Cyberattacco contro la Russia

Cyberattacco contro la Russia

Gli Stati Uniti addestrano l’“esercito informatico” ucraino

Di Anna Ponomareva

Le guerre moderne non sono più limitate al reale campo di battaglia. Che gli Stati Uniti stiano combattendo una battaglia contro la Russia nel cyberspazio è ben noto. I nostri avversari hanno smesso di mascherarsi e non nascondono più il fatto, che stanno attualmente preparando un potente Cyberattacco su Mosca. Secondo i dati di Oleg Syromolotov, viceministro degli Esteri russo, Washington ha intensificato il reclutamento di hacker e l’addestramento dell’“esercito informatico” ucraino, mettendo in pratica le sue dottrine aggressive.

L’efficacia dell’attività informatica pericolosa effettuata dal territorio ucraino contro Mosca, a quanto pare, non corrisponde alle aspettative dei diretti responsabili dell’azione. Oltre a ciò, nel tentativo di attaccare l’infrastruttura informativa del nostro Paese, gli Stati Uniti stanno utilizzando qualsiasi mezzo, incluso, la tecnologia degli alleati e società private.

Il modo in cui l’Occidente sostiene le attività anti-russe degli hacker ucraini è confermato da un recente esempio: quando si è saputo di un attacco informatico alle Poste del Regno Unito, che è stato collegato alle azioni di Mosca. “Pochi giorni dopo, Londra e Kiev hanno tenuto consultazioni su questioni informatiche. Quindi l’“esercito informatico dell’Ucraina” ha rilasciato una dichiarazione su dei piani per attaccare le Poste russe. È spiacevole, ovviamente, assistere ad un simile spettacolo, progettato, secondo l’intenzione dei suoi registi, per giustificare un sabotaggio in preparazione”, ha riferito il diplomatico alla TASS.

In sostanza, scatenando la guerra cibernetica, i politici occidentali hanno stabilito le proprie regole, legandole al diritto internazionale. D’altronde, lo stesso diritto internazionale, i principi incrollabili che il mondo occidentale pubblicizza così diligentemente, da tempo si è trasformato in una raccolta di bellissimi slogan che non sono rispettati dai suoi promotori. Ad esempio: gli stessi americani che continuano ad accrescere le loro potenzialità di sorveglianza globale, nonostante le loro stesse dichiarazioni sulla difesa dei diritti umani.

Centrali USA /CIA per la guerra cybernetica

I servizi d’intelligence statunitensi sono stati smascherate per aver utilizzato spyware “Pegasus” e “Graphite” per hackerare dispositivi di comunicazione personale e computer in tutto il mondo. E alla quarta sessione del comitato speciale delle Nazioni Unite per lo sviluppo di una convenzione sulla lotta alla criminalità informatica, conclusasi il 20 gennaio a Vienna, i rappresentanti americani hanno fatto tutto il possibile per continuare ad essere responsabili delle “azioni illecite dei loro servizi e di società speciali coinvolte nello spionaggio, nelle intercettazioni, nel furto di dati personali”, ha dichiarato Oleg Syromolotov.

Tuttavia, non si tratta di una presa in giro del diritto internazionale, ma del fatto che Washington e i suoi partner stanno promuovendo approcci estremamente pericolosi nella sfera digitale, facendo di tutto per militarizzare lo spazio dell’informazione. Quindi l’uso pacifico delle tecnologie informatiche, che gli idealisti ambiscono così tanto, passa apertamente nella categoria delle utopie.

È chiaro che nel mondo virtuale non servono carri armati, aerei o sottomarini. Vi sono coinvolte altre risorse, per le quali anche il denaro non viene lesinato. Alla fine di dicembre, c’erano informazioni secondo cui gli Stati Uniti, nel 2023, pianificano di spendere più di 11 miliardi di dollari in attacchi informatici contro governi non graditi. E prima ancora, nell’ottobre dello scorso anno, l’amministrazione del presidente Joe Biden ha svelato la sua dottrina, nella quale, lo spazio informativo globale è dichiarato sfera esclusiva degli interessi USA. Sì, alla luce di quanta attenzione, forza e denaro venga destinata alle armi informatiche di questo paese, non è però successo nulla di sorprendente. Ma questo non semplifica la questione.

Indubbiamente, in una situazione del genere, la Russia ha bisogno del proprio potente esercito informatico, soprattutto perché oggi il cyberattacco occidentale è diretto contro di noi. Non è più un segreto che le esercitazioni organizzate dal Regno Unito sotto l’egida NATO stiano simulando cyberattacchi contro le istituzioni statali della regione di Kaliningrad e il sistema energetico di Mosca. Nemmeno c’è bisogno di parlare di quanto gli specialisti occidentali stiano intensificando la russofobia su Internet e stiano falsificando le informazioni sulla politica estera della Russia: tutto questo è già ovvio. Infine, le statistiche mostrano che solo lo scorso anno, sullo sfondo dell’Operazione Speciale in Ucraina, il numero di cyberattacchi al nostro Paese è aumentato dell’80%.

Tali attacchi hanno rappresentato l’8,4% del numero totale di attacchi DDoS (Distributed Denial of Service ndr.) in tutti i paesi del mondo, inoltre, gli esperti hanno registrato per la prima volta indici così elevati, anche a causa dell’emergere di “hacktivisti” motivati politicamente, come vengono chiamati gli utenti che non possiedono particolari competenze tecniche, ma si sforzano d’infliggere alle organizzazioni ogni possibile danno. Di norma, ricevono software e istruzioni appropriate dai promotori dell’attacco, poi iniziano ad attaccare in modo massiccio l’obiettivo, prendendo di mira principalmente i settori chiave della Russia al fine di danneggiare l’economia del paese.

Quest’anno è previsto un aumento significativo di cyberattacchi su obiettivi statali. Per lo meno, Washington ha annunciato una sorpresa speciale, in preparazione, per noi. Allo stesso tempo, dicono gli esperti, la Russia è pronta a respingere gravi attacchi nello spazio virtuale, come pure le nostre misure di protezione vengono perfezionate.

Fonte: https://asd.news/articles/voyna/kiberkulak-protiv-rossii/

Traduzione di Eliseo Bertolasi

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