Droghe: dall’ONU una spinta alla Riduzione del Danno

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Con un clamoroso voto in plenaria, il primo dopo 50 anni di decisioni prese sempre con il metodo del consenso, la Commission on Narcotic Drugs delle Nazioni Unite di Vienna ha rotto l’ipocrisia che le aveva sempre impedito anche solo di nominare le parole Riduzione del Danno.” È così che Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe che rappresenta alle Nazioni Unite, introduce la notizia che la Commissione Droghe dell’ONU (CND) venerdì scorso ha approvato una risoluzione in cui, con uno storico voto 38 a 2 (contrarie solo Cina e Russia).

Il documento, presentato da 21 paesi, aveva al centro il dramma delle overdose, in particolare da da oppioidi sintetici, e le risposte in termini di politiche sulle droghe. Anche per questo gli Stati Uniti, dove l’epidemia di overdose ha provocato 650.000 morti negli ultimi 10 anni, dopo un lungo processo diplomatico di continua mediazione alla ricerca del “consensus”, in particolare con la Russia che rifiutava anche solo di nominare la riduzione del danno, hanno tenuto duro e costretto quest’ultima a chiedere il voto.

Per Fiorentinisi tratta un importante passo politico: sinora il “consensus” a Vienna (dove ha sede la CND, ndr) ha sempre impedito a quest’organo politico di prendere atto delle evidenze scientifiche che provano l’efficacia della riduzione del danno per prevenire anche le morti droga-correlate, oppure di affrontare temi “divisivi” come la riforma verso la regolazione. Ora che la riduzione del danno è ufficialmente entrata nel linguaggio della CND – continua Fiorentini – cadono tutti gli alibi: anche in Italia dove la crociata ideologica del sottosegretario Mantovano ha fatto rimuovere il termine dalla relazione sulle dipendenze del Governo Meloni.” “Il fatto è – sottolinea il segretario di Forum Droghe riferendosi all’ultimo decreto Fentanyl del governo – che non si risolve nulla creando allarme e inserendo nuove sostanze e precursori in tabella. Questa è solo propaganda: per salvare vite bisogna invece rendere disponibili dappertutto servizi di riduzione del danno”.

Susanna Ronconi, Responsabile delle Ricerche di Forum Droghe, anche lei a Vienna la scorsa settimana, sottolinea come sia “apprezzabile la scelta del Governo italiano di rimanere all’interno della posizione comune dell’Unione Europea, votando a favore della risoluzione. Adesso c’è solo da riprendere il lavoro fatto nell’ultima conferenza sulle droghe di Genova, approvare il Piano d’Azione Nazionale sulle Dipendenze (PAND) bloccato per motivi puramente ideologici dal Governo Meloni. È tempo – conclude Ronconi – di definire, implementare e finanziare gli interventi di Riduzione del Danno che sono Livelli Essenziali d’Assistenza, inattuati, sin dal 2017 come ci ha richiamato a fare il Comitato per i Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite.” 

L’Ufficio Stampa

Roma, 25 marzo 2024


Focus

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La Commission on Narcotic Drugs (CND) è l’organo di governo politico delle tre convenzioni dell’ONU sulle droghe (1961, 1971, 1988). Si riunisce a Vienna ogni anno, vi partecipano con diritto di voto 53 paesi fra quelli aderenti alle convenzioni, eletti a livello regionale. Fra questi l’Italia.

Le 2 novità storiche. La prima è che a differenza dei precedenti 50 anni di storia, per la prima volta si è andati al voto su una risoluzione da approvare in plenaria. Si è così usciti dal “consensus” di Vienna che per decenni ha reso impossibile adottare testi innovativi sul tema delle politiche sulle droghe. La seconda è l’inclusione in un testo approvato dalla CND del termine “Riduzione del Danno”, finora sempre espunto dal linguaggio per l’opposizione di Cina e Russia (ma un tempo anche degli stessi USA) che rendevano impossibile l’adozione di documenti con il metodo del consenso.

Il linguaggio innovativo. Nel dispositivo della risoluzione, la CND “Incoraggia gli Stati membri a esplorare approcci innovativi, come appropriato e in conformità con la legislazione nazionale, per affrontare più efficacemente le minacce alla salute pubblica e individuale poste dall’uso non medico e non scientifico di droghe, in particolare l’overdose, coinvolgendo tutti i settori interessati, sostenendo la ricerca, la raccolta di dati, l’analisi delle prove e la condivisione delle informazioni, rafforzando i sistemi di assistenza sanitaria e, come appropriato, in conformità con la legge nazionale e in base agli obiettivi delle convenzioni internazionali sul controllo delle droghe, se consentito dalla legge nazionale e incluso nelle politiche nazionali sulle droghe, misure di riduzione del danno volte a prevenire e ridurre al minimo le conseguenze negative per la salute pubblica e la società dell’uso non medico di droghe, anche al fine di prevenire e rispondere alle overdose, e costruire la capacità delle forze dell’ordine e degli operatori sanitari di rispondere a questa sfida.

Il risultato del voto. Hanno votato a favore 38 paesi: Argentina, Australia, Austria, Belgio, Bolivia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Francia, Finlandia, Ghana, Guatemala, Ungheria, India, Indonesia, Italia, Giappone, Lituania, Malta, Messico, Marocco, Olanda, Perù, Polonia, Portogallo, Corea del Sud, Arabia Saudita, Singapore, Slovenia, Sud Africa, Spagna, Svizzera, Tailandia, Trinidad e Tobago, Gran Bretagna, USA, Uruguay. Contrari solo 2: Russia e Cina. Si sono astenute Algeria, Armenia, Bangladesh, Repubblica Dominicana, Iran, Zimbabwe.

La spinta degli USA: gli Stati Uniti sono teatro di una epidemia di overdose che ha provocato più di 630.000 morti negli ultimi 10 anno, la maggior parte di queste per l’uso di oppiodi sintetici. La crisi è stata causata da un eccesso di prescrizioni legali di oppioidi da parte dei medici che ha causato dipendenze dal farmaco che, una volta terminata l’esigenza medica, hanno cercato una soluzione nel mercato illegale dell’eroina e dei farmaci sintetici. La recente invasione del mercato illegale da parte del fentanyl, un oppioide molto potente e quindi difficilmente dosabile, ha contribuito alla crescita esponenziale delle overdose. L’intervento del segretario di Stato Blinken ai lavori del segmento ad Alto Livello della CND ha sottolineato l’importanza delle pratiche di riduzione del danno.

Forum Droghe, fondata nel 1995, si occupa di politiche sulle droghe a livello nazionale ed internazionale. È membro dell’International Drug Policy Consortium e della Coalizione Italiana per i Diritti e le Libertà Civili e partecipa al Civil Society Forum on Drugs della Commissione Europea. Dal 2017 è organizzazione accreditata con status consultivo all’ONU.

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