Il nuovo fronte di guerra sarà quello definitivo?

di Luciano Lago

Il nuovo fronte di guerra apertosi tra Israele e Palestina potrebbe essere l’ultimo, quello definitivo che può portare in maniera inaspettata il mondo verso una terza guerra mondiale
Non è chiaro come l’intelligence israeliana possa essere stata colta di sorpresa dall’attacco di Hamas e degli altri gruppi palestinesi da Gaza. Non è spiegabile che l’intelligence israeliana (quella che conosce perfino i covi più nascosti dei dirigenti di Hamas) non fosse al corrente che a Gaza si stavano accumulando armi USA e occidentali provenienti dall’Ucraina e dall’Afghanistan, inclusi missili e razzi anticarro, droni e radar portatili.

In compenso è abbastanza presumibile che, nell’azione fatta dalla resistenza palestinese, ci sia la mano di attori esterni che possono essere l’Iran e, indirirettamente, la Russia, entrambi con conti da regolare con il governo di Tel Aviv.
L’Iran deve vendicarsi per tutti gli attacchi aerei effettuati da Israele contro le forze iraniane in Siria negli ultimi due anni, oltre che per l’omicidio di scienziati iraniani e del generale Soleimani (fatto assassinare dagli USA su mandato di Israele). Per questo l’Iran ha fornito armi, addestramento e tecnologia avanzata ai gruppi palestinesi.
La Russia ha un conto aperto con Israele per per gli aiuti forniti da Israele all’Ucraina, per le incursioni in Siria contro obiettivi russi e siriani, per il ruolo svolto da Israele in appoggio all’Azerbaigian, inviando armi e informazioni di intelligence nella guerra contro l’Armenia, facilitando la presa del Nagorno-Karabakh.

Per tutte queste situazioni, possiamo immaginare che Israele (su ordine di Netanyahu) ha lasciato un varco non sorvegliato per consentire l’attacco di Hamas, pur non prevedendo la portata della strage di militari e civili israeliani che ne è seguita (circa un migliaio di morti e migliaia di feriti).  
A sua volta rischia di esplodere anche il fronte nord del Libano dove Hezbollah ha neutralizzato le basi radar sul confine e sta preparando le sue forze missilistiche per colpire il territorio israeliano. Questo mentre Israele ha già iniziato a bombardare la zona di confine del Libano.
Così è accaduto che il governo di Netanyahu ha decretato lo stato di guerra e che si prepara a radere al suolo Gaza e, con l’aiuto degli USA, a guidare una rappresaglia contro l’Iran.
Le portaerei e il gruppo di attacco navale statunitense non si sposta nel Mediterraneo per attaccare Hamas ma per colpire l’Iran, probabilmente i siti petroliferi ed industriali di quel paese. Da tempo Netanyahu cercava di convincere Washington ad attaccare l’Iran, adesso ne ha l’occasione ed il pretesto.
Israele a sua volta è disposto ad usare contro l’Iran le armi nucleari di cui dispone. Netanyahu ha chiesto a Biden ed a Blinken di lasciargli le mani libere sull’Iran  e di fornirgli assistenza.
Si è saputo da fonti riservate che  l’ambasciatore israeliano a Mosca ha avvisato il governo russo che, visto che Israele considera l’Iran il principale responsabile dell’attacco in corso, Teheran verrebbe colpita con “bombe nucleari strategiche” .
Non è dato di sapere quale sarà la risposta russa che deve considerare di difendere il suo alleato ed i suoi interessi in Medio Oriente.

Forze ucraine sotto attacchi russi

Nel frattempo l’esito della guerra in Ucraina sembra ormai segnato con la sconfitta delle forze ucraine e Nato.
La persistenza degli Stati Uniti e dei suoi satelliti europei nel condurre una guerra per procura contro la Russia ha fornito una finestra di opportunità per la resistenza palestinese. In un momento in cui Washington è intrappolata in un conflitto per procura che ha orchestrato senza misurarne le conseguenze, l’inaspettata offensiva della resistenza in territorio israeliano evidenzia la fragilità dello Stato dei coloni e destabilizza l’asse imperialista.

Nella prossima imminente puntata potremo assistere all’abbandono dell’Ucraina da parte degli USA ed al probabile scoppio delle ostilità con l’Iran, un fatto che contagerà altri paesi arabi ed islamici che saranno mobilitati in difesa di Gerusalemme e della Palestina. Erdogan ha già iniziato ad agitarsi e richiede un ritorno di Israele ai confini del 1967.
Staremo a vedere se queste previsioni sono esatte ma di sicuro le conseguenze saranno molto negative per l’Europa che pagherà il prezzo della sua ignominia con gli effetti delle guerre di cui è stata complice, quando schizzeranno in alto i prezzi del petrolio, del gas e delle materie prime. 

veronulla

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