L’eroina, la strada e il signor David Mansfield

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo del Gruppo informale “Dal Ponte” e ITANPUD APS. Sulla questione segnaliamo questo articolo di Marco Perduca per la rubrica di Fuoriluogo su il manifesto del 5 luglio 2023.

Se non fosse l’ennesima dimostrazione di come, rispetto quanto siano complesse le dinamiche del consumo di sostanze illegali, le politiche e leggi vadano spesso negativamente a incidere su salute e diritti umani, quello che stiamo provando a raccontare, avvenuto da fine 2023 ad oggi, potrebbe far scaturire qualche sorriso in più e amare riflessioni in meno. Ogni storia ha i suoi protagonisti, in questa lo sono le persone, che a secondo la convenienza a qualcuno serve appellare tossici, tossicomani, oppure “consumatori controllati”. Insomma una variegata schiera di umanità, che comprende disoccupati a occupati, anche in lavori pesantissimi fisicamente, fino a studenti e studentesse, giovani e meno giovani. Comprende anche noi che proviamo in qualche modo a prendere parola. Insomma i protagonisti qui sono persone, nel caso specifico afferenti nell’area di Roma e Provincia. Tutto parte dalla strada, dalle piazze di spaccio della sostanza che assumiamo, se pur con differenti “ stili di consumo”. Interminabili viaggi da una parte all’altra del Raccordo Anulare (quello che, “circonda la capitale” come cantava Guzzanti/Venditti) stazioni della metro in orari improbabili, oppure incontri rapidi per mantenere una promessa (“ci penso io e ti raggiungo fra”) intorno al posto di lavoro, perché a un amico non lo si lascia star male, o ancora stazioni snodo dei trasporti regionali spesso presidiate da Polizia con tanto di unità cinofila: sono questi soprattutto gli scenari da cui parte questa storia. L’allarme arriva, segnando l’inizio di questa vicenda, dalla qualità dell’eroina che sembra non raggiungere un livello minimo accettabile. Significa, cercando un linguaggio vicino alla scienza, una qualità della sostanza in riferimento al principio attivo contenuto nella stessa, e quindi in grado di soddisfare le aspettative di chi l’assume.” Per una cosa del genere due anni fa ti facevi ridare i soldi indietro” commenta uno di noi, esprimendo la delusione e la rabbia per i venti euro appena spesi, anzi buttati. Questo confronto tra users avviene in maniera prima occasionale e sfuggevole, come sono spesso tante situazioni intorno alla “roba”. Sono scambi di sensazioni e impressioni negative sulla qualità di un prodotto che, presto si capisce, non riguardano un periodo momentaneo o uno specifico pusher. Questo confronto, con il passare dei giorni, delle delusioni, dell’alternare dei contatti, inizia a prendere una modalità un poco più strutturata. Tra i vari contatti si crea spontaneamente una rete che interessa una gran parte del territorio di Roma e Provincia. Tra alcuni users il rapporto è più consolidato tra altri è occasionale. Dopo diversi tentativi, cambi di pusher, confronti vari, il risultato appare evidente. E’ difficilissimo reperire sostanza di buona qualità. All’inizio di questa storia qualcuno di noi pensava fosse possibile che un grossista avesse preso un “pacco”, insomma una partita di merce scadente: se in giro però ci fosse stato di meglio, il malcapitato pusher avrebbe perso i suoi clienti e la merce di qualità si sarebbe venduta in gran fretta. Iniziammo invece con il tempo a capire si trattasse di ben altro. Ci deve essere qualcosa di più complesso che una partita tagliata troppo e male. All’interno di un gruppetto di noi users più unito e meno occasionale, le idee sulla situazione che stiamo vivendo sono tante e diverse. Poi mettendole insieme, provando a fare un ragionamento abbastanza lineare facciamo alcune deduzioni e formuliamo delle ipotesi. Una svolta è determinata dal materiale che ci arriva grazie a qualcuno tra noi un po smanettone su internet e qualcun altro più in rete con i servizi di riduzione del danno. Sono analisi della sostanza acquistata come “Eroina” effettuate da un servizio di riduzione del danno a Torino. Si chiama Neutravel e alcuni di noi scoprono l’esistenza del “drugcheking”. Qualcuno più giovane ha ricordi di qualcosa di simile alle feste dove andava diversi anni fa “ma lo facevano con dei liquidi colorati”. Ci accorgiamo che i campioni analizzati a Torino confermano le nostre ipotesi. Pensiamo allora alle analisi delle sostanze, quelle fatte in laboratorio e che sicuramente qualcuno sa perfettamente cosa sta girando ormai da mesi nelle piazze, perché gli arresti vengono fatti e le sostanze sequestrate analizzate in laboratorio. Prendiamo atto di un sistema di politiche e di servizi dove le prime, le politiche cioè, incidono pesantemente sui secondi, quindi sulla salute, perché i servizi rivolti a chi usa droghe a questo dovrebbero sempre poter mirare: la nostra salute. Allora arriviamo alla parte di questa storia che ha qualcosa di ironico. Succede insomma grazie a delle connessioni tra competenze diverse, che nel nostro quotidiano subentrano articoli di giornale e di agenzie specializzate che non erano per la maggior parte di noi qualcosa di conosciuto. Si crea un contatto indiretto, grazie alle unità di strada della riduzione del danno, tra users in diversi territori. E allora, quasi in una sorta di contaminazione, ci si scambia informazioni e impressioni che vanno dal reale, l’immediato, il percepito, l’acquisto fatto e consumato, per arrivare a una serie di informazioni che messe un po in ordine dicono qualcosa che, con molta cautela, ipotizziamo sempre più possa riguardarci. La produzione di oppio era previsto subisse un duro attacco in ragione della presa al potere dei talebani. Scopriamo che previsioni specifiche venivano formulate da diverse agenzie specializzate. E’ allora possibile che quello che stiamo vivendo in strada sia la ovvia conseguenza di quello che viene argomentato negli studi e nelle considerazioni da persone esperte e organismi vari? La cosa ci incuriosisce sempre di più, qualcuno tra noi è più cauto, però viene sempre più difficile comprendere come sia possibile che certe previsioni sembrano perfettamente in linea con quello che noi stiamo vivendo.

A un certo punto quindi tra siti internet e cercando fonti sempre più autorevoli, arriviamo alle chiare certezze del signor David Mansfield. Il signor David è un autorità in questo settore: ha lunga e approfondita conoscenza sulla questione dell’oppio Afghano. I suoi studi sono materiale prezioso per molte agenzie che si occupano di droghe e politiche sulle droghe. E’ stato, ma lo è tutt’ora, straordinariamente interessante avere degli strumenti, da fonti autorevoli, che possono dare a noi diretti interessati alcuni elementi per una riflessione di ampio respiro. Insomma vivere alcune cose in strada, e allo stesso tempo aver scoperto una fonte come David Mansfield è stata una sensazione particolare. Da allora è stato tutto un condividere e scambiarsi materiale, prevalentemente in inglese, e anche video come questo , poi chi ne ha avuto voglia ha anche approfondito la questione riguardo la complessità delle politiche sull’oppio in Afghanistan e come incidano sulla vita di milioni di Afghani. Intanto però c’era da affrontare la situazione reale in strada, forse, sempre più convinti sia così, collegata a questa drastica riduzione della produzione di oppio, al prezzo raggiunto all’ingrosso della materia prima. Calato l’entusiasmo ci siamo detti: possibile che davvero non sia così? Che strano essere diretti protagonisti di una situazione geopolitica, di dimensioni enormi, l’oppio nell’economia Afghana ha infatti un ruolo importante e complesso. Ma poi dobbiamo tornare alla nostra quotidianità: fa strano in questo periodo, leggere gli indifferenti e lontani dalla realtà, proclami di marketing da parte di alcuni professionisti dell’aiuto e della ” salvezza dei tossici” che parlano di overdose, e di una scena che si vuol far credere sia sempre uguale e immutata da decenni: non è così. Ma sappiamo che nell’ambito della bassa soglia, ci sono realtà che fanno meno “pubblicità della salvezza” e più fatti concreti. Il drugcheking ci sembra qualcosa di assolutamente necessario: non avrebbe solo il ruolo di indicarci la qualità di quello che compriamo, ma avrebbe un ruolo importante per tutelare la nostra salute, fare delle scelte. Ma soprattutto pensiamo quanto sia brutto e alienante essere i diretti interessati e non avere alcuna voce in capitolo. Ma ancora dobbiamo passare dalla teoria alla pratica, ai problemi che ogni giorno si vivono in relazione al proprio uso. Mai era successo che pusher con un improbabile italiano misto a inglese ti scrivessero per dirti di aver cambiato qualità e preso “cosa buona” per poi, qualcuno imbarazzato, riproporti la solita roba scadente. Ma a un certo punto ci siamo detti basta con il signor Mansifield la geopolitica, la immagini satellitari delle coltivazioni d’oppio che si riducono sempre di più.

Mentre noi, e probabilmente tanti altri come noi, ci troviamo di fronte le possibili conseguenze di quella che il signor David Mansfield ha definito una riduzione senza precedenti della produzione di oppio, insomma ci siamo chiesti: ma tutto questo come viene vissuto dai servizi, da chi si occupa di “dipendenze”? Si parla, ad esempio, di overdose ma è lecito domandarsi: overdose da cosa? Come viene valutato il rischio che, ad esempio, cercando sostanze che diano “potenza” a certi miscugli venduti per eroina, qualcuno metta la sostanza che non dovrebbe come taglio? Allora abbiamo pensato che, certo il drugcheking avrebbe oggi come oggi molto significato per alcuni tipi di consumo verso i quali non si era troppo spesso usato: spesso viene chiamato infatti “pill testing” perché è più orientato all’analisi di altri tipi di droghe. Pensiamo molte cose, pensiamo che questo del calo di disponibilità alla fonte di oppio, e quindi di eroina è un problema sotto diversi punti di vista, e il modo in cui verrà affrontato dipenderà da chi ha più potere economico e politico. Si potrà far finta di niente, tanto siamo abituati a chi parla di noi come qualcuno, per non dire qualcosa, di cui serve continuare la narrazione sociale stereotipata classica. Poi la realtà concreta, quello che succede realmente, conta meno. Anzi spesso la nostra carne rende meglio e serve a battere cassa ( di denaro pubblico, donazioni ecc) portando avanti lo stereotipo del tossico e del rischio overdose. E farebbe sorridere, ma amaramente, se certe narrazioni continuassero indifferenti a fronte di scenari in cambiamento. Come al solito testimoni privilegiati, sono e saranno chi per ovvie ragioni è a contatto con la realtà: oltre noi users quindi gli operatori della riduzione del danno, chi la pratica realmente osservando e studiando i fenomeni e cercando risposte alle necessità emergenti e basandosi sulle evidenze. Lo ripetiamo con convinzione: la conseguenza del crollo della produzione di oppio, e quindi la reperibilità di eroina, deve essere considerato un problema che va affrontato, il pericolo non è solo il Fentanyl che preoccupati aspettiamo da anni, si pensi le misure attuate nel 2019 dalla regione Emilia Romagna, ma sono tanti e molteplici. Non dovremmo aspettare i morti da Fentanyl, ne l’invasione di oppioidi sintetici, affidandoci a bollettini di agenzie, o cercando ad arrivare ad allerte riservate e quasi segrete che di allerta hanno ben poco. Più opportuno sarebbe osservare concretamente come avviene il cambiamento di un fenomeno e quali conseguenze genera. Non sono ancora abbastanza le realtà delle riduzione del danno che strutturano la nostra collaborazione, considerano il “pari” ( non l’ex) e il coinvolgimento attivo di noi users, un elemento cardine del proprio intervento per quanto ci rendiamo conto sia difficile, mancando una base culturale forte, difficile ma non impossibile. Forse sarebbe ora di cominciare, in concreto e di fatto, ad avviare percorsi che consentano una attiva collaborazione con noi , diretti interessati. Collaborazione che, oltre ad agire realmente sullo stigma e promuovendo empowerment, inclusione e dignità, sarebbe determinante per capire e comprendere in che modo affrontare le conseguenze di una realtà che, lo dice anche il signor David Mansfield, sembra avrà un cambiamento mai visto sin ora.

Gruppo informale “Dal Ponte” e ITANPUD APS

L’articolo L’eroina, la strada e il signor David Mansfield proviene da Fuoriluogo.

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