L’elite di Washigton in lotta contro al Russia e la Cina per l’egemonia mondiale

L’elite di Washigton in lotta contro al Russia e la Cina per l’egemonia mondiale

di Luciano Lago

L’attuale conflitto in Ucraina, istigato e provocato dagli Stati Uniti e dai suoi vassalli, sta dimostrando la vera natura di quello che a ragione viene denominato l’Impero delle menzogne.
Il potere egemonico USA, nel tentativo di imporre la sua dominazione a livello planetario, evita la pace a favore di una guerra perpetua contro le nazioni che non vogliono essere sottomesse a un potere superiore di Washington.

L’obiettivo della guerra per procura USA NATO è quello di logorare la Russia e ripetere uno scenario tipo Afghanistan anni ’80, questa volta in Europa.
Questo spiega il sabotaggio delle trattative di pace che erano già state impostate con la mediazione della Turchia fra marzo ed aprile del 2022. La direttiva arrivata da Washington e trasmessa a Zelensky è stata quella di ritirarsi da qualsiasi negoziato. Ordine prontamente eseguito dal burattino degli USA in Ucraina.
Tuttavia Putin non è Gorbaciov e la Russia di oggi non è l’URSS e in questo il calcolo degli strateghi americani non ha considerato le varianti attuali.
Il conflitto per procura gestito da Washington e dalla NATO in Ucraina è l’ultimo episodio di una serie di conflitti e di aggressioni dirette o per procura in cui gli Stati Uniti hanno manifestato la volontà di schiacciare qualunque nazione che sia considerata non allineata alle direttive dell’egemone.
Questa sorte è toccata soltanto negli ultimi 30 anni alla Serbia, all’Iraq, all’Afghanistan, alla Libia, alla Somalia, alla Siria, oltre a tentativi di golpe (riusciti o meno) in Venezuela, Bolivia, Honduras, rivoluzioni colorate nei paesi dell’ex Unione Sovietica e, da ultimo la furia di Washington si è rivolta contro la Russia mediante la sobillazione attuata in Ucraina.
Gli Stati Uniti egemoni ed i loro vassalli occidentali hanno abbandonato da tempo lo stato di diritto e qualunque scarsa moralità abbiano avuto un tempo lontano. Ricordiamo che sono stati gli Stati Uniti l’unico paese al mondo che ha fatto uso dell’arma nucleare su una popolazione indifesa di un paese già sconfitto (il Giappone).
Attualmente stanno utilizzando soldati di fanteria ucraini sacrificabili come carne da cannone la cui sorte non gli interessa per nulla, pur di condurre una guerra di logoramento contro la Russia fino all’utimo coscritto ucraino.

NATO contro Russia in Ucraina

Sfortunatamente per loro, gli Stati Uniti hanno scelto un combattimento con un avversario in grado di vendicarsi contro l’aggressione con una forza schiacciante.
L’istigazione del conflitto con la costante avanzata della NATO verso Est, fin sotto le frontiere della Federazione Russa e la minaccia di sterminio paventata contro la popolazione russofona del Donbass, hanno costretto la Russia a intervenire ed a regolare i conti una volta per tutte con il regime filo nazista banderista in Ucraina.
Il rappresentante russo all’ONU, Nebenzia, ha espresso molto chiaramente quali sono le finalità della Russia nel conflitto:
La Russia si impegna ad assicurare “che nessuna minaccia alla (patria), ai nostri alleati, alla cultura o alla lingua provenga mai più dal territorio ucraino”, ha sottolineato Nebenzia, aggiungendo:
“E faremo in modo che (il regime installato dagli Stati Uniti) non glorifichi mai più i complici di Hitler che hanno sterminato centinaia di migliaia di ebrei, russi, polacchi e ucraini”.
Tutto dimostra che questa è una guerra esistenziale della Russia contro l’occidente collettivo a guida USA che ha scommesso sulla distruzione dello Stato Russo.
Nonostante questo, in una forma di ossessione paranoica, l’elite di potere degli Stati Uniti continua a sobillare altri paesi per ottenere altri sostegni alla sua politica aggressiva esplicita che si rivolge non soltanto contro la Russia ma anche contro la Cina. Così si spiegano i continui viaggi del segretario di Stato Binken e del vicesegretario Victoria Nuland presso paesi dell’Asia e dell’Africa, utillizzando pressioni, minacce e ricatti, in modo da convincere i governi di tali paesi ad unirsi alla cociata egemonica di Washington. I risultati però sono scarsi e in alcuni casi controproducenti.
In pochi ormai si fidano delle promesse della cricca di Washington e in molti hanno compreso che le mire degli USA sono quelle di ritornare ad una forma di dominio e di sfruttamento delle risorse dei paesi sottoposti alla tutela americana.
Sembra chiaro che, per ristabilire un dominio mondiale unipolare, gli Stati Uniti dovrebbero affrontare direttamente la Russia e la Cina che sono le sue superpotenze antagoniste rispetto al potere americano.

Resta il fatto che Washington non potrà aprire due guerre contemporaneamente, con due potenze come Russia e Cina. Questo sarebbe impossibile e anche contrario al modello americano di affrontare i nemici individualmente e combattere con gli alleati per procura.
Dopo le ultime vicende di sommovimenti interni, le divisioni e la debolezza dell’amministrazione Biden, sarà molto difficile per Washington coalizzare l’America ancora per molto in un lungo conflitto dall’esito incerto.
In America, dicono i più accreditati analisti, il paese non sarà più lo stesso; O vincerà la sua guerra globale, che finora non è stata esplicita, ristabilendo il suo dominio sul mondo come ha fatto dopo le due bombe (Hiroshima e Nagasaki), oppure perderà, e dovrà rassegnarsi ad abbandonare il monopolio sulla guida del mondo e del sistema globale .

Nella loro politica estera, gli Stati Uniti guidano la coalizione occidentale contro la Russia in Ucraina. Hanno raccolto chiari guadagni da questa leadership nel primo anno, con il blocco dell’Europa verso la Russia, ma le interazioni di questa crisi e il suo prolungamento si possono trasformare nel tempo nell’opposto degli obiettivi perseguiti nel suo inizio.

All’inizio, Washington ha ottenuto di trasformare la dipendenza europea dal gas russo in dipendenza dalle esportazioni energetiche statunitensi a prezzo quintuplicato, oltre a un importantissimo vantaggio strategico rappresentato dall’interruzione del percorso di sviluppo delle relazioni russo-europee in generale e delle relazioni tedesco-russe in particolare. L’Europa si è schierata, volente o nolente, con una disciplina soddisfacente dietro la volontà di Washington, e ha iniziato a nuotare controcorrente rispetto ai suoi interessi economici, principalmente nell’illusione di conservare la sua stabilità strategica e la sicurezza.

La dinamica del conflitto è cambiata dallo scorso autunno, ponendo fine all’estate ottimista del governo di Kiev e dei suoi alleati. Con l’arrivo dell’inverno il tempo ha cominciato a giocare a favore di Mosca, parallelamente al cambio di maggioranza parlamentare al Congresso USA.

Forze russe in Ucraina

Accade che, con l’avanzata delle forze russe sul terreno, che finora continua, il tempo ha cominciato a fare pressione sull’amministrazione Biden per interrompere questa dinamica senza che si profilino costi esorbitanti nel caso in cui si prolunghi eccessivamente il conflitto.
Questi sviluppi e l’urgenza di fermare l’avanzata russa, con le ripercussioni economiche legate alla guerra da un lato, e le interazioni dell’economia globale dall’altro, stanno portando Washington a decisioni inconsulte che possono portare ad uno scontro diretto con la Russia.
Qui si gioca la scommessa del fino a che punto l’elite di Washington è disposta a giocare la possibilità di un conflitto nucleare con la Russia che non lascerebbe vincitori sul campo.
Il ruolo della Cina

Mentre l’attenzione è rivolta alla performance di Mosca nei vari campi di questo conflitto, gli Stati Uniti non hanno smesso di contrastare la Cina. Questa attenzione all’Asia orientale va avanti da anni, ma è aumentata fino a raggiungere un nuovo picco durante la guerra ucraina.

Forze cinesi

La Cina qui è importante per molte ragioni, a cominciare dalla priorità di tenerla lontana dal coinvolgimento diretto nel sostenere la Russia, e ridurre al minimo questo supporto diversificato agitando le sanzioni e aprendo il conflitto con tale paese, cercando di contenerne l’influenza in ascesa sul resto del mondo.
Il calcolo degli strateghi di Washington di piegare la Russia non ha tenuto conto della variante cinese nel contesto globale, tanto che la traiettoria sta iniziando a girare in una direzione diversa. Se Kiev sarà sconfitta, come tutto lascia prevedere, si possono solo immaginare le ripercussioni economiche e strategiche sull’alleanza occidentale e sul ruolo degli USA rispetto al resto del mondo.
l tempo stringe e Pechino, che ha puntato sull’emancipazione tecnologica dall’occidente, continua a ridurre i suoi investimenti in obbligazioni Usa, se ne va con Russia, India, Arabia Saudita, Egitto, Iran e altri, mentre si diffondono gli scambi in valute locali. La Russia vende energia in rubli, la Cina vende prodotti in yuan e si scambiano valute locali tra loro.
Nel contempo le sanzioni occidentali non hanno impedito alla Russia di esportare le proprie risorse energetiche ed hanno contribuito a solidificare le alleanze fra i paesi sanzionati (Russia, Iran, Venezuela) vanificando la pretesa USA di dominanare il mercato energetico e rompendo la fiducia fra Cina e occidente per l’utilizzo del dollaro e del sistema finanziario come arma di ricatto. Una crisi di fiducia che ha investito altri paesi influenti come India, Arabia Saudita, Brasile che hanno iniziato la corsa per staccarsi dal dollaro ed aggregarsi al blocco emergente dei BRICS (già presente il Brasile) e dell’accordo di Shangai.
I riflessi di questo processo si possono prevedere e saranno enormi con un forte disinvestimento dall’area del dollaro che è già iniziato ed andrà avanti a discapito della supremazia occidentale che rischia di essere sopravanzata dalla crescita cinese.

Con tutto questo la Cina avrà il vantaggio di competere con Washington sul livello del commercio mondiale e di offrire una alternativa di sviluppo e di supporto finanziario ai paesi emergenti del sud del mondo..
Uno scenario che sta iniziando a preoccupare Washington dove iniziano a levarsi voci dissidenti sulla perseveranza del conflitto ucraino e si mette in dubbio il piano USA di utilizzare il conflitto ucraino per indebolire la Russia. I contraccolpi sono troppo forti e troppo negativi per gli USA e tali da far riconsiderare la strategia seguita fino ad ora.

Si può prevedere che nel breve termine ci saranno decisioni drastiche a Washington che potranno essere in un senso o nell’altro, guerra totale o una pace negoziata sacrificando l’Ucraina che, alla fine, è soltanto una pedina nel grande gioco per l’egemonia mondiale. Le pedine si sacrificano e vengono lasciate al loro destino, forse non lo hanno ancora capito a Kiev ma il risvegio sarà molto brusco e gli ucraini sanno bene chi li ha trascinati fino a questo punto.

veronulla

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