La Dottrina del Nome: perché i governi preferiscono nemici che non possono arrendersi

Il Whiskey non ha mai firmato un trattato; né la cocaina, né il Covid. Eppure, per oltre cento anni, i politici americani hanno dichiarato “guerra” a queste astrazioni con la stessa certezza con cui hanno dichiarato guerra alle nazioni straniere. Ma, a differenza delle guerre contro nemici reali, queste crociate non possono mai concludersi con una vittoria perché non hanno capito che i nomi non possono arrendersi. Questa è la logica di quella che chiamo la dottrina del nome: quando i governi impostano le loro campagne contro astrazioni come povertà, vizio, rischio e così via, creano interventi che non hanno una conclusione naturale. Ogni fallimento giustifica un budget più consistente, poteri più ampi e una maggiore ingerenza nella vita quotidiana. La lezione è chiara: le guerre sui nomi sono concepite per essere permanenti. Spiegazione della dottrina La dottrina dei nomi inizia con una semplice verità: i governi amano nemici che non possono arrendersi. Gli eserciti possono essere…

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