Videomessaggio del capo della DNR Denis Pushilin ai residenti e al presidente dell’Ucraina
Rispettabili abitanti dell’Ucraina! Registro per voi questo videomessaggio per due motivi:
“Del primo ne parlo con gioia: oggi abbiamo presentato a Donetsk un Programma umanitario per riunire il popolo del Donbass e sostenere la popolazione russofona dell’Ucraina. Nell’ambito di questo Programma, noi siamo intenzionati ad aiutarvi, abitanti dell’Ucraina – a tutti coloro che pensano e parlano russo fin dall’infanzia. A coloro che hanno a cuore il nostro passato comune. A chi ama la nostra grande cultura, letteratura, musica, poesia, storia russa e non riesce ad accettare una violenta ucrainizzazione.
Vogliamo darvi supporto nelle direzioni più attuali e importanti: medicina, istruzione, assistenza sociale per chi che ne ha più bisogno. Vogliamo aiutare i veterani della Grande Guerra Patriottica, gli insegnanti di lingua, letteratura, storia russa, tutti coloro che ingiustamente e illegalmente hanno subito discriminazioni su base linguistica e oppressione da parte delle autorità, solo per un segno di coinvolgimento nel “Mondo russo”.
Riteniamo assolutamente necessario, nell’ambito delle nostre possibilità, darvi sostegno nella difficile situazione in cui ora vi trovate.
Il secondo motivo del mio messaggio rivolto a voi è molto meno vivificante. Con tutta l’anima voglio partecipare al vostro dolore. Insomma, voi vivete in un paese le cui autorità sono responsabili di caos politico, di crisi socioeconomica, di un gigantesco livello di corruzione, di un terribile tasso di disoccupazione e negli ultimi tempi anche di una situazione catastrofica del sistema sanitario.
Dovete sopravvivere in uno stato i cui capi per qualsiasi guaio sono abituati a incolpare chiunque, solo per non ammettere la propria colpa, i propri sbagli ed errori di calcolo. E ciò che è assolutamente cinico – le autorità ucraine si sono fortemente calate, e non ne possono in alcun modo uscire, nell’effige di una specie di pecorella innocente, aggredita da un mitico aggressore. Questo è senza dubbio un ruolo conveniente – l’aiuto dei “partner” occidentali può essere chiesto con facce tristi, così è molto più facile evitare la responsabilità per il caos creato.
Ecco, solo noi qui, in Donbass, sappiamo benissimo che tal immagine di vittima ridotta all’impotenza, meticolosamente difesa dall’Ucraina, non vale nulla.
Mentre negli alti uffici di Kiev, funzionari di vari livelli trasmettono notizie di “occupazione” e “aggressione”, le formazioni armate di questo stato bombardano i nostri territori, uccidono i nostri civili inermi – anziani e bambini. E, ahimè, le autorità ucraine in maniera ipocrita ignorano questi crimini da loro commessi, né con una parola, né con le condoglianze, senza proferirne parola nelle loro particolareggiate dichiarazioni ai mass media.
Allo stesso tempo, i capi ucraini raccontano al mondo intero la loro presunta adesione agli accordi di Minsk, sebbene, in realtà, non ne abbiano rispettato un solo punto. Per sette anni Kiev non si è nemmeno degnata di ascoltarci, e questa è la causa principale del conflitto: nel 2014, durante il colpo di stato, al potere sono salite persone che, invece di confrontarsi con l’opinione del Donbass, ci hanno chiamato terroristi e ci hanno scatenato contro una guerra.
Pertanto, ora mi rivolgo personalmente al presidente ucraino. La esorto, signor Zelensky, a non invitare i leader di paesi terzi sulla linea di contatto, ma piuttosto venga Lei di persona per un colloquio onesto e aperto con noi. Insieme al capo della Repubblica Popolare di Lugansk, Leonid Ivanovich (Pasechnik ndr.), siamo pronti ad incontrarLa personalmente per iniziare a parlarci per singole tematiche e professionalmente sulla situazione e sui percorsi di una sua risoluzione pacifica.
Solamente, questa volta, Le propongo di non nascondersi tra i cespugli nella seconda linea di difesa, ma di farsi coraggio e di arrivare fino ai punti più caldi. Fino nei paraggi dei villaggi di Staromikhajlovka, Opytnoe, Veseloe, fino a Zajtsevo e Aleksandrovka. Venga lì, guardi coi sui occhi cosa hanno combinato le Sue truppe; se sono o non sono sotto il Suo controllo, non lo so.
Noi, siamo persone che percepiamo pienamente i risultati della Sua presidenza di “amante della pace”, Le daremo l’opportunità, non solo di parlare a vanvera, ma coi Suoi stessi occhi di convincersi che è veramente impossibile portare “pace coi carri armati”, aerei, artiglieria e qualsiasi altra installazione militare. Tuttavia, rimaniamo ancora fedeli agli accordi di Minsk e chiediamo da parte di Kiev la loro attuazione.
D’altronde, se Lei non ha l’ardore sufficiente per visitare di persona la linea di contatto, io e Leonid Ivanovich siamo pronti con Lei a dei dibattiti in formato online. A dibattiti pubblici. In modo che l’intera comunità mondiale abbia l’opportunità di vedere e sentire chi sta avanzando vere proposte di pace e chi, invece, sta semplicemente creando un hype (gonfiatura ndr.) e in realtà non è affatto interessato a una risoluzione pacifica.
Sottolineo: ne abbiamo abbastanza dei Suoi monologhi, chiediamo un dialogo. Chiediamo di poter essere ascoltati, di fermare finalmente i bombardamenti e di iniziare a parlarci su come in seguito convivremo gli uni con gli altri.
La informo inoltre che il Pacchetto di misure, approvato dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza, afferma chiaramente che le parti in conflitto sono Kiev e il Donbass. Di conseguenza, se Lei continua a cercare altri interlocutori oppure a esortare leader di paesi terzi a risolvere il conflitto, noi qualifichiamo ciò, esclusivamente, come fuoriuscita dal processo di Minsk. In tal caso, abbia il coraggio di dichiararlo ufficialmente”.
Denis Pushilin,
Capo della Repubblica Popolare di Donetsk
https://dnronline.su/videoobrashhenie-glavy-dnr-denisa-pushilina-k-zhitelyam-i-prezidentu-ukrainy/
Traduzione di Eliseo Bertolasi