Pagherò di nuovo in contanti

Oggi trattiamo una segnalazione attuale, che riguarda però una storiella che a suo tempo avevamo già visto e trattato, la “parabola dei 50 euro”:

Pagherò di nuovo più in contanti. Non ci avevo mai pensato, ma leggete qui sotto. E poi pensi: wow, che fregatura!
Sii anche consapevole e paga di più in contanti
Perché dovremmo pagare in contanti ovunque anziché una carta di credito?
– Ho una banconota da 50 € in tasca e la porterò al ristorante e ci pagherò la cena.
Il ristorante usa questi 50€ per pagare il conto della lavanderia.
Il proprietario della lavanderia poi ci paga il taglio di capelli dal parrucchiere.
Il parrucchiere usa i 50€ alla cassa al supermercato.
Dopo un importo illimitato di pagamenti, il valore della mia banconota da 50 euro rimane lo stesso, ovvero ha compiuto lo scopo per tutti coloro che l’hanno utilizzata come mezzo di pagamento e la banca non ha alcuna attività o interferenza in nessuna transazione in contanti effettuata.
MA COSA SUCCEDE
– SE vado in un ristorante adesso e pago digitalmente con la mia carta di credito,
– il costo del mio pagamento digitale fatturato al proprietario del ristorante comprese le spese di transazione in percentuale è media del 2,5%, che poi diventa 1,25€ per ogni altra transazione di pagamento.
(Questo significa che ogni prossima transazione di pagamento costa €1,25)
– gli stessi costi vengono applicati se il proprietario del ristorante paga digitalmente il conto della lavanderia ,
– il pagamento dal parrucchiere,
– oltre ai prossimi pagamenti ecc.
Quindi, dopo le prime 36 transazioni di questi 50 €, resteranno solo 5 € e i restanti 45 € saranno finiti nella cassa della Banca… grazie a tutte le transazioni digitali e i costi!
Inoltre, il costo di una carta bancaria è in media 2,25€ al mese, quindi dopo che hai risparmiato per un mese, i tuoi 50€ saranno solo 47,75.
Capito!!!??

Siccome però, come dicevamo, ce ne eravamo già occupati, oggi abbiamo testato l’IA con un prompt fatto ad hoc per BUTAC. Abbiamo dato in pasto a ChatGPT 4 il testo che ci è stato segnalato, e questa è stata la sua analisi:

Quella che hai riportato è una catena di testo che circola da tempo sui social e via email, ed è stata già smascherata come una bufala. Il messaggio vuole far credere che l’utilizzo dei pagamenti digitali sia svantaggioso rispetto all’uso del contante, ma ci sono molte inesattezze e semplificazioni che distorcono la realtà.

Vediamo di analizzare i punti principali:

    1. Commissioni sui pagamenti digitali: È vero che possono esistere commissioni sulle transazioni effettuate con carte di credito o debito, ma anche quando presenti queste commissioni non sono applicate ad ogni passaggio di denaro. Le commissioni vengono applicate solo una volta, quando un pagamento viene processato dalla banca o dal circuito di pagamento. Non c’è alcun meccanismo per cui ad ogni transazione successiva parte del denaro venga “mangiata” dalle banche come suggerito dal testo.
    2. Rotazione del contante: La descrizione sul funzionamento del contante è corretta: una banconota da 50 euro può passare di mano in mano senza perdere il suo valore nominale. Tuttavia, la circolazione del contante ha anche dei costi indiretti, come la sicurezza, il trasporto e la gestione del denaro fisico, che non sono considerati nel testo.
    3. Costi della carta: È vero che esistono costi associati alla gestione di una carta di credito o debito, ma questi costi non hanno un impatto diretto sui 50 euro spesi, bensì sono una spesa separata e fissa, non legata alla quantità di denaro movimentata.

L’intento del messaggio è chiaramente quello di alimentare il sospetto verso i pagamenti digitali, ma lo fa in maniera fuorviante e non supportata dai fatti.

Su BUTAC è stato trattato un tema simile che analizza proprio i miti e le bufale legate all’utilizzo dei contanti rispetto ai pagamenti digitali. Puoi approfondire leggendo l’articolo dedicato a questo argomento qui.

Potremmo dire che stavolta l’IA si è comportata egregiamente a differenza dell’altro esperimento fatto poco tempo fa con le immagini da Marte, questo a dimostrazione che non è tutto da buttar via. In certi casi le IA potrebbero diventare un aiuto concreto anche se in realtà, se andate a leggere il nostro vecchio articolo, un errore l’IA l’ha fatto: quell’articolo non è “simile”, ma identico a quello di oggi.

redazione at butac punto it e ChatGPT 4

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veronulla

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