Droghe, strategia europea e rischio autoritario
Molto è cambiato nello scenario europeo da quando, nel 2021, è stata varata la Strategia europea sulle droghe 2021-2025: diversi gli equilibri nel Parlamento europeo, con una crescita delle forze di destra, diversa la politica della Commissione, con un approccio sempre più law&order su fenomeni sociali epocali, aumentato il numero dei governi degli Stati membri orientati all’autoritarismo e al panpenalismo. L’emanazione della prossima Strategia sulle droghe 2026-2030 pertanto allarma le reti della società civile europea, che hanno cominciato a muoversi perché non vi siano passi indietro in una politica comunitaria che, sebbene non sufficientemente coraggiosa e adeguata, pure negli anni scorsi ha mantenuto l’Europa a livello globale in una posizione di ricerca di un miglior bilanciamento tra politiche della salute e dell’ordine, aperta alle alternative alla penalizzazione delle condotte minori, sostenitrice dei diritti umani e a favore della Riduzione del danno (RdD). Su quest’ultimo punto, soprattutto, la Strategia che è in scadenza aveva registrato un passo importante, fortemente voluto dalle associazioni, sollevando la RdD dalla tradizionale ancillarità alla ‘riduzione della domanda’ e facendone un asse strategico a sé. Non è stato facile nemmeno allora: la prima bozza redatta dalla Commissione era pesantemente orientata alla riduzione dell’offerta e al penale, e solo una decisa azione di advocacy e l’intervento della presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione Europea aveva consentito di modificarla. Il prossimo semestre e i primi mesi del 2026 dunque si prospettano un tempo di necessaria mobilitazione. Il 26 giugno, nell’ambito della giornata Support don’t punish – come il movimento di riforma ha ribattezzato la Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe dell’ONU – la nuova European Drug Policy Alliance, che unisce le più importanti reti europee e organizzazioni nazionali, di cui Forum Droghe è parte, ha lanciato la sua EU Drug Policy Campaign 2025, primo passo un Manifesto – La riduzione del danno funziona! Appello per una politica europea sulle droghe basata sulla salute. Appello lanciato in prima battuta ai parlamentari europei democratici, affinché si attivino per esercitare controllo e orientamento sulla nuova Strategia. A questo scopo sarà importante anche l’azione a livello nazionale: per informare e orientare i nostri parlamentari europei e sostenere la nascita di un intergruppo a Strasburgo in grado di svolgere una battaglia politica che ha a che fare non solo con un quarto della popolazione dell’Unione che incontra le sostanze illegali, ma con la giustizia sociale, la difesa dei diritti e della democrazia stessa dall’invasione del panpenalismo autoritario. Più arduo per noi incidere sul governo nazionale, il cui posizionamento è sempre più ideologico, autoritario, autoreferenziale: dal reato di rave all’aumento delle pene per le condotte minori, dal codice della strada al decreto sicurezza, la strada è segnata, fino a quella che sarà la sua autocelebrazione, la VII Conferenza nazionale governativa di novembre. Fino ad oggi, a Vienna, in sede CND – Commission on Narcotic Drugs, il governo italiano ha mantenuto l’allineamento formale alle posizioni UE. Ma certo in sede europea non esiterà a sposare le posizioni più retrive sulla nuova Strategia: ne è plateale anticipazione il recente abbandono del Gruppo Pompidou, organismo del Consiglio d’Europa sulle droghe, che l’Italia ha concorso a fondare nel 1971 e che presiedeva al momento delle dimissioni. La ragione: disaccordo con gli orientamenti del Gruppo. Sarà che il suo programma è fondato sui “Diritti umani, cuore delle politiche su droghe e dipendenze” e che negli ultimi anni ha riconosciuto l’efficacia della Riduzione del danno: davvero troppo per il sottosegretario Mantovano.
I documenti su Fuoriluogo.it:
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