L’isola del cambiamento Vol.2
Grazie a nuove segnalazioni che abbiamo ricevuto negli ultimi giorni, abbiamo pensato di fare cose utile parlando ancora di un’inziativa di cui ci eravamo già occupati a marzo 2024. Repetita iuvant, o almeno lo speriamo.
Ovviamente, come avrete capito dal titolo, stiamo parlando di Island of Change, l’isola del cambiamento (o Islands of change, isole del cambiamento al plurale). Quella che si presenta come un’inziativa di economia circolare solidale, ma che in realtà, come già detto in passato, richiama le caratteristiche degli schemi piramidali che abbiamo visto più volte dalla nascita di BUTAC.
A marzo raccontavamo che:
…chi vuole entrare all’interno di questa iniziativa deve versare una quota iniziale. La quota che viene richiesta ai nuovi aderenti e al nostro lettore è di 20€ a persona. L’aderente poi si impegna a trovare nuovi adepti e alla fine, dopo avere presentato un certo numero, potrà ricevere una (lauta, a quanto dicono) ricompensa.
Ma le cose a quanto pare sono cambiate: ci è infatti stato raccontato che ora per entrare occorrono 100 euro, e che se non si reclutano nuovi adepti, per poter navigare sulla piattaforma, occorre alzare la quota a 300 euro.
Non abbiamo avuto modo di verificare i fatti in questo caso: per farlo occorrerebbe iscriversi con un link d’invito e noi onestamente non riteniamo necessario farlo. Il perché è presto detto: chiunque dotato di spirito critico può rendersi conto che il sistema proposto per guadagnare è insostenibile sul lungo periodo, e qualcuno che ci rimette c’è sempre. Ovvio che ci sono pure soggetti che ci guadagnano, e anche bene, ma sono quelli che hanno cominciato il tutto, quelli che potremmo definire teste di serie. Soggetti che mettono in piedi iniziative di questo tipo grazie a quelli che riteniamo buchi legislativi, che permettono imprese del genere.
Nonostante Islands of Change sulle sue pagine informative ufficiali sostenga che non vi sia un obbligo di reclutamento, il sistema funziona attraverso la chiusura di “posizioni” per far avanzare i partecipanti nelle varie “isole”. Queste posizioni possono essere chiuse con nuovi membri o, in mancanza di reclutamento, con “cloni” o avatar generati dalla piattaforma stessa. Ma per avanzare è comunque necessario generare altri partecipanti, reali o virtuali, il che potrebbe portare alcuni membri a sentire la pressione di reclutare persone reali per proseguire.
Chi ci ha segnalato i cambiamenti nelle richieste economiche ci ha anche spiegato che ora nei famosi “meeting zoom” settimanali per “partecipanti al cambiamento” sono passati – come in precedenza succedeva, a quanto ci era stato raccontato, nei gruppi COEMM/CLEMM – agli insulti nei confronti di chi non riesce a portare nuovi adepti, definendo ad esempio tali utenti “parassiti”. Questo modo di fare serve a spronare tutti i partecipanti a impegnarsi, per non essere trattati alla stessa maniera. Sono dinamiche note a chi studia questo tipo di attività: si fa leva sulle insicurezze e le paure dei partecipanti e così facendo li si mantiene attivi, e si previene che abbandonino il gruppo – anche quando per continuare a partecipare cominciano a incorrere in difficoltà finanziarie, magari con la crescente consapevolezza che lo schema possa risultare insostenibile. Sono tecniche collaudate: i membri non di successo vengono pubblicamente umiliati per non aver raggiunto gli obiettivi richiesti, mentre quelli di successo vengono esaltati e celebrati. Serve a creare esempi da emulare, e la cultura del “noi contro loro”: noi che siamo capaci contro loro che non sanno fare niente, che è anche un ottimo modo, come abbiamo visto altre volte, per direzionare l’aggressività dei partecipanti nei confronti di altri partecipanti e non degli organizzatori, nel momento in cui magari i guadagni non stanno andando come ci si aspettava e il nervosismo all’interno del gruppo comincia a salire.
A quanto ci è stato riferito e a quanto leggiamo in alcune testimonianze disponibili in rete, è stato creato un “nuovo arcipelago” con nuove regole (tra cui quella delle somme di cui sopra) e questo, a noi che osserviamo dall’esterno, fa pensare all’ipotesi che quello precedente sia arrivato al capolinea, probabilmente con una stagnazione dei partecipanti, e quindi serva spostare quelli ancora attivi in una nuova struttura, ricominciando il ciclo. Inoltre pare venga suggerito l’uso di criptovalute da acquistare tramite una banca di cui non avevamo mai sentito parlare: Initium Pay. Banca che solo dal 2022 ha cominciato a operare anche sul territorio italiano. Purtroppo sul sito ufficiale di questo non si fa menzione diretta, bisognerebbe entrare in questi gruppi per poter verificare le informazioni con mano. Quello che però ci teniamo a sottolineare è che tra i partecipanti a queste inziative un buon numero è composto da persone in là con gli anni, che di criptovalute capiscono poco e niente, che senso ha spingerli all’uso delle stesse? I rischi di incappare in qualche disavventura finanziaria, quando non si sa esattamente cosa si sta facendo, sono molto alti.
Per approfondire suggerisco la lettura di questo link per intero, commenti inclusi. Noi intanto rimaniamo in attesa dei soliti amici di Giorgio Porcellana detto Jorel, creatore dell’Isola, che verranno a commentare stizziti, accusandoci di aver scritto una marea di sciocchezze: tanto lo sappiamo, devono crederci intensamente e dare a intendere che vada tutto bene, il rischio altrimenti è quello di finire nel gruppo delle “amebe”, dei “parassiti”, di quelli che non sono abbastanza intelligenti per vedere la fantastica opportunità di guadagno, quelli che vengono denigrati e derisi pubblicamente.
L’unica considerazione finale, amara, è che è almeno dal 2016 che trattiamo di iniziative simili con soggetti collegati fra loro. Passano gli anni e i nomi che incrociamo sono spesso gli stessi – in un caso persi anche ore, tempo e denaro a documentare tutto per le autorità, senza che la mia segnalazione portasse a nulla. Magari tra sei mesi ne parleranno le Iene come successo in altri casi, ma non sono le Iene che servono. Qui ci vorrebbero iniziative istituzionali per spiegare alla gente come non cascare in questi sistemi che non possono portare ai risultati promessi.
redazione at butac punto it
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