Dopo Berlino, Parigi ha vietato l’ingresso al chirurgo Ghassan Abu Sitta. “La Francia fa parte del movimento sionista”


La Francia ha vietato al chirurgo palestinese-britannico Ghassan Abu Sitta di entrare nel territorio francese.

Sulla sua pagina X, Abu Sitta ha indicato questo sabato 4 maggio: “Sono all’aeroporto Charles-de-Gaulle. Mi impediscono di entrare in Francia. »

È stato invitato al Senato dal gruppo dei Verdi per testimoniare la sua esperienza di medico sotto i bombardamenti a Gaza.

Il medico specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva che vive nel Regno Unito è entrato a Rafah due settimane dopo lo scoppio della guerra e vi ha trascorso più di 40 giorni. Ha riferito di aver assistito a un livello di orrore senza precedenti. Sapendo di aver viaggiato durante la sua carriera professionale come specialista in interventi chirurgici durante le guerre in diversi paesi, tra cui Siria, Iraq,…

“È la differenza tra un’alluvione e uno tsunami. Il numero colossale di feriti, i bambini amputati, i volti sfigurati… La escalation non c’entra niente”, ha poi descritto.

Il 17 ottobre è stato testimone del massacro all’ospedale St Baptiste che ha causato la morte di 500 pazienti e sfollati a cui lui è sfuggito per un pelo.

Il dr. Sitta ha lasciato la Striscia di Gaza dopo aver realizzato che la sua presenza non era più utile a causa del collasso del sistema sanitario nell’enclave e della carenza di attrezzature mediche.

All’aeroporto, le autorità francesi lo hanno arrestato, gli hanno confiscato il cellulare e gli hanno vietato l’ingresso in quanto esisteva un mandato tedesco che gli vietava l’ingresso nel territorio dell’Unione europea.

“La Germania mi ha imposto un divieto di ingresso dall’Europa per un anno”, ha twittato anche Abu Sitta.

Il mese scorso, le autorità tedesche lo hanno arrestato per ore all’aeroporto e gli hanno vietato l’ingresso nel territorio tedesco mentre doveva partecipare alla “Conferenza della Palestina” a Berlino.

Il dottor Abu Sitta aveva testimoniato davanti alla Corte internazionale di giustizia sul caso di genocidio nella Striscia di Gaza, intentato dal Sudafrica contro l’entità sionista

Interrogata dal canale televisivo libanese al-Mayadeen, l’attivista per i diritti umani Salwa al-Jamal ha accusato la Francia di “far parte del movimento sionista che rallenta le voci della verità e impedisce loro di trasmettere la loro testimonianza vivente da Gaza al mondo”.

“Il dottor Abu Sitta parla nei forum internazionali degli aspetti sanitari e umanitari di Gaza e non parla di politica. Il suo divieto non è in alcun modo giustificato”, ha affermato.

Nella guerra in corso contro la Striscia di Gaza, la Francia ha adottato una ferma posizione filo-israeliana. Sia per quanto riguarda il governo che la maggioranza dei partiti politici. Ad eccezione della Francia ribelle che ha manifestato nelle piazze e nelle università contro il genocidio in Palestina.
Anche i media tradizionali francesi hanno optato per una linea editoriale che si atteneva alla versione ufficiale israeliana, o che trattava questa guerra a proprio vantaggio. Il movimento di protesta studentesca scoppiato e quello dei suoi sindacati sono vittime di una repressione che ricorda quella degli anni ’60 del secolo scorso, contro i separatisti algerini.

Fonte: Varie

Traduzione: Fadi Haddad

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