Twitch ferma l’azzardo negli Usa, ma non in Italia: “Piattaforme terra di nessuno”

Twitch ferma l’azzardo negli Usa, ma non in Italia: “Piattaforme terra di nessuno”
Il 18 ottobre scorso Twitch Usa ha rilasciato alcuni aggiornamenti alla sua policy: non sarà più possibile promuovere contenuti sul gioco d’azzardo. In particolare, sarà vietato lo streaming di “siti che includono slot-machine, roulette o giochi di dadi”. Le nuove direttive hanno l’obiettivo di limitare i contenuti che riguardano i casinò online: una proliferazione incontrollata di video che ha preso piede negli ultimi due anni, di pari passo con la crescita degli utenti della piattaforma.

E infatti anche in Italia il gambling su Twitch si è ritagliato il suo spazio, trovando spazio sui canali di streamer molto popolari come Marza, ilGabbrone e Jok3r. Per ora, l’aggiornamento di policy riguarderà solo i contenuti trasmessi dagli Stati Uniti. E, nel frattempo, le autorità italiane sembrano non avere i mezzi per contrastare il fenomeno.

Twitch è una piattaforma di live streaming (trasmette video in diretta), di proprietà di Amazon. Nel nostro Paese, a fine del 2021 contava due milioni di utenti connessi nell’arco di ogni ora della giornata, con oltre due miliardi di ore di video visualizzate (fonte eMarketer e Twitch Tracker). Fin dalla nascita, la piattaforma si è distinta come piattaforma orientata ai videogiochi (gaming), tanto che, ancora oggi, la categoria eSports è quella principale. Tuttavia, nel corso degli anni, la varietà dei contenuti è aumentata. Ad oggi, le tipologie di live stream variano notevolmente: fitness, politica, attualità, real life, cinema.

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Le community di Twitch

I videogame non sono un intrattenimento per giovanissimi, ma una delle più importanti industrie al mondo

Tuttavia, eSports e gaming restano i contenuti più seguiti. Twitch, in questo senso non ha perso la sua natura, grazie anche al peso che i videogiochi hanno assunto negli ultimi anni. Secondo il rapporto Wearesocial 2021, che ogni anno monitora le abitudini digitali delle persone, in Italia otto persone su dieci giocano da diverse piattaforme: il 61 per cento da mobile, il 36 per cento da laptop e il 38 per cento da console.

Anche a causa dei lockdown degli ultimi due anni, che hanno costretto in casa miliardi di persone in tutto il mondo, il mercato del gaming è diventato uno dei più prolifici. Negli Stati Uniti, la vendita di videogame è aumentata di quasi il 40 per cento. Per dare un’idea dell’impatto che questo mercato ha sulla cultura contemporanea, pensiamo all’acquisizione della casa di produzione Activision Blizzard da parte di Microsoft, per un totale di 68 miliardi di euro nel 2021. Nello stesso anno, il governo statunitense ha stanziato 20 miliardi di dollari per appaltare proprio a Microsoft la fornitura di visori in realtà aumentata per l’esercito americano.

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Qualora ci fossero ancora dei dubbi: i videogame non sono un intrattenimento per giovanissimi, ma una delle più importanti industrie al mondo. Allo stesso tempo, sono anche uno strumento per condividere creatività e intrattenere ampie fette di pubblico. Nonostante esistano ancora alcuni attriti culturali, creare contenuti su Twitch è un vero e proprio lavoro.

Ogni creator, in questo senso, può monetizzare le sue dirette attraverso un sistema ibrido. Parte degli introiti arriva dalle pubblicità del canale o dalla sponsorizzazione di prodotti o servizi, tramite accordi con marchi e aziende. Ma la monetizzazione passa anche dalle subscription, cioè gli abbonamenti al canale. Questo sistema ha connotato la piattaforma, nel tempo, come strumento di creazione di community molto affiatate, basate su un sistema di interazione continua tra creator e follower. Il sistema, infatti, predilige l’engagement (coinvolgimento, nel linguaggio dei social media) al mero numero di spettatori. YouTube, ad esempio, conta oltre due miliardi di utenti, ma con un grado di coinvolgimento minore e community più fredde.

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Dal gaming al gambling

Il meccanismo è semplice: il casinò online offre denaro al creator, che in cambio trasmette live le sue partite a slot machine e roulette. Questi accordi commerciali sono poco trasparenti

Natura della piattaforma, età del pubblico (18-34 anni) e caratteristiche dei contenuti hanno attirato anche l’attenzione dei casinò online. La tendenza è partita dagli Stati Uniti, da un ecosistema di piattaforme di gambling in cerca di nuovi utenti. Il meccanismo è semplice: il casinò online offre denaro al creator, che in cambio trasmette live le sue partite a slot machine e roulette.

Questi accordi commerciali sono spesso poco trasparenti. Non sempre i creator dichiarano apertamente la collaborazione retribuita, consapevoli di muoversi in un ambito controverso. A volte, le piattaforme di gambling mettono a disposizione dell’influencer un credito in valuta virtuale, da spendere durante la live. Giocare senza i propri soldi, permette allo streamer di essere più spregiudicato è creare un contenuto più dinamico e coinvolgente.

La piattaforma di gambling più conosciuta è Stake, un sito con sede a Curacao, isola caraibica che rilascia concessioni a basso costo. All’inizio dell’anno scorso, Stake ha deciso di entrare a gamba tesa nel mercato dei contenuti dal vivo. Per quantificare il suo interesse, basti pensare che la piattaforma di gioco d’azzardo ha stretto una collaborazione con il rapper Drake, uno degli artisti più influenti del mercato discografico americano.

Una piattaforma simile è Duelbits: un casinò online in cui si può giocare con le criptovalute. Il casinò, nel 2021, ha pagato oltre due milioni di dollari lo streamer americano Adin Ross: un influencer con quasi tre milioni di abbonati al suo canale. Contemporaneamente Duelbits è partner commerciale dell’Aston Villa, squadra di Premier League, e della nazionale Argentina di calcio (Argentina Football Association). L’obiettivo è chiaro: insinuarsi gradualmente nella cultura pop e ripulire l’immagine del gioco d’azzardo, trasformandolo in un comune eSport.

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L’attrattiva del gioco d’azzardo nelle live di Twitch

Secondo Twitch Tracker, un sito che monitora i dati della piattaforma, nella prima metà del 2022 i contenuti di gambling hanno contato 244 milioni di ore. La categoria “Slot” è stata la decima più popolare, superando Call of Duty e World of Warcraft, due tra i videogame più giocati.

Ma per comprendere l’attrattiva del gambling nelle live stream, non possiamo fermarci al dato quantitativo, ma ragionare sui modelli comunicativi della piattaforma. Le live in cui vengono trasmesse partite in diretta hanno un alto coinvolgimento da parte del pubblico. Il linguaggio che viene utilizzato è molto tecnico, a dimostrazione che il pubblico stesso è costituito da giocatori.

I creator tendono a promuovere la propria attività su altri canali per attrarre il proprio pubblico. Quando questi contenuti vengono condivisi su altri social, come YouTube e TikTok, sono tagliati ed editati, mostrando prevalentemente le vincite eclatanti.

Durante le live, che possono durare anche diverse ore, gli streamer cambiano di frequente il gioco a cui partecipano: roulette, blackjack, slot-machine. Insomma, diversificano il contenuto e spettacolarizzano lo show, rendendolo dinamico e appetibile al pubblico. Sono costantemente in contatto con il pubblico, che dà consigli e suggerisce strategie, incarnando in pieno la filosofia di Twitch.

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Cosa succede in Italia

Le legislazioni dei singoli Stati risultano inermi, di fronte alla pervasività delle big tech company come Amazon

Nel 2018 il primo governo Conte ha varato una serie di misure per contrastare precariato e delocalizzazioni: il decreto Dignità. Tra le pieghe del provvedimento, c’è anche una norma per regolare alcuni ambiti del gioco d’azzardo. In particolare l’articolo 9 vieta la pubblicità diretta e indiretta di giochi con vincita in denaro, comprese le sponsorizzazioni sulle piattaforme digitali. Inoltre, provvedimenti e sanzioni ricadono sia sul creator sia sulla piattaforma. Si tratta di una sanzione amministrativa pari al 20 per cento del valore della pubblicità e mai inferiore a 50mila euro. Nel luglio del 2022, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha emesso un provvedimento nei confronti di Google, proprietaria di YouTube, e di cinque canali di gambling, prontamente oscurati.

Sembrerebbe, dunque, che in Italia non vi sia spazio per questo genere di contenuti. Nella pratica, però, le cose vanno diversamente. L’autorità pubblica si trova a far fronte a migliaia di contenuti pubblicati ogni giorno, molti dei quali trasmessi da creator di altri paesi. Non è verosimile che il monitoraggio di una tale mole di video possa essere esaurito dalle sole autorità dei singoli paesi. Il controllo di questi contenuti, spesso, avviene a campione o sotto segnalazione ed è solo la punta dell’iceberg. In altre parole: le legislazioni dei singoli Stati risultano inermi, di fronte alla pervasività delle big tech company come Amazon. Condotte di comportamento e norme interne delle piattaforme, al contrario, sono più agili e facilmente applicabili. Ecco perché le regole di Twitch sono più influenti delle singole leggi.

Inoltre, esistono spazi grigi anche all’interno delle normative italiane. Lo stesso decreto Dignità prevede casi in cui la sponsorizzazione del betting online è derogata e riguarda, ad esempio, servizi di comparazione di quote, comunicazioni descrittive ed esposizione delle vincite. In altri termini, se la partnership sponsorizzata non è palese, non si può intervenire e il contenuto è del tutto lecito.

Uno dei metodi che i creator hanno per aggirare la norma e monetizzare con i casinò online è il link referral. Si tratta di un url tracciabile, collegato al creator. Il link rimanda a una pagina di comparazione di diversi siti di betting: per ogni interazione, il creator guadagna una cifra. Anche se questi siti sono illegali, in Italia, il blocco è facilmente aggirabile connettendosi con una rete privata (virtual private network, vpn). Insomma: in tema di gioco d’azzardo sulle piattaforme online lo stato si dimostra impotente e non lo nasconde. “L’Agenzia delle dogane e dei monopoli non regola queste piattaforme – fanno sapere a lavialibera dalla stessa agenzia -. Sono, di fatto, terra di nessuno”. E allora non resta che affidarsi a chi condivide la propria creatività su Twitch, senza lucrare sulle dipendenze.

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