Zelensky e la sua giunta sull’orlo di una crisi nervosa
di Luciano Lago
La situazione critica in cui si trova l’Ucraina, con il fallimento della sua controffensiva, sta facendo precipitare le cose e lo stesso premier ucraino, l’ex comico Zelensky, si trova sull’orlo di una crisi nervosa.
Zelensky punta il dito contro gli statunitensi per incolpare questi della sconfitta. Sembra che l’ex comico abbia perso la pazienza e la fiducia negli alleati e in particolare del presidente John Biden. Lui non si fida più di quanto gli avevano promesso e inizia a fare le sue rimostranze ai patrocinatori occidentali.
Zelensky ha qualificato i generali USA come idioti e da questo si è visto quale sia il grado di esaurimento nervoso dell’ex comico che sente il terreno franare sotto i piedi. Le accuse e le recriminazioni, che prima si mantenevano nell’ombra, adesso emergono pubbliche e creano un terremoto politico… I responsabili del fallimento dell’esercito ucraino vengono messi sotto accusa dalla stampa statunitense ed è iniziato il gioco del rimpallo delle responsabilità.
La stampa incontrollata, che fino a poco tempo prima stava nascondendo le tensioni, adesso le lascia fuoriuscire senza controllo.
Il regime di Kiev teme di essere presto sacrificato per gli interessi degli USA come accaduto in passato per altri alleati di Washington, tanto che negli USA i massimi responsabili politici e militari sono bloccati in una lotta di potere interna di tutti contro tutti.
L’occidente ormai non può più negare e tappare il sole con la mano, l’occidente non può smentire che dentro la sua coalizione si stia sgretolando il patto di fiducia esistente fino ad oggi. L’affanno della Nato e degli Stati Maggiori di sconfiggere Mosca sta producendo un risultato opposto rispetto alle previsioni.
I timori di Zelensky sono più che giustificati e l’abbandono da parte della Nato è più che evidente lasciando il paese in una difficile situazione, nonostante la consegna massiccia di armi e attrezzature.
Carri armati ucraini distrutti dall’artiglieria russa
I media USA parlano ora senza infingimenti sul fallimento delle forze ucraine, tanto da NYT al Washington Post e segnalano che gli ucraini hanno la colpa di questo fallimento per non aver saputo utilizzare le armi e le tecniche suggerite dagli occidentali. Le critiche non si nascondono e la stessa CNN mette il dito nella piaga accusando l’esercito ucraino di scarsa efficienza, di essere malato di burocrazia e di mentalità arretrata, oltre a mancanza di coordinamento dei quadri di comando. Inoltre segnalano una mentalità sovietica tra i comandanti che ha causato enormi perdite senza precedenti, perché questi sapevano che il contrattacco, fatto nel modo in cui lo hanno fatto, era destinato a tali enormi perdite, come poi è avvenuto.
La cosa più sorprendente è che gli assessori USA, secondo il WSJ, già sapevano che il contrattacco non avrebbe avuto successo. Incluso il generale Mark Miley, fin da Novembre 2022, aveva ammesso della necessità di ottenere un cessate il fuoco e successivamente arrivare a un negoziato, per aspettare almeno un anno per una nuova controffensiva.
Il problema è che, mentre l’ Ucraina si esaurisce nel conflitto, le forze russe si sono fortificate considerevolmente con il reclutamento di altri 300 mila soldati e l’apparato industriale militare che lavora a pieno ritmo. Mosca si prepara al contrattacco finale e la situazione diventa sempre più critica. Un incontro tra una Ucraina esausta e un Occidente incapace di fornire valido supporto diventa fatale per le sorti del conflitto ucraino.
Zelensky aspetta disperatamente il risultato dai negoziati in Arabia Saudita ma l’orologio del tempo corre e il destino dell’Ucraina non sembra promettere alcuna possibilità di successo. Ci si chiede se potrà il paese sopportare altro tempo fino a ottenere una via d’uscita.
Al momento le due uniche opzioni percorribili per l’Ucraina sono sconfitta o pace negoziata.
Nel frattempo la Russia si prepara per una guerra prolungata con un apparato produttivo che sosterrà lo sforzo per molto tempo. I costi della guerra sull’Ucraina, hanno esercitato una pressione non indifferente ma la Russia ha incrementato la sua produzione industriale e le sue esportazioni. Questo sforzo bellico ha portato sì a un deficit di bilancio ma al momento la Russia mantiene la sua capacità di sostenere lo sforzo bellico ancora per un periodo indefinito.
La stessa cosa non vale per l’Ucraina e questo, per la giunta di Kiev e per l’ex comico Zelensky, equivale al suono di una campana a morto. Tale situazione spiega il nervosismo incontrollato del personaggio che tanto piaceva alle cancellerie occidentali. Adesso sembra che inizi a non piacere più.