Gli Stati Uniti temono persino la statua di Qasem Soleimani

Irrequieti per la vendetta dell’Iran, gli Stati Uniti hanno minacciato l’Iraq di sanzioni se collocherà una statua del comandante iraniano assassinato all’aeroporto di Baghdad.

Il 3 gennaio segnerà un anno dall’assassinio del comandante della Forza Quds, quella dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC) dell’Iran, il tenente generale Qasem Soleimani e il vice comandante delle Unità di mobilitazione popolare irachena (Al -Hashad Al-Shabi, in arabo), Abu Mahdi al-Muhandis, in un’operazione terroristica condotta per ordine diretto del presidente Usa Donald Trump, a Baghdad, la capitale irachena.

Come rivelato mercoledì dalla rete televisiva irachena Al-Ahad, l’amministrazione Trump uscente ha minacciato di imporre sanzioni all’aeroporto internazionale di Baghdad se lì fossero collocate statue commemorative in onore dei comandanti assassinati.

Il generale Soleimani quando era sul campo

Secondo i rapporti, il generale Soleimani e membri di alto livello delle forze del popolo iracheno erano arrivati ​​nella capitale irachena poco prima che i martiri cadessero nell’attacco terroristico con un drone MQ-9 Reaper americano nelle vicinanze dell’aeroporto internazionale. da Baghdad.
Il leader della rivoluzione islamica in Iran, l’ayatollah Khamenei, avverte che la vendetta per l’assassinio del generale Qasem Soleimani da parte degli Stati Uniti è certa.

Come riportato dalla televisione irachena, l’amministrazione Trump teme rappresaglie da parte dell’Iran, come da parte delle forze di Al-Hashad Al-Shabi o del popolo iracheno per questo crimine, nelle ultime settimane del suo mandato.
All’inizio di questo mese, fonti della Casa Bianca hanno avanzato la decisione di Washington di ritirare parte del personale dell’ambasciata in Iraq, temendo una possibile vendetta dell’Iran per l’assassinio del generale Soleimani.

Commemorazione del generale Soleimani

Cinque giorni dopo l’assassinio dell’eminente comandante persiano, l’ Iran ha bombardato due basi militari in Iraq, inclusa Ain Al-Asad , che ospitava le truppe statunitensi in Iraq. Teheran, però, ha assicurato che la vera vendetta per l’omicidio di Soleimani deve ancora arrivare.
Il parlamento iracheno, da parte sua, ha risposto all’attacco terroristico, approvando a gennaio una risoluzione che chiedeva l’espulsione delle truppe statunitensi dal Paese arabo.

Nota: Il generale Soleimani è stato il comandante dell’Asse della Resistenza che comprende la Siria, Hezbollah Libanese, resistenza palestinese e le forze sciite irachene; una volta assassinato Soleimani è divenuto un martire, un eroe ed un mito per tutti i popoli che resistono all’Impero USA, Sionista e che combattono per la propria indipendenza. Il generale rappresenta ormai un simbolo e come tale la sua figura incute paura ai dominatori anche da morto perchè questi sanno che le forze combattenti saranno infiammate da questo mito.

Fonte: Hispan Tv

Traduzione e nota: Luciano Lago

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