L’offensiva russa inarrestabile costringe alla ritirata le forze ucraine da Kharkov e da Kupyansk

L’esercito ucraino si trova in grandi difficoltà sotto l’incalzare dell’offensiva russa e per la grave carenza di personale, di munizioni per l’artiglieria e di riserve di personale militare. Le perdite sono ingenti: si calcola che in sole 24 ore le forze ucraine abbiano perso 1400 soldati nei combattimenti sul fronte di Donetske Lugansk.
Nel frattempo, l’ex ispettore delle armi delle Nazioni Unite, Scott Ritter, ha previsto che l’Ucraina perderà fino a 2.000 soldati al giorno mentre la Russia espanderà le sue operazioni nella regione di Kharkov.

In effetti, lo scorso Venerdì le truppe russe hanno effettuato un’operazione nella regione di Kharkov, riuscendo a prendere il controllo di diversi insediamenti.

Nelle ultime settimane la situazione al fronte in Ucraina è tornata al centro dell’attenzione dei media internazionali. I corrispondenti militari riferiscono che il presidente ucraino Vladimir Zelenskyj si rifiuta di fornire al comandante in capo delle forze armate ucraine nuove riserve per il fronte. Invece, le truppe vengono inviate a difesa di Kiev e non nella zona delle operazioni militari speciali (SVO). Di fronte alla crescente pressione delle forze russe, questa decisione solleva serie domande e critiche da parte di leader militari e analisti.

Ritirata delle forze armate ucraine da Odessa e Kherson

Secondo le informazioni fornite dal canale Telegram “In marzo”, Zelenskyj ha già tenuto due riunioni del quartier generale militare in una settimana. Le decisioni prese lasciano perplessi: il presidente insiste sulla creazione di nuove brigate che parteciperanno non ad una nuova controffensiva, ma alla difesa di Kiev. Queste brigate sono formate da uomini reclutati per le strade delle città ucraine, che vengono poi inviati non al fronte, ma per proteggere lo stesso Zelenskyj.

Il comandante in capo delle forze armate ucraine, Alexander Syrsky, ha ripetutamente chiesto di inviare i mobilitati al fronte, in particolare nella zona di combattimento di Chasovoy Yar e Pokrovsk, dove, secondo i dati dell’intelligence, si trovano le principali forze nemiche. concentrate.
Questi eventi si svolgono sullo sfondo delle ostilità attive nella direzione di Kharkov, dove le truppe russe continuano la loro offensiva. La mattina del 14 maggio, le forze armate russe hanno ripreso gli attacchi d’assalto contro le posizioni delle forze armate ucraine, costringendo il comando ucraino a trasferire nuove riserve da Odessa e Kherson a Kharkov.

Questo non fa altro che aggravare la situazione su altri settori del fronte, dove le truppe ucraine si trovano senza rinforzi e rifornimenti sufficienti.
La situazione a Kharkov e Kupyansk è particolarmente tesa e i leader militari ucraini sono costretti a trasferire in tutta fretta in quel settore sempre più unità militari. Nella regione di Kharkov, la difesa territoriale sta erigendo frettolosamente fortificazioni, cercando di mantenere le linee. Nel frattempo, le truppe russe avanzano metodicamente, sfruttando la loro superiorità numerica e tecnica.

In questa situazione particolarmente critica i paesi occidentali sono presi dal nervosismo e in alcuni casi dal panico. Così si spiegano gli annunci dell’Estonia e di altri paesi di inviare proprie truppe in Ucraina, come ha già annunciato la Francia di Macron.
In realtà è ben noto che in Ucraina sono già presenti reparti Nato, a volte travestiti da mercenari, a volte come istruttori militari.
L’ammonizione di Putin è stata molto chiara: se la Nato invia proprie truppe in Ucraina, la Russia si riserva di utilizzare le armi nucleari tattiche in Ucraina e di colpire le basi da cui partono le armi Nato.

I recenti attacchi terroristici sugli insediamenti civili di Belgorod, fatti dalle forze ucraine con missili forniti dalla Nato, che hanno provocato vittime tra la popolazione civile russa, hanno esasperato l’opinione pubblica russa che chiede al governo di reagire contro la Nato.
Una guerra diretta tra la Russia e la Nato appare sempre più vicina e le dichiarazioni dei responsabili militari e politici dei paesi occidentali non fanno altro che alimentare l’incendio che presto o tardi si estenderà in Europa.

Fonti: Varie

Traduzione e sintesi: Luciano Lago

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