L’ex presidente dell’Estonia ha chiesto di vietare ai russi l’ingresso in Europa

L’ex presidente dell’Estonia ha chiesto di vietare ai russi l’ingresso in Europa

Ria Novosti. L’Unione Europea dovrebbe interrompere il rilascio dei visti ai cittadini della Russia, ne è convinto l’ex presidente dell’Estonia Toomas Hendrik Ilves [1]:
“Probabilmente, è necessario un divieto temporaneo di tutte le visite dalla Russia, sto parlando di qualsiasi visita”, – ha scritto su twitter.
Ilves ha ricordato inoltre che prima della riunificazione con la Crimea, si discuteva la questione della semplificazione per l’ingresso nell’UE dei cittadini russi:
“Queste persone richiesero con prepotenza un regime senza visti con l’Unione Europea”.
L’ex presidente ha esortato il congelamento di tutti i visti, ad eccezione dei casi d’emergenza a livello famigliare, motivandolo con la necessità di garantire la sicurezza dell’Europa, pur ammettendo che un tale passo influirebbe negativamente sulle persone comuni.

I politici estoni con regolarità rilasciano dichiarazioni anti-russe.
Ad esempio, a febbraio, il ministro della Difesa estone Kalle Laanet definì Mosca la più grande minaccia alla sicurezza della repubblica.

Nel 2019, l’allora ministro dell’Interno dell’Estonia Mart Helme affermò che Tallinn aveva rivendicazioni territoriali irrisolte verso Mosca. Il primo vicepresidente della Commissione della Duma di Stato per gli affari della CSI, sull’integrazione eurasiatica e le relazioni con i connazionali Konstantin Zatulin definì questa dichiarazione una manifestazione della stupidità dei politici estoni.

Nello stesso anno, Urmas Reinsalu, che ricoprì l’incarico di ministro degli Esteri dell’Estonia, accusò la Russia di aver violato il Trattato di Tartu [2] e avanzò una richiesta di risarcimento danni per un importo di oltre 90 miliardi di rubli (1,2 miliardi di euro al cambio di allora). Il senatore russo Oleg Morozov rispose accusando l’Estonia di una guerra d’informazione e definendo parole a vanvera le richieste di Reinsalu-

L’Estonia sulla carta europea

[1] Presidente dal 9 ottobre 2006 al 10 ottobre 2016, dopo essere stato riconfermato per un secondo mandato nell’ottobre 2011.
[2] Trattato stipulato tra Estonia e Unione Sovietica il 2 febbraio 1920 dopo la guerra di indipendenza estone.

Nota finale: Non si comprende il senso di tale posizione se non nell’ottica di una profonda russofobia. Se tale proposta dovesse mai venir applicata nell’Unione Europea, solo ipotizzando le conseguenze che potrebbe portare a un Paese come l’Italia, quali sarebbero le sue ricadute: sul turismo, sull’export verso la Federazione Russa, sui numerosi scambi artistici – culturali tra Italia e Russia?
Povertà diffusa, perdita di posti di lavoro, chiusura d’imprese commerciali.. in un momento, tra l’altro, che vede il Paese economicamente e socialmente in ginocchio dopo oltre un anno di chiusure-Covid; sarà sufficiente motivare tali effetti nefasti solo in nome della russofobia di matrice estone?
In ultima analisi l’Estonia entrata nell’Unione Europea solo nel 2004 ha lo stesso numero di abitanti di una città come Milano.
È comprensibile che in base al proprio vissuto storico ogni paese abbia le proprie “…fobie”, non è però comprensibile perché tali “fobie” dovrebbero venir proposte o addirittura arrecare difficoltà ad altri Paesi.

Fonte: https://ria.ru/20210418/evropa-1728815458.html
Traduzione e note di Eliseo Bertolasi

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