La Resistenza Palestinese condanna gli omicidi e i crimini israeliani in Cisgiordania
Il movimento della Jihad islamica denuncia l’impiego di cecchini e attacchi aerei da parte dell’occupazione israeliana a Jenin come una pericolosa escalation, avvertendo che i continui crimini e le demolizioni di case non faranno altro che rafforzare la resistenza palestinese.
Il movimento della Jihad islamica palestinese (PIJ) ha condannato l’assassinio di tre giovani palestinesi a ovest di Jenin, compiuto dalle forze di occupazione israeliane con l’uso di cecchini e bombardamenti aerei, definendolo parte di un modello continuo di aggressione criminale in tutta la Cisgiordania occupata.
In una dichiarazione ufficiale, il movimento ha descritto gli omicidi come l’ultimo atto di assassinio da parte di cecchini israeliani in Cisgiordania, avvertendo che l’ escalation militare dell’occupazione riflette la crescente brutalità del regime e il suo disprezzo per le vite dei palestinesi.
Il movimento ha criticato l’uso di armi da cecchino e di attacchi aerei contro le case palestinesi in zone residenziali densamente popolate, descrivendolo come una “pericolosa escalation” che ha messo a nudo il vero volto delle politiche criminali dell’occupazione.
Ha aggiunto che le forze di occupazione hanno circondato la casa presa di mira e hanno impedito attivamente alle ambulanze di raggiungere i feriti, sottolineando un palese disprezzo per le norme umanitarie e il diritto internazionale.
Demolizioni di case e punizioni collettive
Il PIJ ha inoltre sottolineato i recenti atti di punizione collettiva, affermando che l’occupazione ha demolito 40 case nel villaggio di al-Sir ad al-Naqab nell’ambito di una campagna deliberata per sradicare i palestinesi dalle loro terre.
Inoltre, negli ultimi mesi sono state distrutte più di 1.000 case nei campi profughi di Jenin, Tulkarem e Nur Shams, a ulteriore dimostrazione del programma di sfollamento e controllo demografico dell’occupazione. Il movimento ha affermato che questi crimini non scoraggeranno il popolo palestinese, sottolineando che tali azioni non faranno altro che rafforzare la sua adesione al percorso di resistenza.
Ha avvertito che l’attuale traiettoria dell’occupazione minaccia non solo il popolo palestinese, ma anche l’intera regione, affermando: “Le politiche e l’aggressione dell’occupazione mettono a repentaglio la stabilità e la sicurezza dei popoli della regione”.
Il movimento ha concluso la sua dichiarazione ribadendo che la resistenza resta salda e che i crimini commessi a Jenin e nei territori occupati non rimarranno senza risposta.
Martedì mattina, l’attacco israeliano è avvenuto in seguito a un brutale raid a Jenin , durato ore di assedio, scontri armati e bombardamenti aerei nel villaggio di Kafr Qud, situato nel distretto di Jenin, nella Cisgiordania settentrionale.

All’alba, le forze di occupazione israeliane hanno circondato la casa della famiglia del martire Tamer al-Nasharti , residente nel campo profughi di Jenin. Il raid è iniziato con pesanti spari ed esplosioni, seminando il panico nella zona.
Secondo fonti locali citate dal National Media Center, le forze di occupazione hanno schierato bulldozer e veicoli militari sul luogo dell’assedio di Kafr Qud. Sono poi scoppiati scontri armati nei pressi dell’abitazione, da cui si è visto alzarsi un denso fumo.
Fonte: AL Mayadeen
Traduzione: Fadi Haddad
