Il National Geographic (falso) e le AI

Un amico ci ha segnalato un gruppo Facebook da oltre 1 milione di follower, il gruppo National Geographic Photography. Nato circa un anno fa e aperto dal profilo Rita Gomes Khakhkhar, oggi è un gruppo gestito da 24 profili diversi.

Un gruppo che, a quanto ci risulta, condivide moltissime immagini create con l’intelligenza artificiale, senza però che questo dettaglio non esattamente marginale venga in alcun modo segnalato nei post.

Sia chiaro, alcune delle immagini sono palesemente false, ma altre no; a una prima occhiata possono apparire come foto vere, e difatti alcune delle immagini accompagnate da storie assolutamente inventate diventano virali, alimentando il problema information disorder.

Un esempio recente è quello di questa fotografia:

Nell’immagine si vede una famiglia nera in costumi giapponesi, uomo con spada samurai, donna e bambino.

Condivisa con la descrizione:

Original Black Samurai In japan Family ❤

 

Ma in realtà si tratta appunto di un fake, realizzato con AI, fake che – se cercato in rete – scopriamo che è condiviso a tappeto. Sia chiaro, chi conosce a sufficienza gli strumenti tecnologici è in grado di difendersi da questo genere di condivisioni irrazionali, ma il pubblico generalista del web non ha quegli strumenti per discernere tra foto vere e false e, specie se è convinto di trovarsi su una pagina collegata in qualche modo a NatGeo, si fida. Purtroppo il nostro cervello una volta acquisita l’informazione fatica a rimuoverla, finché non ci verrà mostrato e spiegato perché e percome quella fotografia sia errata continueremo ad avere un’informazione sbagliata in testa. E forse anche dopo.

OIltretutto la rete è piena di troll, per cui sotto l’immagine falsa ne viene condivisa un’altra, sostenendo sia quella corretta:

Anche qui si vede una famiglia come prima, ma l’uomo è chiaramente di etnia africana, la donna asiatica e il bambino dovrebbe essere un misto tra le due etnie.

Ma anche questa è falsa, come spiegato dagli studiosi dello Smithsonian, e la storia di Yasuke samurai di per sé è un falso piena di ambiguità, anche se esistono documentazioni su un samurai nero, compresi dei disegni che lo mostrano in azione; solo che si tratta di storie che risalgono al XVI secolo, pertanto fotografie non ce ne possono essere di certo.

Onestamente sono convinto che tutti e 24 i profili che gestiscono il gruppo National Geographic siano in malafede e che siano tutti diffusori in un modo o nell’altro di disinformazione online, purtroppo gli admin dei social network non stanno facendo nulla per limitare la diffusione di questo genere di contenuti alimentando il problema information disorder a più non posso.

Scene come questa di Idiocracy sembrano sempre meno satira e più un futuro non così lontano:

Davvero non ci rendiamo conto della brutta china che stiamo prendendo?

maicolengel at butac punto it

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L’articolo Il National Geographic (falso) e le AI proviene da Butac – Bufale Un Tanto Al Chilo.

veronulla

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