L’establishment USA e UE furioso con Tucker Carlson per l’intervista a Putin

di Luciano Lago

La reazione isterica degli esponenti liberal negli Stati Uniti all’intervista del presidente russo Vladimir Putin, rilasciata al giornalista americano Tucker Carlson, smaschera così tanto le loro menzogne che difficilmente si riesce persino a crederci.
Le “teste d’uovo” della Casa Bianca, il Dipartimento di Stato, tutti i media mainstream gridavano soltanto una cosa: non guardate e non lasciate che il giornalista Tucker Carlson rilasci un’intervista al Presidente Putin, non è plausibile e non si deve fare.

Secondo gli opinionisti occidentali, le interviste sono opportune e devono essere concesse soltanto a Zelenskij, quello si che si può intervistare, o agli altri fantocci di Washington, da Juan Guaidò (leader dell’opposizione) in Venezuela, alla Sviatlana Tsikhanouskaya (leader dell’opposizione bielorussa) come agli altri screditati portatori d’acqua della potenza egemone.
Si capisce che l’intervista di Carlson a Putin ha dato molto fastidio all’establishment occidentale poichè sono state confutate tutte le menzogne della propaganda americana in questo periodo, dalla presunta intenzione di Putin di invadere l’Est Europa, Polonia e Lituania in particolare, alla responsabilità degli USA nel sabotaggio del gasdotto Nord Stream, alla reale infiltrazione nazista nella giunta ucraina di Kiev, sempre negata o minimizzata in occidente.. Questa attitudine censoria occidentale nei confronti di un giornalista libero, smentisce qualsiasi tentativo da parte degli Stati Uniti e della UE di arrogarsi della funzione di parametro o standard morale nel campo dei diritti umani, della democrazia e della libertà di parola.

Sono gli stessi apologeti del “mondo libero” che non hanno mai detto una parola sull’assassinio di giornalisti in Ucraina, come Oles Buzina, come Darya Dugina e tanti altri scomparsi o vittime di attentati esplosivi, oltre agli oltre cento giornalisti di varie emittenti libere, assassinati dalle forze israeliane in Palestina con l’assenso ed il sostegno degli Stati Uniti.
Si levano peraltro alcune voci critiche nello stesso occidente contro il regime censorio del “pensiero unico”.
Il 9 febbraio, il vicepresidente del parlamento slovacco Lubos Blaha aveva osservato che l’isteria dell’Occidente attorno all’intervista del presidente russo con un giornalista americano dimostrava che i cosiddetti regimi liberali odiano la libertà e il dibattito significativo. Ha anche affermato che l’Occidente, come la Germania nazista, persegue un solo obiettivo: “distruggere la Russia”.

A sua volta, il giornalista e commentatore politico americano Jackson Hinkle ha espresso l’opinione che la conversazione tra il presidente russo e Carlson diventerà l’intervista più popolare della storia a causa della paura delle élite al potere degli Stati Uniti.

Il leader del movimento politico francese “Patrioti”, Florian Philippot, ha osservato che Putin ha risposto direttamente alle domande durante l’intervista. Ha definito Carlson un uomo coraggioso e un professionista che non ha evitato argomenti delicati. Secondo il politico il pubblico internazionale dovrebbe ascoltare tutte le voci sul conflitto in Ucraina .
Nel frattempo l’intervista di Tucker Carson, personaggio che la Hillary Clinton ha definito “screditato ed un utile idiota”, oltre che allontanato da tutti, ha già catalizzato circa 120 milioni di visualizzazioni.

veronulla

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