MAROCCO E ISRAELE, L’EMPIA ALLEANZA CHE MINACCIA LA PACE IN NORD AFRICA

di Piero Messina

Non serve la sfera di cristallo per scommettere sulla prossima crisi in Nord Africa. La crescente tensione tra Marocco e Algeria si aggiungerà al caos libico e al crollo istituzionale della Tunisia. Con una terza ruota: Israele. Tel Aviv è diventata un partner strategico di Rabat e per l’Algeria questa situazione sta diventando un fattore di sicurezza nazionale.

Dall’estate del 2021, l’Algeria ha interrotto unilateralmente le relazioni diplomatiche con il Marocco, accusando il regno marocchino di “atti ostili”. Rabat contesta questa decisione che ritiene del tutto ingiustificata. La controversia principale tra i due paesi del Maghreb riguarda il territorio del Sahara occidentale. Lo status di questa ex colonia spagnola, considerata “territorio non autonomo” dalle Nazioni Unite, ha contrapposto il Marocco ai separatisti saharawi del Fronte Polisario, sostenuto da Algeri, sin dagli anni ’70. Rabat, che controlla quasi l’80% di questo territorio, sostiene un piano di autonomia sotto la sua sovranità. Il Polisario chiede invece un referendum di autodeterminazione sotto l’egida dell’Onu. Sullo sfondo anche il dossier Palestina: l’Algeria sostiene la causa palestinese e giudica la crescente collaborazione del Marocco, specialmente nella sfera militare con l’”entità sionista”, Israele come estremamente negativa.

Alla fine del 2022, il re del Marocco Mohammed VI ha tentato di disinnescare le tensioni, invitando il presidente dell’Algeria, Abdelmadjid Tebboune, a Rabat per una “sessione di dialogo”. Ma quell’incontro non ebbe mai luogo.

Il dossier armi da Israele a Rabat preoccupa il governo algerino. Negli ultimi due anni, i legami tra Tel Aviv e Rabat si sono ampliati, comprendendo una forte cooperazione militare e di sicurezza che ha prodotto promettenti opportunità commerciali. Tutto è iniziato grazie all’accordo di normalizzazione tra i due paesi, mediato dall’amministrazione Trump nel 2020. Con quel documento, i due paesi hanno firmato oltre trenta accordi e memorandum riguardanti i settori della difesa, del commercio e dell’agricoltura. La cooperazione militare è certamente quella più intensa.

Il Marocco ha ottenuto l’accesso diretto alle tecnologie di difesa israeliane. Tel Aviv, dal canto suo, conta sull’appoggio del regno nordafricano per un costante e graduale incremento della propria presenza in Nord Africa. Nel campo della difesa, solo nell’ultimo anno, si sono svolti due importanti incontri tra esponenti militari di Marocco e Israele. Il primo è stato nel novembre dello scorso anno quando i rispettivi ministri della difesa hanno firmato un memorandum d’intesa che prevedeva l’acquisto di armamenti, tecnologie per la sicurezza informatica e la pianificazione di esercitazioni militari congiunte. Tra luglio e settembre di quest’anno, invece, c’è stato uno scambio di visite tra il generale Belkhir el-Farouk, ispettore generale delle Forze armate reali del Marocco (Forces Armées Royales, FAR), e il capo di stato maggiore della Difesa israeliana Forze armate (IDF), Aviv Kochavi.

Algeria per la Palestina e contro Israele

Il Marocco conta su intense relazioni militari di collaborazione con Stati Uniti e UE, ma la partnership con Israele offre un’ulteriore opportunità per migliorare le proprie capacità. Dal supermercato militare di Tel Aviv, Rabat ha acquistato cinque diversi tipi di droni: Heron, Hermes 900, WanderB, ThunderB e Harfang. La spesa continua con un lotto di droni Harop (noti come droni kamikaze, possono volare fino a nove ore, trasportare 20 kg di esplosivo e raggiungere una velocità massima di 225 nodi) per 22 milioni di dollari nel 2021. Le dotazioni ottenute da Israele andate a sommare le armi che il Marocco ha acquistato in Cina, Stati Uniti e Turchia: il Wing Loong I (cinese), il Bayraktar TB2 (turco), l’MQ-A1 Predator e l’MQ-9B Sea Guardian (americano). Nel 2021,

L’Algeria non è rimasta a guardare. Il governo di Algeri è in trattativa con North Industries Group Corporation Limited (Norinco) per l’acquisto del lanciamissili balistici a corto raggio SY-400 (SRBM). Ciò integrerebbe il sistema missilistico balistico Iskander E di fabbricazione russa e i missili YJ-12B di fabbricazione cinese. Dal deserto Saharawi si sentono già i tamburi di guerra.

Fonte:South Front

Traduzione: Luciano Lago

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