Greta Thunberg sostiene che l’industria della moda e’ un “enorme contributore” al cambiamento climatico… mentre posa sulla copertina di Vogue

Greta Thunberg sostiene che l’industria della moda e’ un “enorme contributore” al cambiamento climatico… mentre posa sulla copertina di Vogue

L’attivista per il clima Greta Thunberg ha messo gli occhi sull’industria della moda come contributore al riscaldamento globale e allo sfruttamento dei lavoratori durante un’intervista con Vogue Scandinavia, posando anche sulla copertina della famosa rivista.
Per il suo primo numero in assoluto, Vogue Scandinavia presenta la Thunberg in copertina, la quale chiede grandi cambiamenti nel settore della moda.

“L’industria della moda contribuisce enormemente all’emergenza climatica ed ecologica, per non parlare del suo impatto sugli innumerevoli lavoratori e comunità che vengono sfruttati in tutto il mondo affinché alcuni possano godere della moda che molti considerano usa e getta”, ha twittato. .

Gli sforzi delle aziende di moda per promuoversi come “sostenibili”, “etiche” e “verdi”, sostiene Thunberg, “e’ stato quasi sempre puro greenwash”.

La copertina della Thunberg la mostra seduta sotto un albero, indossa un trench oversize e accarezza un cavallo.

L’industria della moda era stata precedentemente riconosciuta dalle Nazioni Unite come una delle industrie più inquinanti al mondo.

Sebbene la copertina della Thunberg è stata celebrata dalla sua consistente base di fan – vanta cinque milioni di follower su Twitter – alcuni non hanno potuto fare a meno di vedere il contrasto tra una copertina di Vogue e le critiche all’industria della moda.

Alcuni, tuttavia, hanno sostenuto che l’apparente mancanza di interesse della Thunberg per la moda ha reso il suo messaggiopiù incisivo e ha suggerito che avrebbe aiutato Vogue a trasmettere quel messaggio a un pubblico più interessato al settore.

Thunberg ha affermato nella sua intervista con Vogue che non ha comprato vestiti nuovi da anni e l’ultimo capo di abbigliamento che ha acquistato era “di seconda mano” – e questo è stato tre anni fa.

“Prendo solo in prestito cose da persone che conosco”, ha detto, aggiungendo che l’industria della moda non può produrre in serie “in modo sostenibile” oggi e ha bisogno di un “cambiamento sistematico”.

Fonte

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