Il ministro degli Esteri italiano dimostra di essere fuori dalla realtà

Tajani: nostre armi non saranno utilizzate in Russia
“Noi non siamo in guerra con la Russia, le nostre armi possono essere utilizzate solo in territorio ucraino. Difendiamo il diritto dell’Ucraina all’integrità territoriale”.

Così il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ospite di Piazzapulita su La7. “L’avanzata della Russia non sarà interminabile. Non mi pare che abbia vinto la guerra in una settimana, ha solo conquistato 4 villaggi. Dobbiamo impedire la vittoria di Putin”, ha aggiunto.
Queste le ultime dichiarazioni del ministro degli esteri italiano che, sul conflitto in Ucraina appare quanto meno disinformato sulla reale situazione sul fronte e cerca di minimizzare le conseguenze dell’offensiva russa e dello stato disastroso delle forze ucraine sul fronte di guerra, ormai prossime al collasso, come testimoniato da numerose fonti sia occidentali che internazionali.
Molto netto sul rifiuto di partecipazione di truppe italiane nel conflitto ma da Washington e dal comando Nato potrebbe arrivare una decisione opposta.
Ecco quindi che arriva una notizia fresca di oggi dagli USA:

Nyt: “La Nato valuta l’invio di istruttori in Ucraina”
La Nato valuta la possibilità di inviare in Ucraina degli istruttori in modo da addestrare i soldati di Kiev. Lo riporta il New York Times, sottolineando come una tale mossa spingerebbe gli Stati Uniti e l’Europa a essere più coinvolte nella guerra. Funzionari ucraini hanno chiesto alle loro controparti americane e della NATO di aiutare ad addestrare 150.000 nuove reclute più vicine alla linea del fronte per un dispiegamento più rapido. Finora gli Usa hanno detto no ma il capo dello stato maggiore congiunto, il generale Charles Q. Brown Jr, ha detto che uno schieramento di istruttori Nato appare inevitabile. (Fonte: Nyt, ‘la Nato valuta l’invio di istruttori in Ucraina’ (msn.com).

A Tajani non è stato chiesto come reagirebbe il governo italiano di fronte a una richiesta della Nato all’invio di istruttori italiani in Ucraina e questa sarebbe stata una domanda interessante.
Notare che, alle richieste della Nato di partecipazione italiana ai conflitti come in Serbia, in Libia o altrove, non c’è mai stata una risposta negativa ma, anzi una entusiastica adesione, anche quando l’interesse nazionale italiano (e la costituzione) avrebbero dovuto sospingere i governi a rifiutare tale partecipazione. Perchè questa volta, con l’Ucraina dovrebbe essere diverso?
Dubitiamo fortemente che il Governo Meloni/Tajani, totalmente subordinato agli USA, sia in grado di disobbedire a Washington ed alla Nato.
Inviare istruttori della Nato in Ucraina, a parte quelli che sono già lì (e questo lo sanno ormai tutti), richiederebbe poi una protezione militare a questi istruttori da parte dell’aviazione della Nato e la possibilità di scontro diretto della Nato con la Russia sarebbe a questo punto certa. Di conseguenza scatterebbe la clausola prevista dall’art. 5 della Nato e l’Italia, come gli altri paesi dell’Alleanza sarebbe allora obbligata a partecipare.

Le bugie hanno le gambe corte e pensare che le armi italiane non siano utilizzate dalla giunta ucraina per colpire il territorio russo, come affermato da Tajani, è una netta menzogna. La giunta ucraina fa ormai quello che vuole Washington e la sua strategia è proprio quella di colpire la Russia suo territorio con attacchi terroristici, come avvenuto a Belgorod o in Crimea. Le affermazioni di Tajani su questo argomento, circa le clusole poste dal governo, sono quindi risibili e lasciano il tempo che trovano.
Comprendiamo che Tajani voglia tranquillizzare gli italiani e far credere che l’Italia non partecipi alla guerra con la Russia ma le cose stanno diversamente e, quando sarà il momento di conseguenze nefaste (speriamo di no), non ci sarà nessuna scusa a coprire le responsabilità di Tajani e del governo atlantista di Meloni e c. nel coinvolgimento nel conflitto.

Luciano Lago

veronulla

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