Terrorismo e scontro di civiltà: da Nizza a Vienna si ripropone il vecchio paradigma del terrore

Terrorismo e scontro di civiltà: da Nizza a Vienna si ripropone il vecchio paradigma del terrore

di Luciano Lago

L’attentato alla basilica di Notre Dame a Nizza, seguito pochi giorni dopo dall’attacco terroristico di un commando jihadista a Vienna, ripropone all’improvviso il vecchio schema del conflitto di civiltà, quello che ha favorito in passato il clima di islamofobia e le “guerre al terrore” sponsorizzate dal trio Bush, Dick Cheney e Tony Blair.
Sarà che le fasi della storia tendono a riproporsi ma è indubbio che questa recrudescenza degli episodi di terrorismo jihadista in Europa torna utile per chi vuole creare un clima di terrore già alimentato dalla paura del Covid per giustificare il lock down e il coprifuoco nelle città europee.

L’attentato a Nizza, con la barbara uccisione di tre innocenti all’interno della basilica, è stato opera di un fanatico jihadista tunisino, sbarcato in Italia a Lampedusa, e questo è un fatto che riapre la questione terrorismo/immigrazione in Europa.
Non è certo il primo caso, era già successo più volte e in particolare viene da ricordare il caso dell’altro tunisino, Anis Amri, il terrorista che partecipò all’attacco contro i mercatini di Natale a Berlino, costato la vita a decine di persone che si trovavano sul posto. Anche in quel caso fu un tunisino sbarcato in Italia, passato poi in Germania per compiere attacchi terroristici e rientrato in Italia dove, a Sesto San Giovanni, fu intercettato e ucciso da una pattuglia di polizia italiana che aprì il fuoco per neutralizzarlo. Senza menzionare altri casi meno clamorosi ma ugualmente significativi.

Dell’attacco a Vienna, ancora mentre scriviamo non si sa molto ma sicuramente è stato attuato con una tattica diversa da parte di un commando armato che ha pianificato le sue mosse e scelto gli obiettivi. Si saprà a breve se si tratta di elementi arrivati da paesi del nord Africa o del Medio Oriente, magari anche per questi con tracce di passaggio dall’Italia.

Attacco jihadista a Vienna

Ci sono varie lezioni da apprendere da questi episodi e valgono in particolare per l’Italia.

Primo: Si conferma che nel flusso migratorio che si svolge attraverso barconi e barchini dalla Tunisia verso l’Italia, oltre ai migranti economici, ci sono elementi terroristi mescolati ai migranti che utilizzano la tratta per sbarcare in Europa. Questo smentisce le affermazioni fatte in passato dai politici della sinistra italiana governativa secondo i quali non ci sono terroristi sui barconi (Gentiloni, Renzi, Alfano, ecc..).

Secondo: La diffusione delle cellule del terrorismo in Europa si sta progressivamente attuando nel silenzio e nella complicità degli ambienti politici dei paesi europei o per inerzia, come nel caso dell’Italia, o per complicità, come nel caso della Francia e del Belgio, paesi che hanno fornito appoggio, supporto e fornitura di armi ai gruppi terroristici salafiti che hanno operato in Medio Oriente, in particolare in Siria ed in Iraq, per rovesciare governi sovrani come quello di Bashar Assad in Siria.
Questo appoggio oltre ai paesi europei è stato fornito anche da USA, Turchia, Arabia Saudita e Israele, sempre con la stessa finalità di attuare cambi di regime o balcanizzazione di paesi come la Siria, favorendo l’instaurazione di un califfato di tipo saudita/wahabita, come risulta da molti documenti desecretati. Una strategia che è chiaramente fallita grazie alla resistenza del popolo siriano, libanese e iracheno ed all’intervento della Russia e dell’Iran.

Risultano quindi fuori luogo e del tutto false, oltre che ipocrite, le affermazioni fatte da personaggi come il francese Emmanuel Macron il quale sale sul podio e rivendica la lotta contro il terrorismo radicale islamico, proprio lui che rappresenta un paese che è stato complice dichiarato e sostenitore del terrorismo jihadista quando questo serviva per i suoi obiettivi geopolitici.
Ancora peggio risultano le dichiarazioni fatte da esponenti della destra conservatrice filo atlantista in Italia, come Matteo Salvini, il leader della Lega, il quale ha testualmente dichiarato: “Ora con i parlamentari della Lega a Roma all’Ambasciata di Francia, paese sotto attacco dalla violenza bestiale del terrorismo islamico. Oggi siamo tutti francesi senza se e senza ma serve un impegno di tutti per sradicare dall’Italia e dall’Europa il fanatismo di chi uccide in nome dell’Islam. No alla sharia in Europa tolleranza zero contro gli Stati canaglia come l’Iran, chiusura dei luoghi di culto……”
Il falso di Salvini appare clamoroso: Gli stati canaglia che appoggiano il terrorismo sono stati e sono l’Arabia Saudita, la Turchia, oltre agli stessi Stati Uniti e alla NATO che hanno apertamente appoggiato quelli che chiamavano “terroristi moderati” ,forse perchè sgozzavano le loro vittime in maniera più soft rispetto agli altri.
La Siria, l’Iran e il Libano degli Hezbollah sono stati i paesi e le formazioni che hanno combattuto aspramente il terrorismo pagando un grande tributo di sangue. Indicare l’Iran, sciita, fortemente ostile all’Arabia Saudita, quest’ultima ispiratrice del wahabismo/salafismo (l’ideologia dell’ISIS) e finanziatrice e sostenitrice dei gruppi terroristi, è una falsificazione evidente della realtà che dimostra la subordinazione di Salvini (e della destra filoatlantista italiana, idem alla sinistra di PD e soci) alla narrazione propagandistica degli USA e di Israele.

Questi episodi di terrorismo fanno pensare che ci sia una regia dietro di chi vuole riproporre lo schema di tipo fallaciano dello scontro di civiltà, questa volta non per imporre altre guerre (quelle che ci sono sono già abbastanza) ma per imporre un clima di terrore e di stato di assedio in Europa che possa giustificare le misure di limitazione delle libertà e di controllo sociale che sono già in buona parte determinate dal Covid ma che potrebbero essere ulteriormente accentuate con la lotta al terrorismo jihadista.
Gettare la colpa su tutte le comunità islamiche presenti in Europa senza distinguere le responsabilità di chi ha favorito l’immigrazione incontrollata a seguito della destabilizzazione dei paesi del Medio Oriente e nord Africa (Libia in particolare), di chi ha chiuso gli occhi di fronte alla predicazione salafita all’interno di queste comunità, grazie all’alleanza dei paesi occidentali con Arabia Saudita e Qatar (gli sponsor del radicalismo salafita), è una forma di distrazione di massa dal cuore del problema.

Macron familiarizza con il noto criminale, principe Mohamed Bin Salman dell’Arabia Saudita

Il presidente francese Emmanuel Macron, con la sua difesa di quella che chiama libertà di espressione, difende la blasfemia e le ingiustificabili offese alle religioni degli altri . Nello stesso tempo è evidente l’ipocrisia di Macron il quale parla di libertà, ma quando è il sionismo ad essere criticato per i suoi crimini e le violazioni dei diritti umani del popolo palestinese, in quel caso scattano le manette ed i processi per chi azzarda le critiche ai “padroni del discorso”, come insegnano i casi del comico Dieudonnè, del prof. Robert Faurisson e di altri. Si tratta di una evidente ipocrisia e inaccettabile forma di doppi standard.
Affermare come fa Macron che “la Francia è sotto attacco”, dimenticando come sia stata la Francia che ha attaccato gli altri paesi senza alcuna giustificazione, come è accaduto con gli interventi in Libia, in Siria, in Libano, in Afghanistan, in Costa d’Avorio, nel Ciad e altrove.
Questo senza comprendere la desolazione di milioni di esseri umani, che hanno subito e subiscono gli atti di aggressione della Francia e dei suoi alleati . Illusorio pensare che questo non comporti delle conseguenze per il paese aggressore, la Francia, anche sul suo territorio.

Altro che libertà di espressione, attualmente la Francia si distingue per impedire alle loro voci libere di esprimersi, negando loro la libertà di espressione, vedi i circa 40.000 processi e carcerazioni per i ribelli del “gilet gialli”. Questa è la Francia della Liberté, Égalité e Fraternité, chiacchiere vuote e pura retorica.
Quando si parla degli attentati, delle morti e dell’uso politico che se ne fa, è necessario chiedersi: la vita di un parigino, di un europeo, vale più di quella di un arabo, musulmano o cristiano, o druso che sia? Le morti di innocenti, senza alcuna discussione sono riprovevoli, tuttavia quando si tratta di quelle che avvengono sul suolo francese suscitano più scalpore che nel resto del mondo. Un attacco in Francia riempie i titoli dei media. Un attacco a Tripoli, Damasco, Ramallah, Al Quds, Homs, Beirut sono semplici numeri : arabi, neri, musulmani, estremisti. Per Macron e soci quelli non sono esseri umani, sono semplicemente parti di un mondo che deve essere temuto e tenuto il più lontano possibile.

Comunità cristiane in Siria abbandonate dall’Europa alla mercè dei terroristi jihadisti e difese da Esercito siriano ed Hezbollah
Hezbollah, brigata cristiana difende le comunità di Siria e Libano

Le comunità cristiane della Siria, salvate dall’intervento dell’Esercito siriano e da Hezbollah, questi concetti li hanno ben impressi e non lo dimenticano. In particolare non hanno dimenticato chi ha armato e sostenuto i terroristi jihadisti che volevano la loro distruzione e annientamento e chi ha voltato loro le spalle: l’Europa.
Per capire quale sia il problema, Salvini, Meloni e soci dovrebbero andare a visitare quelle comunità e parlare con loro per chiarirsi le idee e ridurre la loro ignoranza a meno che sia una voluta malafede per ossequiare i loro referenti di Wasahington e Tel Aviv.
L’Europa ha perso l’occasione di offrire una sponda si salvezza per queste comunità ed oggi si illude di sfuggire al caos, baloccandosi con l’ipocrisia dei doppi standard e la falsa morale.

veronulla

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