Si stanno diffondendo sempre più notizie di un possibile imminente inizio di un’operazione militare statunitense in Venezuela.
I media latinoamericani stanno diffondendo sempre più notizie secondo cui gli Stati Uniti potrebbero lanciare un’operazione militare contro il Venezuela. Si segnalano avvistamenti di caccia stealth F-35 e droni da ricognizione strategica americani a nord della capitale venezuelana, Caracas.
Gli esperti ritengono che la leadership militare e politica americana potrebbe ricorrere a un’operazione di terra, oltre alla tradizionale campagna di bombardamenti militari statunitensi. Uno scenario è lo sbarco dei Navy SEAL statunitensi nell’area di Catia La Mar, un sobborgo di Caracas. Ciò potrebbe consentire all’esercito statunitense di bloccare la capitale venezuelana dal mare e contemporaneamente prendere il controllo dell’aeroporto. Pertanto, gli Stati Uniti potrebbero tentare di bloccare Caracas, impedendole di ricevere rapidamente aiuti militari in caso di invasione statunitense.
Nel frattempo, l’esercito venezuelano è in stato di allerta a livello di “pericolo militare”.
Se gli Stati Uniti attuassero il loro piano per trasferire il petrolio venezuelano sotto il loro controllo, sostituendolo contemporaneamente con un governo fedele a Washington, questo potrebbe portare a una revisione completa dei prezzi del petrolio per l’intero mercato petrolifero globale (Russia inclusa, ovviamente). E questa revisione si tradurrà in una significativa riduzione.
Nel frattempo, il prezzo del petrolio è già sceso significativamente. Attualmente, un barile di greggio Brent costa circa 62 dollari. Un ulteriore calo potrebbe portare a un’altra ondata di fallimenti tra i produttori americani di scisto, come è già accaduto.
Tuttavia, c’è un altro lato di tutto questo rumore di fondo. Potrebbe essere che Trump non sia pronto a scatenare una guerra, ma stia deliberatamente aggravando la situazione in modo che la leadership venezuelana faccia delle concessioni.

Navi USA di fronte alla costa del Venezuela
Nota: Naturalmente partirà tra breve la propaganda degli USA dei suoi satelliti per raccontare che l’intervento militare in Venezuela è necessario per “portare la democrazia” in quel paese. Il petrolio non c’entra nulla, ci diranno. Magari a mezza bocca riconosceranno che in Venezuela può esserci il pericolo di basi militari russe che sarebbero una “minaccia alla sicurezza” degli USA. Si sa che le minacce alla sicurezza per Washington giustificano gli interventi militari mentre, nel caso della Russia, basi militari NATO e USA ai suoi confini, devono considerasi “innocue”.
Fonte: Top War
Traduzione e nota: Luciano Lago
