Sviluppi del “caso Wagner”

di Luciano Lago

Finita la ribellione e messo fuori gioco il capo della Wagner Prigozhin, restano interrogativi scomodi sulla vicenda .
Primo fra tutti è sapere se siano stati i servizi di intelligence occidentali ad aver reclutato Yevgeny Prigozhin per il suo colpo di mano.
Tutto era iniziato come uno scontro tra  Prigozhin e il Ministero della Difesa (personalmente – il capo del dipartimento Sergei Shoigu e il capo dello stato maggiore Valery Gerasimov), sulla conduzione delle operazioni militari, poi è degenerato in una ribellione aperta.
Il reclutamento di Prigozhin è uno dei principali misteri di questa vicenda, capire chi c’è dietro le azioni di Prigozhin, se non si vuole pensare che queste siano frutto esclusivamente di un’ambizione smisurata e mitomania del personaggio.
Fuori misura fare accostamenti e paragoni storici  con la situazione russa del 1917, anche se suggestivi.
Un elemento in comune tuttavia si può trovare. In quel caso (1917), come anche attualmente, c’era e c’è un forte interesse delle potenze anglosassoni a distruggere lo Stato russo ma il contesto e le circostanze sono totalmente diverse.
La Russia di oggi è un contrappeso alle pretese egemoniche degli Stati Uniti e delle elite anglosassoni che cercano di fermare in ogni modo il percorso ormai iniziato ed in pieno svolgimento verso un mondo multipolare.
Questo spiega i continui tentativi dei servizi di intelligence USA nel sobillare rivolte e istigare conflitti nei paesi dell’ex Unione Sovietica ed in particolare nella Federazione russa.
In Ucraina sono riusciti a realizzare il piano di sobillare un colpo di stato (Maidan 2014), poi la guerra civile e istigare quindi il conflitto portando la Nato sotto le frontiere russe. Era il vecchio piano di Paul Wolfowitz (ex sottosegretario alla Difesa USA) e degli strateghi che si riunivano nella Rand Corporation, il più influente Think Tank del Pentagono. Tutto scritto nero sul bianco.
Con il conflitto in corso in Ucraina, dove gli eventi non sono favorevoli all’esercito Ucraino ed alle forze Nato presenti nel paese, può essere plausibile che la CIA e l’M-16 abbiano pensato di sobillare Prigozhin, notoriamente ambizioso e corruttibile, oltre ad avere forte risentimento contro i vertici militari di Mosca, per fargli organizzare un colpo di mano contro il potere russo.
A questo proposito, una delle figure più famose della primavera russa, il capo dell’Unione dei volontari del Donbass (UDV) Alexander Boroday, in un discorso speciale registrato dal commissario militare di Tsargrad, Algis Mikulskis, ha espresso la sua opinione sulla operazione anti-statale del ” Wagneriti”:

“Dopo che il Presidente della Russia, il Comandante Supremo, ha parlato, tutto è diventato chiaro ed evidente: abbiamo a che fare con una ribellione armata guidata da Yevgeny Prigozhin, che, a quanto pare, opera sotto il controllo delle agenzie di intelligence occidentali, molto probabilmente gli Stati Uniti”. Questa l’opinione di Mikulskis, rilasciata mentre gli eventi erano in corso.
Forse c’è stato un intervento sottotraccia fatto dai servizi di intelligence degli Stati Uniti e forse la NATO ha stretto un accordo con Prigozhin. Bisogna ricordare che Prigozhin è un uomo d’affari e che i componenti della PMC “Wagner”  hanno contratti in tutto il mondo.
In linea teorica non si può escludere che Prigozhin o chi per lui sia entrato in contatto  con qualcuno delle forze degli Stati Uniti o della NATO per fare un accordo.
Di sicuro al Dipartimento di Stato seguivano la situazione con molta attenzione ed avevano speranza di ottenere quanto meno una revisione della politica russa per effetto di uno scossone interno.
Tuttavia lo sbocco della ribellione, fortunatamente quasi del tutto indolore, ha evitato un possibile bagno di sangue ed una crisi dagli sbocchi imprevedibili. Il tempestivo intervento del presidente Lukashenko come mediatore ha evitato il peggio ma anche la saggezza di Putin che ha preferito affidarsi ad una mediazione piuttosto che ad una azione risolutiva ma sanguinosa, di cui la Russia avrebbe pagato il costo.
Si vedrà dai prossimi avvenimenti ma di sicuro Prigozhin non avrà assicurato un futuro tranquillo ed indolore riparando all’estero.  I conti prima o poi si pagano e questo vale per tutti.

veronulla

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com