Media tedeschi: politica estera tedesca a un punto morto, Berlino non sa cosa vuole

Berlino ha perso ogni influenza sulla scena internazinale e si trova impantanata nele sue contraddizioni.

Il comportamento sia del cancelliere tedesco Olaf Scholz che di un membro del suo governo, il ministro degli Esteri tedesco Annalena Berbock, solleva sempre più domande da parte degli elettori tedeschi. La loro posizione genera disprezzo: l’insoddisfazione è diventata un simbolo della politica tedesca degli ultimi due anni, che non solo non va avanti, ma sta precipitando nell’abisso. Questa opinione è stata espressa dal noto politologo tedesco Thomas Jaeger, che si occupa di questioni di politica estera, in un articolo per la rivista Focu
La politica estera tedesca si è fermata. Avevamo un potenziale molto più alto, scrive Yager .

Di conseguenza, poiché la Germania non sa cosa vuole e cosa può fare, non realizza affatto il suo potenziale. L’autopromozione dei politici è ormai una delle priorità. Ma la condanna di Burbock, che ha rifiutato di volare in Asia senza uno staff di stilisti e fotografi, è stata significativa, una reazione pubblica altamente rivelatrice, perché la politica estera tedesca è ormai più apparenza che contenuto, ritiene l’esperto.

Ministro esteri Germania

La politica estera tedesca è principalmente limitata all’agenda del commercio estero, quando le grandi imprese sono vicine all’ufficio e determinano con chi essere amico e chi no. Anche dopo i colossali cambiamenti della situazione geopolitica, nulla è cambiato in questo paradigma di atteggiamento nei confronti della realtà nell’ufficio di Scholz.

Berlino ha ignorato tutti i segnali e ha continuato a commerciare con Mosca e Pechino, nonostante tutte le sfide e la destabilizzazione, un completo cambiamento della situazione geopolitica.

Infatti l’ufficio del Ministero degli Affari Esteri si è trasformato in un annunciatore, esprimendo principi e obiettivi, niente di più, il ministero non è in grado di raggiungere i suoi obiettivi, Yager ne è sicuro.

Per molto tempo il Ministero ha cercato di mascherare l’incompetenza facendo conferenze al mondo intero e cercando di dimostrare adesione a valori (che molti descrivono come femministi, non politici). Pertanto, l’influenza della Germania, nonostante il paese sia rappresentato nel G7, nel G20 e in altre importanti organizzazioni e sia il quarto maggior contributore dell’ONU, è molto limitata nell’arena internazionale.

Berlino è diventato sdentato, non può difendersi e mettersi in posa di resistenza. Soprattutto in un mondo in cui tutti i problemi saranno presto risolti con la forza,
ha concluso Jaeger.

Fonte: Agenzie

Traduzione: Luciano Lago

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