Sotto la lente d’ingrandimento

di Alfredo Jalife Rahme

Il filosofo russo Aleksandr Dugin sostiene che l’epistemologia della multipolarità del presidente Vladimir Putin “dovrebbe guidare l’istruzione, la cultura, la politica e l’economia”. Foto AP
Ieri, il filosofo russo Aleksandr Dugin (AD) ha analizzato il discorso di Putin al Valdai Club – che ho affrontato dal punto di vista geopolitico ( http://bit.ly/472wcKJ ) – definendolo come “un modello filosofico per il mondo multipolare” e “che mostra come la complessità quantistica, la sovranità della civiltà e il realismo strategico formino un nuovo ordine globale che sfida le semplificazioni occidentali ( http://bit.ly/48qWUip )”. AD commenta che la “filosofia della complessità” di Putin costituisce “un’alternativa al modello globalista occidentale ”.

Si confronti lo stile ciclotimico e caleidoscopico di Trump con la definizione di “multipolarità” di Putin, basata sulla biodiversità biosferica: “Rappresenta qualcosa di nuovo. Non è né un mondo bipolare, né unipolare, né il sistema westfaliano degli Stati-nazione, dove ognuno è presumibilmente sovrano, ma in realtà non lo è. Solo i grandi Stati-civiltà possono essere veramente sovrani nel nostro mondo”, il che richiede “consapevolezza geopolitica”.

Egli ritiene che il “modello di un mondo multipolare, in cui i poli sono i paesi di civiltà, non abbia avuto nulla di simile”, fatta eccezione per “la struttura dell’umanità prima dell’Era delle Scoperte” con i suoi interi paesi di civiltà: “il califfato islamico, la civiltà indiana, l’impero cinese, i regni africani, gli imperi russo/bizantino e dell’Europa occidentale”. Putin è l’anti-Huntington dello Scontro di Civiltà ! AD sostiene che “prima del colonialismo, esisteva una vera multipolarità consacrata da imperi, paesi di civiltà e macro-paesi”, la cui “transizione ( sic ) Putin delinea oggi”.

Valdai Club

AD ritiene che lo “sviluppo significativo si sia verificato con Trump ” quando “il concetto MAGA ( Make America Great Again ) ha originariamente riconosciuto la multipolarità” che i fanatici dell’unipolarità rifiutano: “Putin ha parlato di difendere gli interessi nazionali con calma e delicatezza, sottolineando che abbiamo più cose in comune con Trump che con i globalisti europei. La nostra convergenza con gli Stati Uniti non viene menzionata”.

Oggi, “il grande processo di transizione verso la multipolarità tocca tutte ( sic ) le regioni” quando “negli Stati Uniti e in Europa è in corso una vera e propria guerra civile tra conservatori e liberali globalisti che restano fedeli all’unipolarismo: politici senza sostanza, spinti solo dalla frenetica e straziante volontà di preservare il regime unipolare e la sua ideologia”.

AD sostiene che l’epistemologia di Putin sulla multipolarità “dovrebbe guidare l’istruzione, la cultura, la politica e l’economia”, il che “non è una novità”, ma “approfondisce” solo la teoria della filosofia della complessità sviluppata dal pensatore francese Edgar Morin – che richiede l’analisi dell’opera del prodigioso Morin, ora 104enne, che ha coniato il termine “policrisi ( http://bit.ly/4mZsEi8 )”.

AD prosegue la sua ermeneutica: “Putin ha ripetutamente menzionato i processi non lineari del nuovo mondo, paragonandoli alla meccanica quantistica. I processi non lineari e la meccanica quantistica implicano interconnessione, dove anche il più piccolo cambiamento a livello micro – da un blogger con un iPhone a una singola persona – influenza i processi macro globali. Non è più un mondo di meccanica lineare”. In effetti, il mondo odierno soffre della nuova “Torre di Babele delle super-specialità”, sempre più ultra-riduzioniste.

Conclude che “il mondo moderno, con la sua multipolarità, è un sistema complesso” che ci impone di “considerare la meccanica quantistica e lo studio delle civiltà, delle religioni e delle teologie che ancora una volta determinano il corso degli eventi”. Questo è “un invito a trasformare la coscienza dell’intero Paese e, in particolare, della sua classe pensante”, al fine di “abbandonare visioni semplicistiche della realtà”.

La pugnalata di AD: “Una grande potenza ha bisogno di una grande filosofia”, la quale, “senza di essa, diventa un golem: una costruzione meccanica azionata da mani straniere”, quando “il mondo è governato da coloro che pensano”.

Fonte: La.jornada.com.

Traduzione: Luciano Lago

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