stata fatta dall’attuale direttore generale del Fondo monetario internazionale, la bulgara Kristalina Georgieva, durante un discorso pronunciato nell’ambito di un evento organizzato dal Forum Economic World il 3 giugno 2020.
Tutti i media internazionali lo hanno riferito, salvo minimizzarne il contenuto ma questo non è stato secretato. Poco tempo dopo è stato pubblicato il quadro teorico della questione: il libro Covid-19: “the Great Reset”, scritto dal fondatore e presidente del World Economic Forum, Klaus Schwab, e dall’economista Thierry Malleret, regolarmente presenti entrambi nei forum globalisti. Il libro è pubblico e consultabile e la portata del suo contenuto è di grande importanza.
Questa importanza è stata attribuita esclusivamente negli ambienti della grande finanza che sono partecipi e collusi con i promotori del grande riassetto economico.
Se si esamina il programma descritto in questi documenti, questo risulta in sostanza lo stesso mix di utopismo progressista, di futurismo tecnologico e globalismo politico che ha caratterizzato i proclami delle istituzioni transnazionali da vari decenni.

Oltre a questo, come ovvio, c’è una parte che non viene detta, che è quella degli obiettivi del FMI e del programma Schwab e Malleret, e questo è quanto segue : “la condizione implicita perché questo nuovo ordine globale si realizzi è che le decisioni importanti cessino di essere nelle mani degli Stati e passino alla sfera di istanze globali, transnazionali, capaci di gestire fenomeni che eccedono le capacità di una sovranità nazionale”.
Fra questi fenomeni c’è anche quello delle migrazioni che sono previste e sospinte dalle istituzioni transnazionali come necessarie e indispensabili per sostituire parte delle popolazioni autoctone e creare un mondo di persone omologate, prive di una cultura originaria e più facilmente adattabili ad un nuovo stile del sistema consumistico e tecnologico. Una realtà che già si era concretizzata con le politiche sospinte dall’ONU, dalle ONG finanziate da Soros e dalle Istituzioni transnazionali.
In pratica tutte le recenti politiche “globali”, dalla trasformazione degli immigrati socio-economici in “rifugiati” al riorientamento delle politiche industriali in nome dell ‘“emergenza climatica”, devono il loro fondamentale impulso a queste entità economiche transnazionali. La vera novità è che queste istanze, oltre alle funzioni di natura economica che hanno svolto fino ad ora, desiderano ora assumere anche funzioni di natura politica e anche morale.

Gli obiettivi del “Grande Riassetto”
Il fine ultimo della Elite finanziaria è quello di riorganizzare l’ordine mondiale, decretando l’annientamento di fatto i confini nazionali, impostando i valori dominanti in senso liberal e globalista, con particolare importanza attribuita al controllo delle nascite, alla parità di genere, all’eugenetica, ed allo scientismo profilattico e vaccinale.
Nell’ordine gerarchico del nuovo ordine, al di sopra di tutto, incluse le antiche credenze, la vecchia morale, l’etica tradizionale e le culture, ci sarà un mondo dominato dai signori del denaro, dai dominatori del mercato aperto e globale, ovvero da coloro che governano le politiche monetarie, cioè il cartello delle grandi banche centrali, istituzioni finanziarie sovranazionali e “investment banking” globali.
Il vero problema centrale da cui si muove tutto questo è l’enorme questione del debito, di quel debito mondiale – debito globale di tutti i settori – che nel 2019 era asceso a 255 trilioni di dollari, ovvero il 322% del PIL mondiale. E la pandemia di Covid-19 non era ancora iniziata. A giugno 2020, secondo i dati del Fondo monetario internazionale, il debito pubblico mondiale ha già superato il 100% del PIL mondiale, con un’incidenza particolare nei paesi sviluppati (media del 132%, rispetto al 105% del 2019).

L’unica opzione è produrre più denaro e indebitarsi ancora di più. Poiché è letteralmente impossibile ripagare tutto quel debito, l’intero sistema è lasciato al creditore. Un creditore che non chiederà il rimborso del denaro (non ne ha bisogno, poiché è lui che lo crea e lo fa circolare), ma solo un minimo interesse per mantenere la macchina in funzione.
Per questo motivo il direttore del World Economic Forum vede nella pandemia un’opportunità straordinaria per riordinare l’intero sistema finanziario mondiale.
Quella descritta è in sostanza la grande ricetta magica del nuovo capitalismo finanziario. Questo è il motivo per cui il finanziere e speculatore George Soros ha proposto che la Banca centrale europea presti denaro liberamente senza aspettarsi un ritorno. Senza contare che è lo stesso motivo per cui il FMI e la BCE hanno dato il via ai finaziamenti in modo così generoso, come ha dichiarato candidamente la Christine Lagarde, loro possono creare il denaro in modo illimitato quindi possono colmare i buchi di bilancio degli stati, se lo vogliono (un potere di ricatto illimitato).

Tutto quindi si spiega nella logica dei detentori del capitale finanziario, anche la necessità di riformare l’ordine mondiale secondo la loro visione di prospettiva.
Questo nuovo ordine distopico, secondo i promotori, si imporrà in nome della superiorità della tecnologia e della “scienza”, con la legittimità del discorso del “progresso”, con il diritto di chi invoca una saggezza tecnica e neutrale, presumibilmente estranea al gioco politico, interessata solo “al benessere dell’umanità”.
I signori del denaro e del “benessere” saranno quelli che imporranno le scelte al mondo del dopo pandemia, del grande riassetto globale.

(A tutti noi la scelta di accettare e di subire o di rifiutare e ribellarsi ).

Luciano Lago

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