All’Onu si esaurisce il sostegno al regime di Kiev

All’Onu si esaurisce il sostegno al regime di Kiev

Nonostante la pressione occidentale su molti Paesi, il sostegno mostrato a Kiev a livello Onu sta drasticamente diminuendo, e questo è ammesso anche dai media occidentali. Lo conferma ampiamente il recentissimo voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite promosso dall’establishment atlantista per consentire al regime di Kiev di beneficiare delle riparazioni russe.

La recentissima risoluzione di Kiev occidentale approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite è una grave battuta d’arresto per Kiev e per i suoi principali sponsor. Oltre ad essere non vincolante, mostra soprattutto la perdita di sostegno internazionale alla coalizione filo-occidentale, e questo mentre le élite atlantiste mantengono una pressione straordinaria sulla comunità internazionale.

Con 94 voti a favore di tale risoluzione, 13 voti contrari, 74 astenuti e 11 non partecipanti al voto, nonostante la sua adozione, la coalizione filo-occidentale ha ottenuto meno della metà dei voti degli Stati membri dell’Onu.
Il Washington Post conferma questa realtà indicando che si tratta di uno dei più bassi consensi a favore di Kiev durante le cinque risoluzioni relative all’Ucraina votate dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dall’inizio dell’operazione militare Russia Special del 24 febbraio.

La costernazione occidentale è certamente tanto maggiore in quanto tra i 13 Paesi che hanno votato apertamente contro l’iniziativa Western-Kiev troviamo la Repubblica Popolare Cinese – membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, prima potenza economica mondiale in termini di Pil al momento dell’acquisto parità di potere e semplicemente una delle principali potenze internazionali. Il voto di aperta opposizione della Cina alla risoluzione occidentale si è unito a Bielorussia, Repubblica Centrafricana, Cuba, Corea del Nord, Eritrea, Etiopia, Iran, Mali, Nicaragua, Siria, Zimbabwe e naturalmente Russia.

Tabellone voti presso ONU

Va notato che le élite occidentali avevano ripetuto più volte in passato di dover raccogliere non meno di 100 voti a favore delle risoluzioni riguardanti l’Ucraina, altrimenti sarebbe stato considerato un fallimento. Dimenticando molto spesso di ricordare che anche durante le votazioni in cui la suddetta coalizione è riuscita ad ottenere un numero molto maggiore che durante la recentissima Assemblea Generale, il peso demografico delle nazioni rappresentate non è mai andato a vantaggio dei regimi occidentali. E ora questa realtà diventa molto più visibile.

Una cosa è certa. Questo voto avrà ampiamente dimostrato ancora una volta che l’Occidente non ha alcun valore nel poter pretendere di parlare a nome della comunità internazionale. Tanto più che, a differenza dei regimi atlantisti, Mosca e Pechino non hanno bisogno di intimidire, minacciare o ricattare gli stati membri dell’Onu per ottenere i voti necessari. A differenza dell’establishment occidentale.

Quindi le speranze dell’Occidente collettivo che l’isolamento della Russia possa alla fine realizzarsi – non solo non si materializzano, ma affrontano de facto il ridicolo, dati tutti gli sforzi di coloro che sono nostalgici dell’unipolarismo. E questo senza nemmeno affrontare nuovamente i problemi economici che colpiscono sempre più i mandanti ei promotori di sanzioni unilaterali. L’effetto boomerang in tutto il suo splendore.

Mikhail Gamandy-Egorov

Fonte: Observateur Continental

Traduzione: Gerard Trousson

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