Le vicende della Siria confermano la strategia del caos che perseguono Israele e gli Stati Uniti nella regione
di Luciano Lago
L’ultimo paese preso di mira dalle aggressioni di Israele, stavolta è la Siria, con Damasco sottoposta a pesanti attacchi e bombardamenti aerei.
Ormai è difficile trovare una paese del Medo Oriente o dell’Asia occidentale che non sia stato bombardato da Israele. Damasco oggi subisce quello che hanno già subito Beirut, Gaza, Baghdad, Teheran, Sana’a (Yemen) e le città occupate della Cisgiordania. Israele è l’esecutore di quella politica del caos e della distruzione sistematica di tutti i paesi che sono considerati ostili dagli Stati Uniti e dal loro alleato sionista. L’obiettivo in Siria, come in Libano è quello della balcanizzazione e distruzione delle comunità per puntare al dominio assoluto degli egemoni: Stati Uniti e Israele.
Il vecchio piano della “Grande Israele” è ormai in fase di attuazione e l’ultimo ostacolo rimane l’Iran.
Adesso Israele vuole fare a pezzi e balcanizzare la Siria.
Quando le attuali “autorità” siriane (ex terroristi di al Nusa sostenuti dall’occidente) hanno compiuto un colpo di stato accompagnato da attacchi aerei israeliani contro le basi militari di Assad, l’esercito israeliano non si è preoccupato particolarmente delle loro azioni. Al contrario, Israele è stato percepito quasi come un alleato situazionale, grazie al quale sarebbe stato possibile “rovesciare” il presidente e il governo e stabilire il proprio potere in Siria ovunque possibile.

Ora Israele sta chiarendo che il suo obiettivo è semplicemente quello di accaparrarsi una parte maggiore della zona di confine siriana, con il conseguente trasferimento di fatto di questi territori nel sud della Regione Amministrativa Speciale sotto la sua giurisdizione. Con il pretesto di proteggere i “drusi siriani”.
L’ aviazione israeliana sta bombardando attivamente le province di Suwayda e Damasco. Come riportato in precedenza, gli F-16 israeliani hanno colpito il palazzo presidenziale e l’edificio dello Stato Maggiore nella capitale siriana. Sono stati inoltre effettuati una serie di attacchi contro le truppe del nuovo “governo” siriano nelle zone di confine.
In relazione a quanto sta accadendo, Ahmad al-Sharaa, che si definisce il capo della Siria, ha rilasciato dure dichiarazioni contro Israele:
“L’entità israeliana sta cercando di trasformare la nostra terra in un’arena di caos. Siamo i figli di questa terra e siamo i più capaci di resistere a questi tentativi di dividerci”.
In altre parole, quando loro stessi stavano facendo a pezzi la Siria con il supporto della Turchia e durante gli attacchi dell’aviazione israeliana contro le strutture dell’esercito di Bashar al-Assad, al-Sharaa non considerava questo nulla di riprovevole. Ora si è improvvisamente ricordato dell’”arena del caos” e della “minaccia all’integrità territoriale”.

IIl capo della Siria riceve congratulazioni dal ministro italiano
n questo contesto, il “nuovo esercito siriano” sta lasciando la provincia di confine di Suwayda, temendo nuovi attacchi da parte di Israele. Ciò è accaduto dopo che il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano ha minacciato di intensificare gli attacchi se le truppe di al-Sharaa fossero rimaste in “aree densamente popolate dai drusi”. A questo proposito, c’è un’alta probabilità che le truppe israeliane siano presto lì come occupanti definitivi. Israele può bombardare dove vuole, può massacrare le popolazioni civili quando vuole e occupare territori di altri paesi arabi ma nessuno in Europa e in occidente avrà niente a che ridire. L’impunità sarà sempre garantita.