Il piccolo Napoleone francese, Emmanuel Macron, ha incassato il boomerang della insurrezione delle periferie quando meno se l’aspettava

di Luciano Lago

Pur nella tragedia, c’è qualche cosa di ironico nella situazione della Francia di Macron, con l’insurrezione delle banlieue nelle città francesi che ha messo a ferro e fuoco il paese, a seguito della violenza poliziesca, dopo l’uccisione di un giovane immigrato.
Se si considera che pochi mesi prima, lo stesso Macron aveva definito le proteste in Iran come una “rivoluzione”, lui non immaginava che il boomerang imperiale – che possiamo definire come il ritorno delle pratiche coloniali alla metropoli e ai suoi innumerevoli meccanismi di potere – avrebbe messo lo Stato francese davanti alla propria vergogna.
Si potrebbe dire che quanto accaduto in Francia suona come un contrappasso dantesco per colui che aveva esaltato i disordini in Iran come “una rivoluzione”, visto che tale rivoluzione Macron adesso se l’è trovata a casa sua.
In aggiunta risulta che molte delle armi trovate nelle mani dei rivoltosi francesi sembra certo che provengono dalle armi occidentali fornite dall’Occidente all’Ucraina.
Curioso che tutto ricada su chi aveva sobillato i disordini in Iran e la violenza in Ucraina nel tentativo di rovesciare il regime (nel primo caso) e sconfiggere la Russia nel secondo.
D’altra parte, nessuna persona moderatamente informata avrebbe potuto descrivere quanto accaduto in Iran un anno fa come una “rivoluzione”. Nonostante i tentativi dei media, dei governi occidentali e di vari think tank , le proteste non sono state massicce e non hanno comportato una piena mobilitazione di tutti gli strati della società iraniana. In realtà tutti sapevano che i disordini e le violenze in Iran erano provocati da agitatori istigati e sostenuti dalle agenzie di intelligence occidentali, statunitensi, britanniche e francesi. Una volta neutralizzati questi soggetti, le agitazioni si sono spente come per incanto, sostituite da grandi manifestazioni di massa di sostegno allo Stato iraniano ed alla sua rivoluzione.
Macron e gli altri leader occidentali speravano in una rivoluzione a Teheran che non c’è stata, nel loro desiderio di vedere rovesciato uno Stato che oggi costituisce un baluardo nell’asse della Resistenza, assieme alla Siria di Bashar al Assad, al movimento Hezbollah, contro le trame dell’imperialismo di USA e di Israele.

Disordini Francia

Adesso Macron si trova solo nel fronteggiare la rivolta dei giovani immigrati di seconda generazione contro la violenza della polizia francese e l’emarginazione sociale prodotta da un sistema neo liberista che si preoccupa delle grandi concentrazioni di capitale e non delle fasce sociali più disagiate, mentre non è in grado di integrare le minoranze di immigrati che hanno presto costituito uno stato nello stato. Il figlioccio dei Rothschild appare disarmato e deluso di fronte al fallimento della società multiculturale, laica e progressista, da lui esaltata come “il nuovo” e “la modernità”.
Contro di questa si sono opposti in ordine di tempo per prime le classi medie e popolari francesi con la rivolta dei “gilets jaunes” che è stata soffocata da Macron e dal suo governo con una dura repressione. Adesso la società multiculturale francese ha dovuto affrontare la rivolta delle banlieue dove vivono ammassati centinaia di migliaia di immigrati di seconda e terza generazione che non si considerano francesi e si sentono emarginati dalla società, vivendo in zone che sono di fatto abbandonate dalle istituzioni.
Un sistema che promuove l’anarco tirannia lasciando prosperare le spinte distruttive di queste masse di giovani dove lo stato è assente come presenza sociale mentre cerca di reprimere la dissidenza utilizzando un regime di sorveglianza esteso.

Macron con Zelensky

Il fallimentare bilancio di Macron è inoltre evidenziato con la posizione assunta dalla Francia nel conflitto in corso in Ucraina dove Macron non ha esitato a immedesimarsi nel ruolo del perfetto vassallo dell’Impero USA a scapito degli interessi nazionali del suo paese. Così Macron invia armi all’Ucraina e parte di queste se le ritrova nelle mani degli insorti di Parigi e Marsiglia, questo mentre le truppe francesi vengono cacciate dai paesi africani che rifiutano il neocolonialismo di Parigi e lo stesso Macron riceve porte in faccia dal Sud Africa con la sua richiesta di partecipare al vertice dei BRICS.
Si potrebbe continuare ma è forse del tutto inutile infierire su un piccolo personaggio che oggi viene ridimensionato nella sua meschinità e nelle sue fisime di grandezza. La Storia procede in avanti e anche per lui è suonata la campana che preannuncia la fine del suo percorso.

.

veronulla

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com