Dopo il bellicoso discorso di Biden i fronti di guerra si estendono

Dopo il bellicoso discorso di Biden i fronti di guerra si estendono

di Luciano Lago

In questa fase degli eventi internazionali sembra che le tensioni non finiscono mai ma che anzi si vadano aggravando e la realtà che noi conosciamo dobbiamo verificarla alla luce del primo discorso fatto dal presidente Joe Biden che denota la sua visione della politica estera degli Stati Uniti.
Nel suo primo discorso importante sulla politica estera, Biden ha presentato una lista estesa di quelle che considera priorità per la sua Amministrazione e, tra queste, la prima è contrastare i presunti avversari degli USA.
Parole vuote come il fumo, visto che nessuno in questo momento vuole affrontare gli USA ma al contrario sono loro, gli Stati Uniti, che vogliono affrontare qualsiasi paese che non accetti di sottomettersi al loro dominio e quando Washington vede un qualche paese che procede sulla via del multilateralismo, lo considera come nemico, tanto che lo stesso Biden ha detto chiaramente che “la leadership statunitense deve affrontare questo nuovo momento di avanzata dell’autoritarismo”, incluso le crescenti ambizioni della Cina e della Russia. La Cina viene accusata di rivaleggiare con gli Stati Uniti mentre Biden mette sotto accusa la presunta “determinazione della Russia di danneggiare e perturbare la nostra democrazia”, ha dichiarato il presidente all’inizio del suo discorso. Vedi: https://www.wionews.com/world/days-of-us-rolling-over-gone-biden-warns-china-russia-in-first-diplomatic-speech-361464

Questi concetti espressi da Biden ci dimostrano quale sia il grado della demenza a cui sono arrivate le “democrazie” della NATO. Dopo di questo naturalmente i subordinati e tira piedi degli USA hanno rincarato la dose e non è un caso che il presidente ucraino Zelensky ha dato ordine di trasferire forze addizionali alla frontiera de Donbass in quella che si interpreta come una possibile operazione militare delle Forze Armate dell’Ucraina. Il presidente dell’Ucraina Zelensky ha annunciato una ispezione a grande scala per verificare la preparazione al combattimento delle Forze armare dell’Ucraina nell’area delle operazioni delle forze congiunte del Donbass a parte di quella che aveva realizzato di recente.
Non soltanto i battaglioni di forze blindate dell’Esercito ucraino si sono trasferiti negli ultimi giorni sulla linea del fronte ma è stato schierato anche un contingente militare aggiuntivo aumentato per almeno un terzo delle truppe già presenti, fatto questo che indica che Kiev è pronta a lanciare una operazione militare contro la DPR e la LPR (le Repubbliche indipendenti) , nonostante le smentite fatte in precedenza.
Si comprende che Zelensky ha necessità di una piccola guerra vittoriosa nel Donbass per uscire dalla crisi politica in cui si trova immerso alla vigilia delle prossime elezioni. Così avviene che in questo momento, prendendo alla lettera le parole bellicose pronunciate da Biden contro la Russia, il vero capo del presidente ucraino, al Zelensky è salita la febbre di impazienza di lanciarsi in una guerra, incoraggiato dagli aiuti di USA e Regno Unito, arrivati con massicce forniture militari in Ucraina.
Il presidente ucraino ha detto che l’obiettivo è verificare l’efficienza la preparazione delle truppe, il controllo militare e la rispondenza agli obiettivi previsti, nonchè il coordinamento e l’appoggio logistico, secondo il comunicato ufficiale.
Tenendo in contro le frasi pronunciate sulla determinazione delle nuove misure militari si capisce che, dal lato dell’Ucraina, si sta preparando un’operazione a grande scala e, considerando la consistenza dello schieramento che include un centinaio di carri armati, non è difficile capire che le forze ucraine si stanno preparando per una offensiva di vasta portata e l’esercito ucraino si sta predisponendo per attaccare le linee del Donbass utilizzando anche droni turchi, oltre ad incursioni nel Mar Nero con navi della NATO, mentre in questi giorni si sta vigilando sulle frontiere russe e si conducono manovre che tendono ad avvicinarsi ali confini della Federazione Russa.

Elicotteri russi

La Russia ha preso sul serio questi discorsi e queste manovre e risulta che il Comando Militare russo sta trasferendo squadre di elicotteri d’attacco nella zona sud della Russia e sistemi avanzati di avvistamento e guerra elettronica.
Il comportamento provocatorio dell’Ucraina ha spinto la Russia a schierare un gran numero di elicotteri d’attacco di ultima generazione nella regione di Rostov per essere pronti a condurre un conflitto contro le forze ucraine e della NATO.
L’esercito russo ha equipaggiato i suoi elicotteri Mi-28NM (cacciatore notturno) con una serie di missili autoguidati molto sofisticati che arrivano ad una portata utile di 35 Km. Da questo di deduce che gli elicotteri Apache di marca USA non potranno avvicinarsi avvicinarsi facilmente senza essere oggetto di attacco. Questo tipo di elicotteri sono stati utilizzati in Siria con successo nelle operazioni contro i gruppi terroristi appoggiati dalla NATO.
La Russia ha aumentato la vigilanza alle sue frontiere e non si lascia cogliere di sorpresa, questo si dice sommessamente mentre l’Ucraina, seguendo gli ordini del suo padrone USA, si prepara ad una nuova fase di avventurismo militare.

Forze russe in Siria

Allo stesso tempo la Russia in questi giorni sta concentrando una grande quantità di forze militari nel nord della Siria, nella città di Ain Issa ed un grande convoglio di mezzi militari russi, inclusi veicoli blindati e camion dell’Esercito, si sono schierati nella zona nord della Siria, accompagnati da un contingente di oltre un migliaio di soldati russi, gli analisti militari dicono che questa non è una rotazione di personale ma un rafforzamento della presenza russa. Contemporaneamente le forze dell’aviazione russa stanno martellando senza tregua le posizioni degli jihadisti su Idlib, riducendo sempre più l’area da questi controllata dove sta avanzando l’Esercito siriano affiancato dai suoi alleati, Hezbollah e milizie sciite appoggiate dall’Iran.
I fronti di guerra si estendono e il contrasto di cui parla il presidente Biden con i “nemici dei valori americani” non sarà una passeggiata, visto che Russia, Cina e Iran sono ben decisi a difendere le proprie posizioni, i propri interessi nazionali e non hanno alcuna intenzione di ritornare al mondo del dominio unilaterale vagheggiato dai mondialisti e suprematisti alla Biden.
Ci saranno delle sorprese che non saranno di certo gradevoli per i sostenitori del primatismo americano che portano acqua al mulino del bellicoso imperialismo di Washington.

veronulla

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