Rivelata la distruzione di 136 veicoli israeliani a Gaza. Abu Ubaida (portavoce resistenza): lo scambio di prigionieri è l’unica via

Il portavoce delle Brigate Al-Qassam, Abu Ubaida, in un discorso audio e video, rivela che la resistenza ha distrutto 136 tra carri armati e veicoli militari dell’“esercito” di occupazione israeliano in scontri di terra. Ha anche sottolineato che ogni prigioniero appartiene alla stessa categoria e che non si può accedere a questa trattativa se non attraverso un accordo di scambio.
Il portavoce delle Brigate Al-Qassam, Abu Ubaida, ha annunciato in un discorso audio e video le perdite dell’esercito israeliano negli scontri sul campo tra la resistenza palestinese e le forze di occupazione che penetrano nella Striscia di Gaza.

Egli ha annunciato che il Qassam ha distrutto sul campo di battaglia 136 carri armati e veicoli militari dell’“esercito” di occupazione, sottolineando che la resistenza ha causato enormi perdite tra le file del nemico.
Ha inoltre sottolineato che questi veicoli, distrutti dalla resistenza sul campo nella Striscia di Gaza, sono in grado di “occupare un paese vasto, esteso e pienamente sviluppato”, mentre il nemico li spinge su un fronte che “dove non esiste un carro armato, un aereo, una pista o anche una montagna, un altopiano o un terreno difficile”.

Per documentare le perdite dell’occupazione, Abu Ubaida ha annunciato scene pubblicate da “Al-Qassam” pochi minuti dopo il suo discorso, che mostrano “un aspetto della grandezza dei combattenti della resistenza palestinese e della loro lotta contro il nemico asserragliato negli edifici, dando la caccia ai suoi carri armati e distruggendoli, ” e ha sottolineato che questa è “la punta dell’iceberg di ciò che i nostri combattenti stanno facendo e faranno”.

Nei dettagli del campo, ha spiegato che la resistenza sta manovrando con le forze d’élite dei nostri mujaheddin, “quindi si dedicano a colpire il nemico nelle sue retrovie e tendere imboscate al nemico e ai suoi carri armati”.

Il portavoce ha sottolineato che la resistenza sta distruggendo i veicoli israeliani dal “punto zero e dalla portata effettiva delle armi anti-corazzate e antiuomo”, sottolineando anche che le armi dei cecchini continuano a prendere di mira i soldati di occupazione, e che le armi dell’artiglieria prendono di mira gli edifici in cui sono rintanati i soldati dell’occupazione.

Abu Ubaida ha sottolineato che tutti questi risultati ottenuti dalla resistenza palestinese vanno contro un “esercito” che viene considerato “il più forte della regione” e che possiede un’enorme forza corazzata e brigate d’élite sostenute dalla terra. , mare e aria.

Prigionieri contro prigionieri delle stesse categorie

Abu Ubaida ha confermato che il dossier dei prigionieri è ancora presente, “e l’unica strada è un accordo di scambio”, ribadendo la disponibilità della resistenza ad attuare questo “completamente o in parte”. (E’ Israele che deve decidere la sorte degli ostaggi).

Tra le pieghe del suo discorso è emersa la proposta di Al-Qassam per concludere questo accordo: “Donne in cambio di donne, malati in cambio di malati e soldati in cambio di quadri militari della resistenza palestinese”.

Ha detto: “Abbiamo prigioniere nelle carceri, e l’occupazione ha prigioniere tra le nostre donne. Abbiamo prigionieri palestinesi civili, malati e anziani nelle carceri nemiche. Abbiamo prigionieri israeliani delle stesse categorie. Abbiamo combattenti e militanti della resistenza nelle prigioni dell’occupazione, e il nemico ha catturato nostri soldati combattenti.”

Allo stesso modo, Abu Ubaida ha rivelato che l’occupazione ha ostacolato, nei giorni scorsi, il processo di rilascio di 12 prigionieri detenuti dalla resistenza a Gaza, sottolineando che con questa “intransigenza si mette in pericolo la vita dei prigionieri stranieri e la loro propria mentre i bombardamenti continuano”.

Abu Ubaida ha elogiato il valore e l’audacia dei Mujaheddin sul campo, “e il loro coraggio senza precedenti nella storia contemporanea”, 33 giorni dopo la battaglia del “Diluvio di Al-Aqsa”, sottolineando che continuano ad affrontare l’aggressione israeliana su tutti gli assi, mentre il nemico evita il pieno impegno con loro.

La resitenza ha annunciato una “nuova fase di rabbia” e resistenza a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme, e su tutti i fronti e le arene, invitando i combattenti e il popolo palestinese a mobilitarsi in tutta la terra di Palestina e a schiacciare il piano sionista.

Fonte: AL Mayadeen

Traduzione: Fadi Haddad

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