“Parlare di carcere nel carcere”: un’occasione mancata a Torino
Un’occasione mancata. Così le associazioni promotrici della proposta di legge “Sciascia-Tortora” – Amici di Leonardo Sciascia, Fondazione internazionale per la giustizia Enzo Tortora, ITALIASTATODIDIRITTO, la Società della Ragione e l’Unione delle Camere Penali Italiane – hanno definito la decisione del Provveditorato regionale del Piemonte dell’Amministrazione penitenziaria, che ha revocato in extremis l’autorizzazione per la presentazione della proposta all’interno del carcere di Torino.
L’incontro, inizialmente previsto per venerdì 24 ottobre nella Casa Circondariale Lorusso Cutugno di Torino, si è tenuto comunque nello stesso orario, ma presso la sede della Fondazione dell’Avvocatura Torinese Fulvio Croce.
Una “decisione tardiva e incomprensibile”, hanno scritto le associazioni, ricordando come analoghe iniziative si siano svolte in altri istituti penitenziari e auspicando che possano continuare a farlo.
Il testo di legge “Sciascia-Tortora” – elaborato dalle stesse organizzazioni – propone un percorso di formazione per i magistrati che includa non solo lo studio dei grandi testi del pensiero giuridico, ma anche un’esperienza diretta di alcuni giorni negli Istituti detentivi. Un modo per “conoscere i luoghi in cui decine di migliaia di persone sono rinchiuse in attesa di giudizio o in esecuzione di pena, troppo spesso in condizioni contrarie alla dignità umana, ai principi costituzionali e ai diritti fondamentali”.
Le associazioni hanno richiamato l’urgenza di riportare l’attenzione sul sistema penitenziario italiano, segnato da una crisi profonda e da un tasso di sovraffollamento che contribuisce alla tragedia dei numerosi suicidi in carcere.
“Le occasioni di apertura del carcere alla società civile – hanno affermato – dovrebbero essere considerate momenti preziosi di dialogo e confronto. Perché impedire di parlare del carcere nel carcere?”
Il comunicato si è chiuso con un impegno che suona come una promessa: “Non ci rassegniamo e continueremo a bussare alle porte del carcere, per dialogare, confrontarci, discutere, conoscere e capire. Aprire il carcere al discorso sul carcere fa bene alla società. Chiuderlo non fa bene a nessuno.”
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