The Black Wear e l’espediente per vendere
Oggi la segnalazione mi è arrivata dall’interno, ovvero da Noemi che, venerdì sera, mi ha segnalato un sito web che le era apparso tra i post sponsorizzati su Facebook.
Il tale The Black Wear .com si presentava così:
E la home page è chiaramente rivolta a persone nere, guarda caso il sito si chiama proprio The Black Wear, e se andiamo a leggere il Chi siamo sul sito troviamo questa descrizione:
**Origini e ispirazione**
Theblackwear nasce da una visione per celebrare e onorare il ricco patrimonio, la cultura e la resilienza della comunità nera. Fondata nel 2024 da un gruppo di persone appassionate che hanno riconosciuto la necessità di rappresentanza e responsabilizzazione nel settore della moda, Theblackwear si proponeva di creare più di un semplice marchio di abbigliamento. Voleva diventare un movimento, una dichiarazione di orgoglio e un simbolo di unità.
**Radici culturali ed espressione artistica**
Traendo ispirazione dalle diverse e vivaci tradizioni della cultura africana e afroamericana, Theblackwear incorpora elementi di modelli, colori e simbolismi tradizionali in design moderni ed eleganti. Ogni pezzo racconta una storia, intrecciando passato e presente, lotte e trionfi, individuo e collettivo. I designer del marchio lavorano a stretto contatto con artisti e artigiani di varie comunità nere, assicurando che ogni capo rifletta autenticità e rispetto per le sue radici culturali.
**Empowerment e rappresentazione**
Fondamentalmente, Theblackwear riguarda l’empowerment. Il marchio si impegna a elevare la comunità nera fornendo una piattaforma per voci, talenti e storie nere. Celebra l’eccellenza nera in tutte le sue forme, dagli eroi di tutti i giorni ai pionieri. Theblackwear crede che la moda sia un potente mezzo per l’espressione di sé e l’identità e cerca di consentire alle persone di indossare la propria eredità con orgoglio e sicurezza.
Sono solo alcuni estratti delle tante belle parole che possiamo leggere nella loro presentazione, ma siamo di fronte al solito sito Made in China che vende abbigliamento di dubbia qualità a cifre non così convenienti e che per pubblicizzarsi cerca di fare leva sul sentimento di appartenenza a una comunità.
Nulla di diverso da quando a Natale su Facebook spuntano tutti quei post sponsorizzati di aziende finto-italiane che dicono che per colpa della crisi stanno chiudendo, anche lì si fa leva sullo stesso sentimento di appartenenza: non comprate da stranieri, venite da noi che sennò chiudiamo del tutto. Lo so, non si tratta di bufale, e neppure di truffe in questo caso, nel commercio “tutto” è lecito per farsi pubblicità. Quelli che sostenevano di essere italiani e che per crisi stavano fallendo stavano mentendo, qui non c’è nemmeno quello, nel Chi Siamo non dicono mai di essere appartenenti alla comunità, ma persone appassionate, vicine, che prendono ispirazione ecc. Giocano sull’equivoco, come quando in Home Page ci mostrano una foto stock con due coppie nere, e la scritta Start our business, dando a intendere appunto che quei quattro siano i fondatori o comunque ideatori del brand.
Ma ovviamente è un’immagine stock come se ne trovano a miliardi online.
Quindi no, non è una bufala, il sito esiste realmente, e probabilmente – non ci abbiamo provato – inviano la merce che vendono, quindi non sono propriamente una truffa. Ma riteniamo che sia importante evidenziare questo modo di fare per aiutarvi a capire, ancora una volta, quanto poco di quello che circola sui social sia onesto. Pur di guadagnare qualcosa tanti, troppi, sono disposti a mentire anche sulle proprie origini, basta che alla fine ci sia un buon tornaconto.
redazione at butac punto it
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L’articolo The Black Wear e l’espediente per vendere proviene da Butac – Bufale Un Tanto Al Chilo.